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vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...

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scontiamo i nostri misfatti, perciò, ben ci sta questo castigo. Ma quest’uomo, che tanto patisce, che male ha fatto, essendo<br />

innocente? Pur ve<strong>di</strong> con quale pazienza soffre tante pene! (1).<br />

A queste parole, il ladro che stava alla sinistra, invece <strong>di</strong> rientrare in sé, incominciò ad infuriare <strong>di</strong> più, ed a maltrattare il<br />

compagno. Ed il ladro, che stava alla destra e mi aveva confessato innocente, ricevette un nuovo lume, e mi conobbe per vero<br />

Figlio <strong>di</strong> Dio. Fissati <strong>di</strong> nuovo in me gli sguar<strong>di</strong>, si pose a contemplarmi, e nello stesso tempo il suo cuore fu ferito da un grande<br />

dolore, sia per i suoi misfatti, come per le mie pene. Nel rimirarmi e contemplarmi attentamente, riconobbe in me la mia<br />

<strong>di</strong>vinità, cioè, conobbe chiaramente esser io il Figliuolo <strong>di</strong> Dio; e lo credette fermamente.<br />

LA PRIMA PAROLA –<br />

Mentre tutto ciò si andava operando nell’interno del ladro ché stava alla mia destra, e il popolo mi insultava e bestemmiavo,<br />

facendo tutti a gara a chi più mi potesse schernire ed ingiuriare, specialmente gli Scribi ed i Farisei che si trovavano presenti e<br />

vomitavano contro <strong>di</strong> me bestemmie ed ingiurie esecrande, vedevo il Padre irato contro <strong>di</strong> loro, ed io lo supplicai ad alta voce,<br />

<strong>di</strong>cendogli: Padre mio, perdonate loro, perché non sanno ciò che si fanno (2). Questa fu la prima parola che <strong>di</strong>ssi, stando in<br />

croce, cioè: pregai il Padre <strong>di</strong> perdonare ai miei nemici, che tanto mi oltraggiavano; e li scusai col <strong>di</strong>re, che non sapevano ciò che<br />

facessero.<br />

Quantunque avessi pregato continuamente il Padre per essi, volli però infine farlo pubblicamente, ad alta<br />

voce, perché ognuno mi u<strong>di</strong>sse; e per lasciare l’esempio a tutti i miei seguaci, come devono comportarsi con chi li perseguita e li<br />

offende. Nello stesso tempo supplicai il <strong>di</strong>vin Padre <strong>di</strong> volersi degnare <strong>di</strong> dare a tutti i miei fratelli lume e grazia <strong>di</strong> potermi<br />

imitare.<br />

Si placò il Padre e si mostrò pronto al perdono, come anche a dare a tutti la grazia ed il lume da me richiesto. Vi<strong>di</strong> allora tutti<br />

coloro che si sarebbero approfittati del detto lume e della grazia, e <strong>di</strong> essi resi grazie al Padre. Vi<strong>di</strong> però, con mia grande<br />

amarezza, quanti se ne sarebbero abusati, e avrebbero domandato castigo e vendetta invece <strong>di</strong> perdono, ed avrebbero accusato<br />

e non scusato i loro nemici. Perciò, rivolto <strong>di</strong> nuovo al <strong>di</strong>vin Padre, lo supplicai <strong>di</strong> dare a questi maggior lume e grazia. E vi<strong>di</strong>, che<br />

il Padre l’avrebbe fatto, e che alcuni si sarebbero ravveduti, e mi avrebbero imitato, pregando per i loro nemici e scusandoli. Di<br />

ciò resi grazie al Padre, supplicandolo <strong>di</strong> essere anche lui liberale nel perdonar loro le offese ricevute. E vi<strong>di</strong>, che il Padre<br />

l’avrebbe fatto, ed anche <strong>di</strong> ciò lo ringraziai. Intesi però una più grande amarezza e dolore, nel vedere la moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> coloro,<br />

che anche <strong>di</strong> questa nuova grazia si sarebbero abusati ed avrebbero sempre conservato sdegno e rancore verso chi una volta li<br />

aveva offesi, ed avrebbero sempre domandato al Padre castigo e vendetta contro gli offensori. Intesi maggiore amarezza nel<br />

vedere che essi non avrebbero ottenuto dal Padre il perdono delle proprie colpe, e che sarebbe caduto sopra <strong>di</strong> loro il castigo,<br />

che, con tanta ostinazione e perversità, bramavano cadesse sopra chi li offese. Del che restò il mio Cuore molto amareggiato.<br />

Avendo inteso i Farisei, gli Scribi ed il popolo che stavano oltraggiandomi, la parola che io <strong>di</strong>ssi al <strong>di</strong>vin Padre in loro favore,<br />

presero a insultarmi e schernirmi maggiormente, gridando: Come? tu, infame, bugiardo, <strong>di</strong>ci che non sappiamo ciò che facciamo,<br />

mentre sai molto bene, che ti conosciamo chiaramente per uno stregone, seduttore, malfattore ? Chie<strong>di</strong> il perdono per te, che<br />

tanto male hai fatto, non per noi, che operiamo con giustizia, dandoti il castigo meritato!<br />

A queste parole, dette con tanta sfacciataggine ed impertinenza, veniva ferito il mio Cuore da un aspro dolore, mentre il <strong>di</strong>vin<br />

Padre si a<strong>di</strong>rava molto contro <strong>di</strong> loro per le gravi offese che riceveva nella persona mia. Ed io <strong>di</strong> nuovo lo supplicavo del perdono<br />

per tutti i perversi, per tutti quelli che sarebbero vissuti male, e che ogni cosa avrebbero presa in male, cioè: che <strong>di</strong> tutte le<br />

grazie, da me loro meritate, si sarebbero serviti per maggiormente offendere il <strong>di</strong>vin Padre.<br />

Intese le mie parole la mia <strong>di</strong>letta Madre, ed anche lei mi accompagnò nella supplica. Ogni volta che proferivo le parole, parlavo<br />

al <strong>di</strong> lei cuore <strong>di</strong>cendole: Imitatemi, cara Madre, ed anche voi supplicate il <strong>di</strong>vin Padre nel modo che viene supplicato da me. E la<br />

Madre in tutto si mostrava fedelissima compagna.<br />

LA SECONDA PAROLA –<br />

Intese le suddette parole il ladro che stava alla mia destra, e già nel suo interno, convertito ed illuminato, sentendo che io<br />

supplicavo il Padre che perdonasse a quelli che mi oltraggiavano, si riempì <strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> speranza, e <strong>di</strong>sse fra <strong>di</strong> sé: Se con tanta

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