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vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...

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non se ne <strong>di</strong>menticò mai, e sempre pianse amaramente, per amorosa compassione. La donna, toltomi il panno dal Volto, fu da<br />

me rimirata con grande amore. Del quale sguardo restò ferita, e visse amante <strong>di</strong> me ed anche delle mie pene. Avvedutasi poi<br />

subito del mio ritratto nel panno, corse frettolosa a contemplarlo, ed a sfogare l’amor suo in amare lacrime.<br />

A questo fatto, in<strong>vita</strong>i ancora tutti i miei seguaci a venire a vedere ;il mio Volto deformato e sì mal ridotto, e ad avere <strong>di</strong> me una<br />

compassione amorosa. Vi<strong>di</strong> tutti quelli che sarebbero accorsi all’invito, e contemplando le mie pene e la deformità del mio Volto<br />

e <strong>di</strong> tutta la persona mia, ne avrebbero avuto sentimento <strong>di</strong> compassione. Ed io, fissai fin d’allora sopra le loro anime i miei<br />

sguar<strong>di</strong> amorosi, lasciando impressa nel loro cuore la memoria delle mie pene ed accendendoli del mio amore. Vedendo la Loro<br />

gratitu<strong>di</strong>ne e compassione, ne resi grazie al <strong>di</strong>vin Padre, e lo supplicai <strong>di</strong> dar loro una copiosa mercede. Intesi dell’amarezza, ed<br />

oh quanta! nel vedere la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quelli, che non solo non sarebbero accorsi al mio invito, a contemplare le mie pene, ma,<br />

ad imitazione degli iniqui Ebrei, si sarebbero burlati, schernendo quelli che vi sarebbero accorsi. Di costoro intesi una più grave<br />

pena. Non mancai però <strong>di</strong> scusarli presso il <strong>di</strong>vin Padre.<br />

L’INCONTRO DELLA MADRE –<br />

Seguitando il doloroso viaggio, mi tiravano quei crudeli con gran fretta e mi accompagnavano con ingiurie e percosse, senza<br />

pietà né compassione. Dove mi rivolgevo, trovavo materia <strong>di</strong> dolore e <strong>di</strong> amarezza: per me non vi era alcun conforto. Avendo<br />

camminato alquanto, giunse la mia <strong>di</strong>letta ed afflitta Madre. Oh! quanta pena ed amarezza soffrì il mio Cuore nel vederla<br />

immersa in un mare amarissimo <strong>di</strong> affanni! Mi vide da lontano, e fu da me rimirata. Parlai al <strong>di</strong> lei cuore e d in<strong>vita</strong>i ad<br />

appressarsi. Ed ella, spinta dall’impeto dell’amore, corse ad abbracciarmi per l’ultima volta. Passò in mezzo alla turba insolente<br />

ed ai carnefici, ed arrivata alla mia presenza, restò priva <strong>di</strong> respiro, per la ferita crudele che sentì il suo afflitto ed amante cuore.<br />

Non poté proferire altra parola che questa: Gesù, mio Figlio! E mi abbracciò, e nell’abbracciarmi restò anch’ella bagnata del mio<br />

sangue e punta dalle spine, ma molto più, ferita nuovamente nel cuore. Le <strong>di</strong>ssi: Cara madre, fatevi animo, perché più gravi<br />

dolori vi conviene soffrire. Altro non potei <strong>di</strong>rle perché anch’io ero ferito dal dolore nel vederla in sì grave affanno. Si parlarono i<br />

nostri cuori, animandosi l’un l’altro a soffrire e ad eseguire la volontà del Padre.<br />

