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vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...

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<strong>di</strong>vin Padre la supplica fattada me e molto più i miei meriti, che furono una moneta <strong>di</strong> prezzo infinito, meritevoli <strong>di</strong> ottenere il<br />

grande beneficio; con gli stessi miei meriti sod<strong>di</strong>sfeci la <strong>di</strong>vina giustizia per le offese che avrebbe ricevuto d agli uomini in questo<br />

<strong>di</strong>vin Sacramento. Vi<strong>di</strong> allora <strong>di</strong> nuovo tutte le offese che avrebbe ricevuto in detto Sacramento da quelli, che, con rea coscienza,<br />

si sarebbero ad Esso accostati; vi<strong>di</strong> anche tutte le profanazioni a cui sarebbe stato esposto e ne intesi <strong>di</strong> nuovo un dolore<br />

sommo; e offri anche questo al Padre in sod<strong>di</strong>sfazione <strong>di</strong> tutte le offese che avrebbe ricevuto il Padre si <strong>di</strong>chiarò sod<strong>di</strong>sfatto.<br />

L’ISTITUZIONE DEL SACRAMENTO EUCARISTICO –<br />

Intanto, ardendo sempre più il mio Cuore del desiderio <strong>di</strong> presto istituire il Sacramento, per donarmi tutto ai miei fratelli, e fare<br />

ad essi conoscere l’incen<strong>di</strong>o della mia carità e del mio infinito amore, presi il pane nelle mie mani, ed, alzati gli occhi al cielo, resi<br />

grazie al Padre, perché si adempiva il mio desiderio, e poi lo ringraziai da parte <strong>di</strong> tutti i miei fratelli per il gran beneficio che<br />

ricevevano. Acceso vieppiù l’amore verso i miei fratelli, giunse all’eccesso mirabile. Spezzato, pertanto, il pane, avendolo prima<br />

benedetto, <strong>di</strong>ssi ai miei apostoli: Prendete e mangiate e rimirando il pane, <strong>di</strong>ssi: Questo è il mio corpo. Nel <strong>di</strong>re queste parale,<br />

ebbi intenzione <strong>di</strong> mutare la sostanza del pane nel mio vero e reale corpo, sangue, anima e <strong>di</strong>vinità. Difatti, nel proferirle, rimasi<br />

tutto nelle specie del pane, cambiandosi questo nel mio vero corpo e sangue, come ho detto. In tale atto, untesi un go<strong>di</strong>mento<br />

infinito, per l’infinito dono che feci <strong>di</strong> tutto me stesso all’uomo: e l’amore restò sod<strong>di</strong>sfatto. Dando pertanto il pane a tutti i miei<br />

apostoli, sotto le cui specie si conteneva il vero corpo, anima e <strong>di</strong>vinità, <strong>di</strong>ssi loro che quello. era il mio Corpo dato per, essi,<br />

soggiungendo: Fate questo in memoria <strong>di</strong> me li or<strong>di</strong>nai allora miei ministri, e <strong>di</strong>e<strong>di</strong> logo la facoltà, che con le parole dette da me<br />

nella consacrazione, consacrassero il pane, il quale, si sarebbe subito cambiato nel mio vero corpo.<br />

Dato loro il mio corpo in cibo, sotto le specie del pane, presi il calice, e <strong>di</strong> nuovo, alzati gli occhi, resi grazie al Padre, come avevo<br />

fatto nel consacrare il pane; lo <strong>di</strong>e<strong>di</strong> ai miei apostoli, <strong>di</strong>cendo loro: Prendete e bevetene ognuno la propria parte: questo è il mio<br />

sangue, che sarà sparso in remissione dei peccati. Essendosi convertito il vino nel mio vero sangue, i miei apostoli ne bevvero<br />

ciascuno la sua porzione, ed io, nel darlo loro, provai lo stesso go<strong>di</strong>mento che avevo sentito nel dare ad essi il mio corpo sotto le<br />

specie del pane (1).<br />

LA COMUNIONE –<br />

I miei apostoli, nel ricevere il mio corpo in cibo ed in bevanda, intesero <strong>interna</strong>mente una somma consolazione, provando in<br />

quell’istante e gustando l’unione perfetta, che si fece tra l’anima loro e il mio spirito. Nel ricevere il mio corpo e la mia <strong>di</strong>vinità,<br />

restarono rinvigoriti e confortati per la stretta unione; furono rivestiti <strong>di</strong> una nuova grazia; gustarono finalmente la soavità del<br />

cibo <strong>di</strong>vinò, e rimasero infiammati, in un modo più perfetto, dell’amore verso <strong>di</strong> me, perciò, tutti, <strong>interna</strong>mente, rendevano<br />

grazie per il cibo ricevuto. Solo il perfido Giuda, poiché aveva ricevuto un tale cibo con l’anima rea <strong>di</strong> grave colpa, e perciò preso<br />

la sua condanna, imperversò, ed il demonio si impossessò <strong>di</strong> lui, in modo che, provando in sé un inferno <strong>di</strong> inquietu<strong>di</strong>ni e<br />

turbamenti, bramoso <strong>di</strong> eseguire il pessimo contratto della mia ven<strong>di</strong>ta, non poteva più indugiare perché stava come sopra un<br />

fiero patibolo. A lui io <strong>di</strong>ssi: Quello che tu vuoi fare, va , e fallo presto (2). Facendogli capire con queste parole che io sapevo<br />

tutto. Difatti partì in gran fretta il tra<strong>di</strong>tore, ed andò ad eseguire il suo pessimo <strong>di</strong>segno. Io rimasi con i miei un<strong>di</strong>ci <strong>di</strong>scepoli, i<br />

quali non avevano capito il tra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Giuda, ché altrimenti l’avrebbero arrestato e fatto in pezzi, perché era molto grande<br />

l’amore che mi portavano e il <strong>di</strong>spiacere che avevano nel sentire, che uno <strong>di</strong> essi mi avrebbe tra<strong>di</strong>to e dato in mano ai miei<br />

nemici.<br />

Fu molto grande l’amarezza intesa per il <strong>di</strong>scepolo tra<strong>di</strong>tore, tanto più che, nonostante l’avessi ripetutamente avvertito egli<br />

avessi dato tanti lumi e tanta grazia, volle restare nella sua ostinazione, ed unirsi con gli ostinati Farisei suoi pari. Costoro, dopo<br />

essere stati da me tanto beneficati ed aver ricevuto tanta luce, per mezzo della mia dottrina, si fecero accecare dalla loro malizia<br />

e rimasero nella loro durezza, cercando anche loro, con grande avi<strong>di</strong>tà, <strong>di</strong> togliermi la <strong>vita</strong> e darmi una ignominiosa morte. Oh,<br />

quanto, sposa mia, veniva trafitto il mio cuore da questi perfi<strong>di</strong>! Io non mancavo <strong>di</strong> soffrire tutto e <strong>di</strong> offrirlo al Padre in sconto<br />

delle loro iniquità.<br />

Mentre stavo operando ciò che ho detto, si trovava la mia <strong>di</strong>letta Madre nel suo ritiro, orando (1). Col suo spirito, tutto<br />

penetrava e mi accompagnava negli atti interni, supplicando e rendendo grazie al <strong>di</strong>vin Padre. Anche lei ricevé il mio corpo sotto<br />

le specie sacramentali (2), le quali si conservarono nel suo cuore, finché <strong>di</strong> nuovo fu consacrato il pane, dopo la mia risurrezione,<br />

e <strong>di</strong> nuovo mai ricevé Sacramentato, conservandosi in lei le specie sacramentali da una comunione all’altra (3).

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