vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...
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stessi e gli altri, senza mai poter arrivare ad effettuare i loro <strong>di</strong>segni: perché le creature tutte devono assoggettarsi ai <strong>di</strong>vini<br />
decreti, <strong>di</strong> buona voglia, essendo essi immutabili.<br />
SULLA VIA DEL CALVARIO –<br />
Stando con la croce, che tenevo con le mie mani appoggiata a me, i perfi<strong>di</strong> me la posero sulla spalla, dalla parte destra,<br />
lasciandomi sciolte le mani, perché la potessi tenere. Al primo movimento, la croce colpì la corona <strong>di</strong> spine, per cui intesi grande<br />
dolore nella mia addolorata testa. Mi avevano poi legate le braccia con corde, e una corda avevano legato alla cintura. Mi posero<br />
una grossa e lunga fune al collo, con la quale mi teneva un perfido manigoldo, gli altri mi tenevano per la corda della cintura, ma<br />
in modo che potessero stare <strong>di</strong>scosti alquanto da me, perché fossi veduto da tutti. Mi precedevano il trombettiere e molti<br />
ministri <strong>di</strong> giustizia, come anche d’intorno e <strong>di</strong>etro venivano altri, seguiti dalla plebe. Ai lati venivano i due ladri, alquanto <strong>di</strong>etro<br />
<strong>di</strong> me. Dopo, tutta la plebe alla lontana, venivano gli Scribi e i Farisei, cioè, quelli che non mi lasciarono mai, bramosi <strong>di</strong> vedere<br />
tutto, e che si erano prefissi <strong>di</strong> non voler partire, se non dopo che fosse stata eseguita la mia sentenza <strong>di</strong> morte. Vi venivano<br />
anche per il timore che fossi loro uscito <strong>di</strong> mano; oppure, che qualche persona <strong>di</strong> autorità fosse venuta, e mi avesse levato dalle<br />
mani dei ministri <strong>di</strong> giustizia. Dicevano fra <strong>di</strong> loro: Costui si è fatto tanti amici e tanti aderenti: chi sa che non vengano con<br />
violenza a levarlo dalle mani dei carnefici? perciò seguiamolo, acciò, vedendoci, abbiano soggezione e timore <strong>di</strong> noi. Questi<br />
erano i più perfi<strong>di</strong>, che non stimavano né onore, né reputazione, avvilendo anche il loro grado, per sod<strong>di</strong>sfare alla loro sfrenata<br />
passione. Così si incominciò il doloroso viaggio, alla volta del Calvario. In tutto questo fatto, non apri mai bocca per <strong>di</strong>re neppure<br />
una parola. Il mio Cuore stava immerso in un mare <strong>di</strong> amarezza.<br />
Ricevuta la croce sulla spalla, intesi la gravezza del peso, in modo che non potevo reggerla. Rivolto al <strong>di</strong>vin Padre, lo pregai del<br />
suo aiuto, e <strong>di</strong> darmi le forze, affinché la potessi portare. Accrebbe la <strong>di</strong>vinità le forze all’umanità, ma non le scemò il dolore;<br />
anzi, accrescendosi in me le forze, si accresceva anche il dolore; perché per questo appunto, si accrescevano le forze al mio<br />
corpo, affinché sentisse anche maggiore pena e sofferenza. Rivolto al Padre lo supplicai per tutti i miei fratelli e seguaci, che tutti<br />
vedevo, specialmente per quelli che sono molto aggravati dal peso della croce, ed aggravati sopra le loro forze. Lo supplicai <strong>di</strong><br />
dare anche ad essi aiuto e forza per soffrire e portare la croce, <strong>di</strong> sì gran peso alla loro debole umanità. Vi<strong>di</strong> che il Padre non<br />
avrebbe mancato <strong>di</strong> dare loro aiuto e fortezza, e <strong>di</strong> ciò lo ringraziai.<br />
Intese poi la mia umanità una grande ripugnanza per dover passare in tal modo per la città, dove stavano quasi tutti in<br />
aspettazione per vedermi, ed il dover comparire, in tal guisa, per le contrade, come capo <strong>di</strong> ladri e <strong>di</strong> malfattori. Ne sentivo una<br />
