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vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...

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Come il Figliuolo <strong>di</strong> Dio fu condotto da Caifa e giu<strong>di</strong>cato reo <strong>di</strong> morte. Dei patimenti che soffrì nel restante <strong>di</strong> quella notte. Dei<br />

falsi testimoni trovati contro <strong>di</strong> lui e <strong>di</strong> ciò che operò nel suo interno sino a che fu condotto da Pilato.<br />

VIAGGIO DOLOROSO ED UMILIANTE –<br />

Uscito dalla casa <strong>di</strong> Anna, mi condussero in casa <strong>di</strong> Caifa, dove molti stavano ad aspettarmi, perché non volevano andare a<br />

riposare, prima <strong>di</strong> avermi visto. E, quantunque sapessero che ero stato presa, e stavo legato in mano della coorte, con tutto ciò<br />

vollero avere la sod<strong>di</strong>sfazione e la consolazione <strong>di</strong> vedermi con i propri occhi. Pertanto i ministri mi tiravano con gran fretta per<br />

le strade, essendo venuta gente a <strong>di</strong>re che si fossero affrettati, perché Il Pontefice mi aspettava con impazienza, volendo poi<br />

andare a riposare.<br />

Poiché ero così violentemente tirato, spesso cadevo in terra, perché la mia umanità era molto indebolita, per i patimenti sofferti.<br />

A forza <strong>di</strong> percosse e <strong>di</strong> tirature <strong>di</strong> funi, mi facevano rialzare. Mi conducevano con strepito, ingiuriandomi e maltrattandomi,<br />

affinché la gente che u<strong>di</strong>va, si fosse tutta rivoltata contro <strong>di</strong> me. Difatti non vi era chi <strong>di</strong> me avesse compassione. Per lo più tutti<br />

<strong>di</strong>cevano: Ecco che alla fine è caduto, in mano della giustizia: si è scoperto chi egli è. Chi l’avrebbe mai pensato, che fosse stato<br />

tale ? Veramente i nastri superiori avevamo ragione <strong>di</strong> O<strong>di</strong>arlo tanto!<br />

Non mancò, chi anche dalle finestre mai accompagnasse con ingiurie e schermi, beffandomi e deridendomi. Tra questi ed anche<br />

fra quelli stessi che mi conducevano e mi malmenavano, molti da me erano stati risanati da varie infermità. Ed io, nel vedere<br />

tanta crudeltà e tanta ingratitu<strong>di</strong>ne, sentivo, una somma amarezza.<br />

Avendo poi io i capelli lunghi, facevano a gara chi più ne potesse strappare. Li tiravano con tale empietà, da ridurli così mal conci,<br />

che più non si <strong>di</strong>stinguevano se non dal colore. Infatti, deformarono tutto ciò che in me pareva loro potesse conciliare l’amore,<br />

affinché mettessi orrore in chi mi rimirava. Tanta era la loro malizia! Ed io offrivo tutto al Padre, in sconto delle offese che<br />

riceveva, ed offrivo la deformità in cui mi avevano ridotto, in sconto dei peccati dei miei fratelli, i quali pongono tutto il loro<br />

stu<strong>di</strong>o nell’ornarsi per comparire e piacere alle creature. Io allora vedevo tutto e ne sentivo amarezza. Dicevo: Ecco quanto cari<br />

mi costano i vostri vani ornamenti, e lo stu<strong>di</strong>o che ponete nel comparire, per piacere alle creature! Ecco ciò che soffro per<br />

pagare alla <strong>di</strong>vina giustizia le vostre vane sod<strong>di</strong>sfazioni! Ah, almeno trovasse in voi corrispondenza l’amore con cui io pago i<br />

vostri debiti, e vi ricordaste <strong>di</strong> quanto ho patito per voi! E vedendo che la maggior parte ne sarebbe vissuta <strong>di</strong>mentica, ne sentivo<br />

una grande amarezza.<br />

Sappi, sposa mia, che andavo spesso lamentandomi in tal modo con i miei fratelli. Vedendo la loro incorrispondenza e la loro<br />

ingratitu<strong>di</strong>ne a tanta bontà ed a tanto amore, il mio Cuore soffriva gran pena, perché bramava che tutti si giovassero delle<br />

grazie, che loro impetravo dal Padre mio, e corrispondessero all’amore che portavo ad essi ed al beneficio loro concesso. Rivolto<br />

poi al <strong>di</strong>vin Padre, gli offri me stesso così sfigurato e lo pregai che, per quanto soffrivo, si fosse degnato <strong>di</strong> dare ai miei fratelli<br />

lume e grazia da conoscere il loro errore, sì da avviarsi ad ornare l’anima, che deve piacere a Lui, e non il corpo per piacere<br />

alle creature. Vi<strong>di</strong> che il Padre l’avrebbe fatto, e che molti ne avrebbero approfittato, rinunziando a tutte le vanità e pompe<br />

mondane, contentandosi <strong>di</strong> vivere sotto umili vesti, per seguire me, povero ed abietto. Soffri però molta e grave amarezza nel<br />

vedere il numero stragrande <strong>di</strong> quelli che sarebbero andati perduti <strong>di</strong>etro le vanità e le pompe mondane. Ma ciò che più mi<br />

affliggeva era il vedere che, anche quelli che si <strong>di</strong>chiaravano miei seguaci ed imitatori, si sarébbero perduti <strong>di</strong>etro queste pazzie e<br />

vanità mondane, che non servono se non a nutrire la loro passione <strong>di</strong> amor proprio. Con tali sentimenti essi <strong>di</strong>sgustano molto il<br />

<strong>di</strong>vini Padre, e restano privi degli ornamenti nobilissimi, che il Padre darebbe alle loro anime, per mezzo della sua <strong>di</strong>vina grazia.<br />

IN VEGLIA –<br />

Andando, come già ho detto, in casa <strong>di</strong> Caifa, e soffrendo molti strapazzi ed ingiurie per la strada, nell’avvicinarsi alla casa del<br />

Pontefice, la mia umanità sentì grande rincrescimento, per i molti maltrattamenti e i <strong>di</strong>spregi, che mi erano stati preparati. Ma<br />

animato dall’amore con cui soffrivo, e tutto rimesso alla volontà del Padre, andavo con il desiderio <strong>di</strong> soffrire per l’amore e la<br />

salute <strong>di</strong> tutti i miei fratelli.<br />

Molti stavano alle finestre della casa del Pontefice, per sentire, dal rumore delle fischiate, quando fossi arrivato, e darne a lui la<br />

nuova. E, quantunque fosse <strong>di</strong> notte, pure stavano elle finestre, non temendo né arda, né freddo, e patendo tutti il sonno, per<br />

dare sod<strong>di</strong>sfazione al Pontefice, agli Scribi e ai Farisei: tutta la servitù era in veglia. Ed io, nel vedere questo, sentivo grande

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