Ma appena mi ebbe abbracciato, i crudeli manigol<strong>di</strong> la <strong>di</strong>scacciarono. Io le <strong>di</strong>ssi: Seguitemi, cara Madre! Ed ella, pronta, mi seguì,<br />

non molto da lungi, sino alla cima del Calvario. L’amante Maddalena, il <strong>di</strong>scepolo Giovanni e le altre devote donne pure mi<br />

seguivano, ricolme d’affanno, in compagnia della <strong>di</strong>letta Madre. In questo fatto vi<strong>di</strong> tutti i genitori, che avrebbero provato<br />

grande travaglio e dolore per i loro figli, che sarebbero stati uccisi dai loro nemici, o per mano della giustizia. Di loro ebbi grande<br />

compassione, e rivolto al <strong>di</strong>vin Padre, lo supplicai <strong>di</strong> dare ad essi fortezza e grazia da poter soffrire sì gravi colpi. Vi<strong>di</strong> che il Padre<br />

non avrebbe mancato <strong>di</strong> farlo. Vi<strong>di</strong> tutti quelli che si sarebbero rassegnati ed avrebbero sofferto il travaglio con pazienza, e ne<br />

resi grazie al Padre. Intesi però grande amarezza nel vedere la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quelli, che dando nell’impazienza, e non volendosi<br />

in modo alcuno rassegnare, avrebbero molto offeso il <strong>di</strong>vin Padre, col rivoltarsi contro <strong>di</strong> Lui, prorompendo in lamenti,<br />

trattandolo da crudele ed ingiusto. Nel vedere questi tali (ve ne sono molti al mondo), fui riempito <strong>di</strong> una più grave amarezza.<br />

Rivolto al <strong>di</strong>vin Padre, lo supplicai, per quella mia rassegnazione e per quella della mia addolorata Madre, che si volesse degnare<br />

<strong>di</strong> illuminarli, e fare ad essi conoscere il loro grave errore. Vi<strong>di</strong> che il Padre l’avrebbe fatto, e che alcuni si sarebbero ravveduti, e<br />

chiesto perdono al <strong>di</strong>vin Padre, si sarebbero emendati: <strong>di</strong> ciò resi grazie al Padre. Intesi però dell’amarezza nel vedere che molti<br />

sarebbero rimasti nel loro errore: non si sarebbero mai voluti arrendere e rimettersi alle <strong>di</strong>vine permissioni, lasciandosi accecare<br />

dal forte amore, in modo che, scordati <strong>di</strong> Dio, si sarebbero dati in preda alla passione, vivendo sempre in rancore ed amarezza.<br />

Essendo così seguito dalla mia cara Madre e dai <strong>di</strong>letti <strong>di</strong>scepoli, Giovanni, Maria Maddalena, con le altre devote donne, soffrivo<br />

un altra pena, perché questi, con il loro cordoglio, accrescevano a me il dolore, e mi servivano <strong>di</strong> doppia croce. Essendo immerso<br />

in tanti dolori ed in tante amarezze, non li potevo consolare, perché io stesso ero la causa del loro grande dolore. Perciò, rivolto<br />

al Padre, lo supplicai <strong>di</strong> volersi degnare <strong>di</strong> consolarli Lui e confortarli. Li confortò il Padre e li animò a seguirmi: ma non li consolò,<br />

perché questo era tempo <strong>di</strong> pene e <strong>di</strong> dolore. Vi<strong>di</strong> allora tutte le anime, che essendo afflitte e sconsolate, non hanno chi le<br />

sollevi e le consoli nelle loro pene ed affanni. Perciò, rivolto al <strong>di</strong>vin Padre, lo supplicai a volersi degnare Lini <strong>di</strong> confortarle,<br />

perché dove si valgono, trovano materia <strong>di</strong> tristezza e <strong>di</strong> dolore. Vi<strong>di</strong> che il Padre l’avrebbe fatto, con grande amore,<br />

specialmente a quelle anime che patiscono con rassegnazione e per suo amore. Di ciò resi grazie al Padre.<br />

La mia <strong>di</strong>letta Madre sentiva tutte le bestemmie e le ingiurie, che contro <strong>di</strong> me vomitavano i perfi<strong>di</strong> manigol<strong>di</strong>, e le molte<br />

percosse che mi davano, erano al <strong>di</strong> lei cuore tante spade che la ferivano. Anche lei mi andava accompagnando nelle offerte,<br />

supplicando il <strong>di</strong>vin Padre <strong>di</strong> perdonare loro, e <strong>di</strong> trattenere il castigo, che vedeva star fulminante su <strong>di</strong> loro.<br />

La CORREDENTRICE.

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