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vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...

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che si sarebbero abusati del lume e della grazia, che il Padre avrebbe loro compartito con tanto amore, e che mi avrebbero<br />

voltato le spalle, riconoscendo altri per loro Re e Signore. Fu molto grande la pena che questi fecero soffrire al mio Cuore.<br />

È CONDOTTO A PILATO –<br />

Avendo i perfi<strong>di</strong>, terminato <strong>di</strong> fare quegli atti <strong>di</strong> scherno, si risolvettero <strong>di</strong> condurmi alla presenza del Presidente Pilato, perché<br />

mi avesse veduto in tale figura, ed anche lui mi avesse schernito in loro compagnia. Volevano anche fargli vedere la vile stima<br />

che facevano della mia persona; ed in quale basso concetto mi tenevano. Perciò mi or<strong>di</strong>narono <strong>di</strong> alzarmi. Tiratomi per le funi<br />

con cui stavo legato, a forza <strong>di</strong> percosse, ingiurie, gri<strong>di</strong> e fischiate, mi condussero alla presenza <strong>di</strong> Pilato.<br />

Quando Pilato mi vide in sì deplorabile stato, si turbò e restò ammirato della loro fierezza e crudeltà, ma non li riprese, <strong>di</strong>cendo<br />

dentro <strong>di</strong> sé: Costoro hanno sfogato abbastanza la loro rabbia e furore, e, senza dubbio, lo lasceranno andare, ed io sarò libero<br />

dal condannarlo.<br />

INTERROGATORIO -­‐ SILENZIO DI GESÙ –<br />

Mi fece Pilato altre interrogazioni circa le colpe che mi attribuivano. Io non risposi, perché gli avevo parlato prima, egli aveva,<br />

con poche parole, fatto conoscere la mia innocenza.<br />

Gli avevo impetrato anche il lume dal Padre, onde conoscesse la <strong>di</strong>gnità della mia persona e la verità della mia dottrina, in modo<br />

che se avesse corrisposto, non solo non mi avrebbe condannato ai flagelli ed alla morte, ma si sarebbe anche lui convertito. Ma<br />

Pilato sprezzò i lumi <strong>di</strong>vini, facendosi vincere dal timore e dal rispetto umano.<br />

Vedendomi Pilato in tale figura, risolvè <strong>di</strong> condurmi sopra una loggia, dei dove si vedeva tutto il popolo che stava ad aspettarmi,<br />

con molti Scribi e Farisei. Tutti, con impazienza e coni rabbia stavano ad aspettare che Pilato mi condannasse alla morte <strong>di</strong> croce,<br />

perché i Farisei andavano aizzando la turba, con le loro persuasioni, affinché avesse gridato, strepitato, e domandato a Pilato,<br />

che mi facesse morire. E se non l’avesse voluto fare, l’avessero asse<strong>di</strong>ato e costretto a farlo per forza. Perciò si affaticavano<br />

molto i perfi<strong>di</strong> Farisei, girando e rigirando intorno alla turba ebrea, promettendo a tutti il loro favore, la loro grazia e protezione.<br />

Avevano già dato or<strong>di</strong>ne che si portasse la croce, che tenevano in <strong>di</strong>sparte. Tenevano in or<strong>di</strong>ne anche le cose necessarie per<br />

crocifiggermi, facendo tutto con grande cautela e sollecitu<strong>di</strong>ne. Io vedevo tutto, e ne sentivo grande amarezza. Nelle persone<br />

degli ebrei, vedevo coloro che si sarebbero lasciati sedurre dalla gente maligna e perversa; e nelle persone degli Scribi e dei<br />

Farisei vedevo tutti quelli che pongono il loro stu<strong>di</strong>o e la loro sollecitu<strong>di</strong>ne nel tirare la gente al male. Vedevo quanto sono tutti<br />

solleciti per le cose temporali, mentre per la salute delle loro anime non spendono neppure un pensiero. Di tutto sentivo grande<br />

amarezza e dolore, Rivolto al <strong>di</strong>vin Padre lo pregavo <strong>di</strong> dare a tutti lume da conoscere il loro errore, e la grazia da emendarsi. E<br />

vi<strong>di</strong> che il Padre non avrebbe mancato <strong>di</strong> farlo e che alcuni se ne sarebbero approfittati. Di ciò resi grazie al Padre. Intesi però<br />

dell’amarezza nel vedere la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quelli che avrebbero abusato della grazia, e <strong>di</strong>sprezzato i lumi <strong>di</strong>vini. Per questi intesi<br />

grande amarezza.<br />

GESÙ ABBANDONATO DA TUTTI –<br />

Sentivo poi che per tutta la città <strong>di</strong> Gerusalemme si sparlava molto <strong>di</strong> me. Essendosi <strong>di</strong>vulgato dappertutto, che io ero fatto<br />

prigioniero, e dal Pontefice Caifa condannato e <strong>di</strong>chiarato reo <strong>di</strong> morte, ognuno <strong>di</strong>ceva, che veramente ero quello <strong>di</strong> cui i Farisei<br />

avevano sempre pre<strong>di</strong>cato, cioè: uno stregone, uno che aveva commercio col demonio, e che per opera del demonio aveva fatto<br />

tutti i miracoli. Molti ringraziavano Dio, che avesse permesso che fossi stato scoperto e preso dalla giustizia, per farmi morire.<br />

Tutti quelli che erano stati sanati da me, si reputavano <strong>di</strong>sgraziati, perché avevano ricevuto la salute per mezzo mio. Tutti contro<br />

<strong>di</strong> me, mi ingiuriavano e male<strong>di</strong>cevano.<br />

Il mio Cuore era ferito da acuto dolore, per sentir tutto ciò che ora ho detto. Molto dolore sentivo per le offese del <strong>di</strong>vin Padre,<br />

al quale offrivo il mio dolore in sconto delle offese sì gravi che riceveva.<br />

Alcuni pochi stavano forti nella fede, credendo alla mia dottrina ed alla santità della mia persona. Ma questi stavano ritirati per<br />

timore molto confusi. Per essi io non mancavo <strong>di</strong> pregare il Padre, onde avesse dato loro fortezza, e li avesse tenuti sal<strong>di</strong> nella<br />

fede. Difatti il Padre non mancava <strong>di</strong> assisterli con la sua grazia. Così in tempo <strong>di</strong> tanta tribolazione, venivano confortati, e si<br />

ricordavano <strong>di</strong> quanto loro avevo detto, cioè, che sarei morto, e il terzo giorno sarei risuscitato. E così, anche con questa<br />

speranza, si andavano consolando.<br />

GESÙ E LA MADRE SUA –

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