vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...
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consoliate nella loro ultima agonia e nella penosa morte. Perciò ora abbraccio volentieri tutte le pene che la morte fa soffrire agli<br />
uomini, onde in virtù <strong>di</strong> queste mele pene, venga ad essi raddolcita la grande pena della morte. Vi offro, o mio <strong>di</strong>vin Padre,<br />
questa mia rassegnazione alla morte ed alle pene che con essa vanno accompagnate. Ed in virtù <strong>di</strong> questa mia rassegnazione, vi<br />
domando una totale rassegnazione per tutti i miei fratelli, acciò tutti si rassegnino ed abbraccino volentieri la morte,<br />
rimettendosi ai vostri <strong>di</strong>vini decreti, ricevendola in pena delle loro colpe; e soffrano con pazienza tutto ciò che <strong>di</strong> penoso ha con<br />
sé la stessa morte. Promettetemi, dunque, o mio <strong>di</strong>vin Padre, <strong>di</strong> dare a tutti questa grazia, che ora vi domando, in virtù <strong>di</strong> tutte le<br />
pene che ora sito soffrendo, e della morte stessa, che volentieri accetto, per obbe<strong>di</strong>re a voi, mio <strong>di</strong>vin Padre. Tutto mi promise il<br />
<strong>di</strong>vin Padre; vi<strong>di</strong> che l’avrebbe eseguito fedelmente, e <strong>di</strong> tutto lo ringraziai. Intesi però una grande amarezza, nel vedere la<br />
moltitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> quelli che avrebbero abusato della detta grazia, perché avrebbero dato orecchio alle cattive persuasioni del<br />
demonio, che, in quest’ultimo momento, fa tutti i suoi sforzi contro le anime moribonde. Rivolto al <strong>di</strong>vin Padre lo pregai <strong>di</strong><br />
volersi degnare <strong>di</strong> abbattere la bestia infernale, affinché non prevalga contro le anime da me redente, e che in virtù della mia<br />
passione e morte, perdesse tutte le forze. E vi<strong>di</strong>, che il Padre l’avrebbe fatto, e coloro che fossero stati devoti della mia passione,<br />
si sarebbero serviti, in quell’ultimo conflitto, <strong>di</strong> arma sì possente, contro il fiero nemico, con l’offrire al Padre le mie pene ed i<br />
miei meriti; in tal modo il Padre avrebbe dato loro forze ed aiuto, debilitando le forze degli spiriti infernali. Di tutto resi grazie al<br />
<strong>di</strong>vin Padre. Intesi però una grande amarezza nel vedere che molti si sarebbero lasciati vincere dalle tentazioni e persuasioni del<br />
nemico infernale, perché abituati in <strong>vita</strong> a non fargli resistenza, e ad eseguire tutto ciò che il nemico loro suggerisce, vivendo del<br />
tutto scordati della mia passione.<br />
SI SPOGLIA DEI SUOI MERITI –<br />
Mi spogliai poi affatto <strong>di</strong> tutti i miei meriti, donandoli ai miei fratelli, <strong>di</strong>cendo al Padre: Padre mio, ecco che ora, prima <strong>di</strong> spirare,<br />
fo un dono irrevocabile <strong>di</strong> tutti i meriti della mia <strong>vita</strong>, passione e morte, ai miei fratelli, affinché questi se ne prevalgano, in tutti i<br />
loro bisogni. Mirate, o <strong>di</strong>vin Padre, il ricco tesoro che ora questi possiedono, e concedete loro tutte le grazie che vi<br />
domanderanno in nome mio e per i miei meriti <strong>di</strong>venuti loro. Il tesoro è infinito; perciò potrete essere sod<strong>di</strong>sfatto appieno, tanto<br />
quando ve li offriranno in sconto delle loro colpe, come quando ve li offriranno per impetrare le grazie necessarie alla loro<br />
eterna salute. Voi, Padre mio, siete contento che io abbia fatto ad essi questo dono: resta ora che voi mi promettiate <strong>di</strong> dar loro<br />
tutto ciò che essi vi domanderanno per i miei meriti, già <strong>di</strong>venuti loro, per il dono totale che io ora faccio ad essi. Ed il Padre mi<br />
promise tutto ciò <strong>di</strong> cui lo pregavo, ed io lo ringraziai, e gli resi grazie a nome d i tutti i miei fratelli.<br />
LA CORREDENTRICE E LA MADRE –<br />
La mia <strong>di</strong>letta Madre, che penetrava ciò che stavo operando con il <strong>di</strong>vin Padre a pro del genere umano, mi accompagnava nelle<br />
domande, offrendo anche Lei i suoi dolori ed i suoi meriti al <strong>di</strong>vin Padre. Rivolta a me col pensiero, mi ringraziò a nome <strong>di</strong> tutti i<br />
miei fratelli, facendo per essi l’ufficio <strong>di</strong> amorosa Madre, perché vedeva, che allora non vi era chi fra loro mi riconoscesse e<br />
ringraziasse dei sì gran dono. Supplì per tutti i suoi figli, ed io rimasi appagato del ringraziamento e della gratitu<strong>di</strong>ne della <strong>di</strong>letta<br />
Madre, come se tutti i miei fratelli me ne avessero allora ringraziato e se ne fossero mostrati riconoscenti, restando anche il<br />
Padre sod<strong>di</strong>sfatto per l’ufficio che la <strong>di</strong>letta Madre faceva a nome <strong>di</strong> tutto il genere umano.<br />
RINGRAZIA L’UMANITÀ SUA –<br />
Mentre stavo operando tutto ciò col <strong>di</strong>vin Padre, la mia umanità si ricoprì <strong>di</strong> pallore: gli occhi si incavarono, si affilò il naso, si<br />
rilasciarono tutte le mie membra, ed io sentivo le pene <strong>di</strong> morte. Prima <strong>di</strong> spirare ringraziai la mia umanità che sì fedelmente era<br />
stata compagna allo spirito: <strong>di</strong> quanto aveva patito con tanta allegrezza, <strong>di</strong> tutte le ignominie e le persecuzioni sofferte, della<br />
fame e della sete che tante volte aveva patito; dei lunghi viaggi fatti nella pre<strong>di</strong>cazione, dell’essere stata tante volte afflitta dal<br />
caldo e dal freddo e da tutte le intemperie dell’aria, delle molte fatiche sostenute nel pre<strong>di</strong>care; <strong>di</strong> tutti gli strapazzi, ingiurie,<br />
calunnie, falsità ricevute dagli Scribi e dai Farisei e da tutto il popolo ebreo; della penosa agonia e sudore <strong>di</strong> sangue sofferto<br />
nell’orto del Gethsemani; del tra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> Giuda e <strong>di</strong> tutte le percosse ricevute nella cattura; dell’esser lasciata sola,<br />
abbandonata da tutti, anche dai <strong>di</strong>scepoli; delle ingiurie, battiture e scherni ricevuti nei tribunali; dei flagelli e delle spine con cui<br />
era stata tanto tormentata; della nu<strong>di</strong>tà sofferta, dell’ingiusta sentenza, essendo stata condannata come rea; del grave peso<br />
della croce, portata con tanto amore, del fiele gustato, dell’essere stata denudata ed inchiodata sulla croce, e <strong>di</strong> tutte le ingiurie<br />
ed improperi che aveva ricevuto; dell’esser stata sempre con tanta uniformità soggetta ai <strong>di</strong>vini coman<strong>di</strong>. Di tutto la ringraziai,