grande amarezza, tanto più che vedevo tutti gli scherni che mai sarebbero stati fatti, tutte le ingiurie e le molte insolenze che<br />
avrei ricevuto. Rivolto al Padre lo supplicai <strong>di</strong> nuovo del suo aiuto. L’amore infinito che stava nel mio Cuore, mi fece abbracciare<br />
tutto con amore, rassegnazione e prontezza grande, e mi offri al <strong>di</strong>vin Padre, pronto a soffrire tutto. Vi<strong>di</strong> allora tutti coloro che<br />
avrebbero auto grande ripugnanza <strong>di</strong> dover soffrire le ingiurie e gli scherni, <strong>di</strong> dover comparire in pubblico, ed essere ritenuti<br />
persone indegne e cattive, <strong>di</strong> essere pubblicamente infamati, scherniti e vilipesi, essendo per altro la loro <strong>vita</strong> innocente. Di<br />
questi ebbi grande compassione. Rivolto al Padre lo pregai del suo potente aiuto e della sua grazia speciale per essi, onde con<br />
generosità, soffrano tutto per amor suo; e ad imitazione mia, portino pubblicamente questa grande croce. Vi<strong>di</strong> che il Padre non<br />
avrebbe mancato <strong>di</strong> fare quello <strong>di</strong> cui lo supplicai, e che essi si sarebbero prevalsi dei lumi e della grazia, e con generosità<br />
avrebbero sofferto tutto, portando pubblicamente la croce e sopportando ogni ingiuria ed ignominia con grande coraggio. Ne<br />
resi grazie al <strong>di</strong>vin Padre, ed essi furono da me rimirati con grande amore, come miei cari fratelli, seguaci, ed imitatori. Vi<strong>di</strong><br />
anche coloro che non avrebbero voluto mai soffrire cosa alcuna, che sarebbero stati pieni <strong>di</strong> amor proprio, esigendo da ognuno<br />
un rispetto grande, amando il decoro della propria persona, non volendo soffrire alcuna ingiuria, o sinistra opinione del popolo,<br />
vergognandosi <strong>di</strong> portare la croce in pubblico, o <strong>di</strong> essere tenuti in poca stima dalla gente mondana. Di questi intesi grande<br />
amarezza, perché sarebbero andati tanto lontani d ai miei insegnamenti, e non avrebbero mai fissato gli sguar<strong>di</strong> su ciò che io,<br />
per loro esempio, soffrii. Perciò supplicai il <strong>di</strong>vin Padre <strong>di</strong> illuminarli, facendo loro conoscere l’errore in cui si trovano, quando<br />
per coprire la loro ripugnanza, trovano variai pretesti, sotto figura <strong>di</strong> bene. Vi<strong>di</strong> che il Padre avrebbe dato loro il detto lume, che<br />
alcuni si sarebbero ravveduti, ed avrebbero posto sotto i pie<strong>di</strong> ogni rispetto umano ed ogni vana stima <strong>di</strong> se stessi, portando<br />
pubblicamente la croce, abbracciando l’ignominia ed ogni altro obbrobrio, che il mondo suol far soffrire ai miei seguaci. Per essi<br />
resi grazie al Padre, supplicandolo <strong>di</strong> continuare con i suoi lumi <strong>di</strong>vini e con l’assistenza della sua <strong>di</strong>vina grazia. Intesi però una<br />
grande amarezza nel vedere la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quelli che <strong>di</strong> tutto si sarebbero abusati, e sarebbero andati tanto lontani dai miei<br />
esempi, vergognandosi <strong>di</strong> portare la croce in mia compagnia, e <strong>di</strong> essere vilipesi e scherniti dal mondo ingannatore.<br />
Mentre camminavo con la mia croce, mi offrivo al Padre, ad ogni passo, soffrendo tutto per amore. Perciò lo pregavo <strong>di</strong> voler<br />
dare ai miei fratelli e seguaci un tale sentimento, cioè <strong>di</strong> soffrire con amore e per amore, e <strong>di</strong> tener lontano da essi ogni ombra <strong>di</strong><br />
vanità e <strong>di</strong> ambizione, <strong>di</strong> essere stimati dagli uomini per gente buona e virtuosa. Feci molte volte questa richiesta al <strong>di</strong>vin Padre,<br />
perché vedevo che questa passione avrebbe tenuto ingannati molti, e fatto perdere ad essi tutto il merito dell’opera buona e dei