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vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...

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stati miei seguaci solo <strong>di</strong> nome, ma non <strong>di</strong> fatto, perché non avrebbero voluto mai soffrire cosa alcuna <strong>di</strong> penoso, ma sempre<br />

sarebbero andati in cerca <strong>di</strong> delizie e <strong>di</strong> como<strong>di</strong>. Perciò pregai il Padre <strong>di</strong> illuminarli, e far loro conoscere l’errore in cui si trovano,<br />

stando tanto lontani dai miei insegnamenti. E vi<strong>di</strong> che il Padre avrebbe dato loro il detto lume, ma che pochi se ne sarebbero<br />

approfittati, volendo <strong>di</strong> più godere su questa misera terra, non curandosi <strong>di</strong> andare a godere i beni eterni, ai quali si arriva con<br />

1’imitarmi nel patire e col negare a se stessi le sod<strong>di</strong>sfazioni, che, apportando consolazione al corpo, danno detrimento<br />

all’anima.<br />

PENOSA AGONIA –<br />

Avendo rivolto tali suppliche al Padre, ed ottenute molte grazie per tutti i miei fratelli, si avvicinava la mia morte, ed io soffrivo<br />

una penosa agonia con smanie e sfinimenti mortali, aggravati da dolori corporali e molto più da dolori interni. Sentivo <strong>di</strong> andare<br />

mancando, abbattuta affatto la mia umanità. Non fu la mia tormentosa e penosa agonia come quella dei moribon<strong>di</strong>, che, stor<strong>di</strong>ti<br />

per la gravezza del male, non sentono tanto i dolori corporali. Io intesi tutti gli spasimi finché spirai, stando il mio spirito sempre<br />

in un tenore. Oh, quanto furono gran<strong>di</strong>, sposa mia, le mie pene ed i miei tormenti! Quanti gli spasimi ed i dolori! Tutto offrivo al<br />

<strong>di</strong>vin Padre in sconto delle offese che riceveva ed avrebbe ricevuto dal genere umano. Supplicavo il <strong>di</strong>vin Padre, ora che stavo<br />

per esalare lo spirito, <strong>di</strong> volersi degnare <strong>di</strong> riceverlo nelle sue mani, alle quali lo raccomandai.<br />

LA SESTA PAROLA –<br />

Ed alzata la voce <strong>di</strong>ssi: Padre mio, nelle vostre mani raccomando lo spirito mio (1). Nello stesso tempo gli raccomandai lo spirito<br />

<strong>di</strong> tutti i miei fratelli, come cosa mia. In quest’ultimo della mia penosa agonia, chiamai il <strong>di</strong>vin Padre col nome <strong>di</strong> Padre mio,<br />

affinché mi rimirasse con paterno amore, e nella persona mia avesse rimirato anche tutti i miei fratelli, che gli raccomandai con<br />

speciale amore, <strong>di</strong>cendogli Padre mio, rimirate me, vostra unico e <strong>di</strong>letto Figlio, e nella persona mia, rimirate, vi prego, tutti i<br />

miei fratelli. Rimirateli con paterno amore, in virtù dei tormenti che ora sto soffrendo, e dei patimenti che ho sofferto tutto il<br />

tempo della mia <strong>vita</strong> mortale. E per questi patimenti, vi supplico <strong>di</strong> avere compassione <strong>di</strong> loro, e <strong>di</strong> ricevere nelle vostre mani il<br />

loro spirito, quale io ora ve lo consegno e raccomando. Il Padre si mostrò pronto a ricevere nelle sue mani il loro spirito, ogni<br />

qualvolta glielo conseguivo. Perciò feci la supplica ad alta voce: per insegnare ai miei fratelli che devono raccomandare e<br />

consegnare il loro spirito nelle mani del <strong>di</strong>vin Padre, perché egli è sempre pronto a riceverlo. E ciò non devono farlo solo in<br />

punto <strong>di</strong> morte, ma anche in <strong>vita</strong>, procurando <strong>di</strong> star sempre con lo spirito unito al Padre, come ne lasciai loro l’esempio.<br />

Manifestai ad essi più volte, che io facevo sempre tutto quello che era gra<strong>di</strong>to al <strong>di</strong>vin Padre, onde anche essi operino sempre<br />

ciò che è <strong>di</strong> gusto del Padre, se vogliono che egli riceva nelle sue mani il loro spirito. Ma vedendo che molti miei fratelli, per<br />

essere vissuti sempre lontano dal <strong>di</strong>vin Padre, ed avendo seguito il mondo, il demonio e la carne, loro capitali nemici, non<br />

sarebbero stati ricevuti nelle mani del Padre, ma del nemico infernale, al quale sempre obbe<strong>di</strong>scono, ne restai, oh quanto!<br />

amareggiato e trafitto dal dolore. Nel vedere che una cosa sì nobile, qual è lo spirito dell’uomo, l’anima ragionevole, dovesse<br />

essere preda dei nemici infernali, e sottrarsi a quel Dio, che l’ha creata per tanta sua gloria, le mie pene crebbero al sommo! Così<br />

nell’ultimo della mia agonia, stavo soffrendo asprissimi dolori nel mio interno, e spasimi in<strong>di</strong>cibili nella mia umanità.<br />

LA SETTIMA PAROLA –<br />

In questo penoso stato <strong>di</strong>e<strong>di</strong> un’occhiata a tutta la mia <strong>vita</strong> passata, e vi<strong>di</strong> che si erano adempiute puntualmente le Scritture,<br />

cioè tutto ciò che <strong>di</strong> me era stato scritto e profetizzato: avevo adempiuto fedelmente la volontà del Padre da cui ero stato<br />

mandato, avevo sparso tutto il mio sangue e sofferto tutti i patimenti, il mio corpo era ridotto all’ultimo della <strong>vita</strong>, esausto e<br />

consumato, avevo già ottenuto dal Padre tutte le grazie necessarie per la salute <strong>di</strong> tutti i miei fratelli, e si era compita l’opera<br />

dell’umana redenzione, rimanendomi solo da spirare e mandar fuori lo spirito, per cui <strong>di</strong>ssi: Tutto è consumato (1)<br />

in<strong>vita</strong>ndo con queste parole la morte, acciò si avvicinasse e separasse l’anima dal corpo. Nel <strong>di</strong>re queste parole, ebbi un vivo<br />

desiderio che anche tutti i miei fratelli le avessero potute <strong>di</strong>re nell’ultimo momento della loro <strong>vita</strong>, cioè: che ognuno <strong>di</strong> loro<br />

avesse adempita la volontà del Padre, operando come li obbliga il loro stato. E nel vedere che molti avrebbero operato<br />

contrariamente, ne intesi grande amarezza. Sicché sino all’ultimo respiro della mia <strong>vita</strong>, fui amareggiato e addolorato senza<br />

alcun conforto.

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