vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...
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confusione nell’essere spagliato dai perfi<strong>di</strong> manigol<strong>di</strong>, e nell’essere maneggiato dalle loro sacrileghe mani. Perciò ti ammonisco a<br />
star bene attenta nel tenere l’anima lontana da ogni macchia d’impurità, benché minima. Perciò custo<strong>di</strong>sci con gelosia la purità,<br />
che a me con voto hai consacrata: e fuggi tutte le occasioni che possono far patire qualche detrimento a sì nobil fiore. Sta<br />
attenta, perché ci vuol molto poco ad illangui<strong>di</strong>rlo. E sappi che io nelle mie spose ricerco una grande cautela e <strong>di</strong>ligenza nel<br />
custo<strong>di</strong>rlo; molto mi <strong>di</strong>spiacciono le trascuratezze nel campo delicato <strong>di</strong> questa virtù. Custo<strong>di</strong>sci infine l’anima tua e si <strong>di</strong>ligente<br />
nel tenerla monda da ogni colpa, acciò ricevendomi sacramentato, io senta gusto e piacere dal contatto e non <strong>di</strong>sgusto ed<br />
amarezza.<br />
Come, inalberata la croce, il Figliuolo <strong>di</strong> Dio crocifisso fu posto a vista <strong>di</strong> tutto il popolo. Di ciò che Egli operò nel suo interno<br />
finché cominciò a parlare dalla croce.<br />
SULL’ALTARE DELLA CROCE –<br />
Essendo inchiodato sulla croce, incominciarono i manigol<strong>di</strong> ed i soldati a trattare <strong>di</strong> alzare la croce, e metterla in alto, acciò tutto<br />
il popolo mi vedesse, ed ognuno potesse saziare la sete, che aveva contro <strong>di</strong> me, <strong>di</strong> schernirmi e <strong>di</strong> ingiuriarmi. Difatti, tutti<br />
stavano ad aspettare con impazienza, perché non tutti mi potevano ancora vedere per la calca della gente. Avevano preparata<br />
sulla cima del monte una fossa, aggiustata con pietre, per mettervi dentro il piede della croce; e fecero in modo, che io stessi<br />
assai più in alto degli altri due crocifissi. Seppe molto bene la loro astuzia ed arte trovare il modo che io stessi in alto più degli<br />
altri, perché tutti mi vedessero e si burlassero <strong>di</strong> me. Ma ciò non fu senza mistero del <strong>di</strong>vin Padre, come u<strong>di</strong>rai.<br />
Mentre stavano trattando del modo <strong>di</strong> inalberare la croce, ed ognuno era pronto per aiutare, io me ne stavo inchiodato sulla<br />
croce in terra, con il volto e tutto il corpo rivolto al cielo, soffrendo un asprissimo tormento. Allora mi offri al <strong>di</strong>vin Padre,<br />
<strong>di</strong>cendogli: Rimirate, o mio <strong>di</strong>vin Padre, il vostro Unigenito, il quale ora viene sacrificato per l’umana redenzione. Ecco, che prima<br />
<strong>di</strong> essere posto alla vista <strong>di</strong> tutta Gerusalemme e del mondo intero, sono posto alla vista <strong>di</strong> voi, Padre amantissimo, e <strong>di</strong> tutta la<br />
corte celeste! Vedete, come sono gran<strong>di</strong> i miei dolori, come dolorose le mie piaghe! Ora questi e queste offro a voi, a nome <strong>di</strong><br />
tutti i miei fratelli, per sod<strong>di</strong>sfare la <strong>di</strong>vina giustizia per i loro debiti. Sono molti, è vero; mia mirate quanto più grande è il prezzo<br />
che io vi offro per sod<strong>di</strong>sfarvi! Sono gravi, è vero; ma mirate come gravissimi sono anche i miei dolori; e se più sod<strong>di</strong>sfazione<br />
bramate da me, sono pronto a darvela. Si placò il Padre, ma <strong>di</strong>chiarò che voleva più sod<strong>di</strong>sfazione. Ed io mi offri pronto a<br />
dargliela, ed a stare in croce, quanto a Lui fosse piaciuto: perché l’amore che ardeva nel mio Cuore, era infinito, né si saziava mai<br />
<strong>di</strong> patire, per sod<strong>di</strong>sfare la <strong>di</strong>vina giustizia e per salvare il genere umano.<br />
IL CIELO LA TERRA L’INFERNO –<br />
Tutti gli angeli, che furono spettatori <strong>di</strong> sì funesta trage<strong>di</strong>a, si riempirono d’ammirazione. Il sole cominciò ad oscurarsi e ad<br />
eclissarsi. Le altre creature insensate si risentirono, dopo che fu inalberata la croce. I demoni si arrabbiavano, fremevano, ed<br />
ancora non arrivavano a capire, se io veramente fossi il Messia. Stupiti <strong>di</strong> tanta sofferenza, <strong>di</strong> tanta fortezza, <strong>di</strong> tanta virtù,<br />
andavano come perduti, non potendo capire sì grande portento; ed andavano sempre più attizzando i manigol<strong>di</strong> a straziarmi ed<br />
oltraggiarmi con bestemmie e scherni, in modo che in quel luogo non si u<strong>di</strong>vano, che bestemmie orrende, male<strong>di</strong>zioni, ingiurie,<br />
villanie, fischiate e strida.<br />
IL DOLORE E LA COMPASSIONE DI MARIA –<br />
La mia <strong>di</strong>letta Madre, che u<strong>di</strong>va tutto, non potendosi appressare alla croce per la grande calca, stava in un aspro tormento.<br />
Anche lei era inchiodata. alla mia croce, mentre io, che ero il suo cuore, ero crocifisso. Ed oh, con quanti mo<strong>di</strong> mi andava<br />
compatendo, e come si liquefaceva l’anima sua <strong>di</strong> un dolore amoroso e <strong>di</strong> un amore doloroso! Altre parole la sua bocca non<br />
proferiva che queste: O Gesù, mio Figlio! o Figlio mio, Gesù, chi mi concede che io possa morire per te e con te ? Con il cuore<br />
però molto mi parlava, ed ora tutta amorosa, ora tutta addolorata, mi andava spiegando quanto mi amava, e quanto mi<br />
compativa. Erano però queste sue voci <strong>di</strong> un grande martirio al mio Cuore,perché essendo da me molto amata, anzi il più caro<br />
oggetto del mio amore, dopo il <strong>di</strong>vin Padre, era anche da me compatita, e molto mi amareggiavano i suoi dolori. Anch’io parlavo<br />
al <strong>di</strong> lei cuore, e le narravo che le sue pene accrescevano a me il dolore. Ed anche per questo motivo pativa <strong>di</strong> più la <strong>di</strong>letta