Massimo Tommolillo - Words on line
Massimo Tommolillo - Words on line
Massimo Tommolillo - Words on line
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
programma di recupero ma n<strong>on</strong> ci stava riuscendo…»<br />
«E questo stranamente ti ricorda…»<br />
«Aspetta, lasciami c<strong>on</strong>cludere. Dunque il tossicodipendente è un bambino che n<strong>on</strong> ha mai superato la<br />
fase orale, anzi n<strong>on</strong> ci è neppure arrivato, devi immaginarlo come un bimbo che è ancora attaccato al<br />
cord<strong>on</strong>e ombelicale… Ha una madre narcisista c<strong>on</strong> la quale vive un rapporto privilegiato, ma Stefano n<strong>on</strong><br />
l’ha mai avuta una madre così. Io l’ho scoperto solo oggi… Cioè ieri, quando le ho parlato, perché Linda<br />
ha sempre avuto un solo scopo nella vita: salvaguardare la propria immagine e il nome della famiglia…<br />
Perché n<strong>on</strong> possiamo immaginare che Stefano, dopo averla tanto cercata, adesso ha un’altra madre? Forse<br />
è solo una creatura della sua fantasia, n<strong>on</strong> voglio dire che esista davvero, ma per lui esisteva eccome. Poi<br />
di c<strong>on</strong>creto c’è il mio sogno, forse capend<strong>on</strong>e il significato potrei trovare una chiave. Ho bisogno di<br />
informazi<strong>on</strong>i però; devo trovare un risc<strong>on</strong>tro alle cose che mi ha racc<strong>on</strong>tato Linda e…»<br />
«Un sogno lo chiami un fatto?»<br />
Lui proseguì senza quasi accorgersi dell’interruzi<strong>on</strong>e.<br />
«… Ee c’è una cosa che devo chiedere appena arrivo al lavoro, perché altrimenti n<strong>on</strong> si spiega come<br />
mai proprio quelle due pazienti e n<strong>on</strong> altre.»<br />
E c’è un’altra cosa, che però n<strong>on</strong> ho il coraggio di dire a te e forse neanche di ammettere c<strong>on</strong> me<br />
stesso: che desidero di rifare il sogno, voglio rivedere quella creatura e questa volta n<strong>on</strong> vorrei essere<br />
interrotto.<br />
«Cosa c<strong>on</strong>ti di fare adesso?»<br />
«N<strong>on</strong> lo so… Per il momento vorrei solo prendere delle informazi<strong>on</strong>i, saperne di più su questo mito.<br />
Potrebbe essermi di aiuto… Credo.»<br />
«E come pensi di averle queste informazi<strong>on</strong>i?»<br />
«N<strong>on</strong> so neanche questo; pensi che s<strong>on</strong>o ammattito vero?»<br />
Emma lo fissò per qualche sec<strong>on</strong>do senza parlare, come a voler cercare delle risposte che avrebbe<br />
preferito evitare. Gli prese la testa fra le mani e gli sorrise.<br />
«Ammattito n<strong>on</strong> credo, no; molto esaltato questo sì. Vieni, torniamo a dormire, se ci riesce ancora di<br />
farlo.»<br />
Morte e fertilità<br />
«Sai Oleg, quando ero immersa nel prof<strong>on</strong>do del mio lago ero molto simile a te, a te come sei in<br />
questo momento; in attesa della domenica delle Rose dopo Pentecoste, il lago diveniva una prigi<strong>on</strong>e<br />
invalicabile per me, e similmente a te, io sognavo. Era la mia unica forma di vita.<br />
Sognavo di poter trasformare il lago in fuoco liquido e c<strong>on</strong> quello sommergere il villaggio; sapessi<br />
quante volte ho fatto questo sogno. Io l’ho rivoltato nella mia mente, rendendolo di volta in volta più<br />
definito, fino a farlo diventare realtà, ne potevo vedere i particolari, tutti i particolari tanto da percepire le<br />
sensazi<strong>on</strong>i.<br />
Tu sai che noi Rusalki possiamo vivere solo nell’acqua? L<strong>on</strong>tano da essa, dopo poche ore, ci<br />
prosciughiamo e moriamo. Il Dio però ci ha fatto un d<strong>on</strong>o: pettinando i nostri lunghi capelli, da essi<br />
facciamo sgorgare una cascata.<br />
E tu piccolo mio, che credevi che le cascate fossero opera della natura. Ecco perché possiamo<br />
viaggiare, ma solo portando c<strong>on</strong> noi un piccolo pettine d’oro. E così nel sogno mi immaginavo in mezzo a<br />
coloro che mi giudicar<strong>on</strong>o.<br />
Mi vedevo pettinare le mie chiome, dalle quali facevo scaturire una cascata sì, ma una cascata di<br />
fuoco, più incandescente della lava di un vulcano.<br />
Li vedevo tremare dal terrore mentre chiedevano grazia; quei vili, immobilizzati dalla loro stessa<br />
paura, attendevano che il lago di lava gli scarnificasse i corpi, che bruciasse le loro lingue maldicenti, che<br />
facesse scoppiare i loro cuori ipocriti. Osservavo c<strong>on</strong> piacere i loro capelli carb<strong>on</strong>izzarsi per il gran calore,<br />
trasformandoli in puzzolenti fiaccole di carne e sangue.<br />
Ma n<strong>on</strong> pensare male di me, poiché n<strong>on</strong> c’era spazio solo per pensieri di vendetta e di morte. Alfine<br />
Belobog vinceva il suo ciclico duello c<strong>on</strong> Chernobog, e le fredde brume sparivano dalle acque del mio<br />
lago. Era finalmente la stagi<strong>on</strong>e in cui tutto rinasce, e il desiderio prorompente che attraversa in<br />
66