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vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...

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Vedevo tutti i miei apostoli <strong>di</strong>spersi ed afflitti in amaro pianto, ripieni <strong>di</strong> timore e <strong>di</strong> tristezza; e pregavo il <strong>di</strong>vin Padre ad<br />

assisterli, consolarli e fortificarli nella fede. Il Padre non mancava <strong>di</strong> farlo, quantunque se ne rendessero indegni, per avermi<br />

abbandonato in tempo <strong>di</strong> tanto travaglio.<br />

Vedevo la mia <strong>di</strong>letta Madre, la quale sentiva nel suo cuore tutte le mie pene e i miei dolori. Ed oh, quanto mi tormentava il<br />

vederla in tanto strazio! Era per me un grande martirio il vedere martirizzata per mio amore, quella purissima ed innocente<br />

colomba.<br />

Spesso parlavo al <strong>di</strong> lei cuore e l’animavo al patire, e pregavo il <strong>di</strong>vin Padre a confortarla; Egli lo faceva con paterno amore.<br />

Dicevo poi alla <strong>di</strong>letta Madre che mi accompagnasse nelle offerte e nelle domande, che rivolgevo al mio <strong>di</strong>vin Padre. E Lei non<br />

mancava punto <strong>di</strong> eseguire quanto da me le era insinuato. Vedevo che il Padre si compiaceva molto delle sue offerte, perciò lo<br />

ringraziavo, unito con la medesima. Erano molti i sospiri <strong>di</strong> compassione, che mi inviava il suo cuore amante, e i desideri <strong>di</strong> più<br />

patire per mio amore. Spesso mi <strong>di</strong>ceva: O Gesù mio! amato Figlio! quanto sarei contenta se io sola soffrissi tutte le vostre pene,<br />

e voi, mia <strong>vita</strong>, foste esente da ogni dolore! Poi tutta uniformata alla volontà del Padre, chinando la testa, l’adorava e lodava<br />

nell’opera sua. Adorava i suoi decreti e le sue permissioni. Di ciò il Padre molto si compiaceva.<br />

ESORTAZIONE ALLA SUA SPOSA –<br />

Hai inteso, sposa mia, i molti e gravi tormenti che soffrii nell’essere flagellato alla colonna e coronato <strong>di</strong> spine. Hai inteso l’invito<br />

che facevo a tutti i miei fratelli, acciò mi venissero a contemplare, per vedere quanto patii per loro amore. Hai inteso che in<strong>vita</strong>i<br />

tutti a venire a riconoscermi per loro Re e Signore. Hai inteso gli scherni e gli strapazzi che soffrii. Perciò non ti sembrerà <strong>di</strong>fficile<br />

<strong>di</strong> imitarmi e soffrire con pazienza quanto ti sarà fatto <strong>di</strong> male dai prossimi tuoi, sia in fatti, sia in parole. Rallegrati quando ti ve<strong>di</strong><br />

schernita e <strong>di</strong>sprezzata, perché allora hai occasione <strong>di</strong> imitarmi in qualche cosa. Hai inteso la confusione ed il rossore che provai<br />

nell’essere spogliato, per la flagellazione. Anche in questo devi imitarmi, qualora tu senta qualche parola contro la purità: abbi<br />

confusione e rossore. Così si sollecita a cacciare da te anche i pensieri. Ricordati che la purità è un candore che ogni piccola cosa<br />

appanna e macchia. Vivi <strong>di</strong>staccata non solo da tutte le cose create, ma anche da tutte le cose appartenenti a me: spogliata<br />

affatto <strong>di</strong> tutto. Non vi sia cosa alcuna che tenga occupato il tuo cuore, acciò possa abitare in esso l’amare <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> me tuo<br />

Sposo. Mentre pativo alla colonna e nell’essere coronato <strong>di</strong> spine, in<strong>vita</strong>vo tutti i miei fratelli a venirmi a contemplare; ora invito<br />

te, come mia sposa, a venirmi a contemplare. Rimirami! osserva bene quel che patii, e sta’ attenta, perché come sposa fedele,<br />

devi in tutto e per tutto assomigliare a me. Quanto più sarai simile a me, tanto più mi sarai grata e sarai da me amata. Godo<br />

molto nel vedere le mie spose in qualche modo simili a me nelle pene, perché poi nella gloria saranno molto a me dappresso e<br />

possederanno una gloria sublime. Non tralasciare <strong>di</strong> imitarmi anche nelle offerte al <strong>di</strong>vin Padre, e <strong>di</strong> accompagnare coll’interno<br />

tutte le tue opere esterne. Avverti, che in questo ti voglio molto sollecita e <strong>di</strong>ligente. Ti stia a cuore inoltre, la conversione dei<br />

peccatori, non tralasciando mai <strong>di</strong> pregare per essi e <strong>di</strong> offrire al Padre mio la mia Passione, per la loro conversione. Si in tutto<br />

sollecita, fedele e amante sposa.<br />

Come il Figliuolo <strong>di</strong> Dio da Pilato fu mostrato al popolo. Viene posposto a Barabba. E condannato alla morte. Di ciò che operò nel<br />

suo interno sino a che ricevette la croce sulle spalle.<br />

GESÙ PRESENTATO AL POPOLO –<br />

Il presidente avendo determinato <strong>di</strong> farmi vedere al popolo nella figura compassionevole in cui mi avevano ridotto i miei nemici,<br />

affinché avesse pietà <strong>di</strong> me, come lui stesso l’aveva avuta nel rimirarmi, mi fece condurre sopra una loggia, dove potessi esser<br />

veduto da tutti. Vi intervenne anche lui, e con parole <strong>di</strong> compassione, levando la porpora dall’impiagato petto, <strong>di</strong>sse ad alta<br />

voce: Ecco l’uomo! volendo, con queste parole, far loro conoscere che non vi era in me più sembianza d’uomo, essendo tutto<br />

lacero e piagato, ridotto in uno stato che poco più avrei potuto vivere.<br />

A tali parole esclamarono, prima i Farisei, e poi con essi tutto il popolo: Levacelo davanti, e dà or<strong>di</strong>ni che sia crocifisso. A queste<br />

parole restò molto confuso il presidente; e non sapendo che modo trovare per liberarmi, senza perder la loro grazia, propose ad<br />

essi l’infame assassino e omicida Barabba. Lo paragonò con me, domandando, chi <strong>di</strong> noi due volevano che liberasse; perché<br />

nella solennità si liberava uno dalla morte. Il popolo, appena u<strong>di</strong>ta la proposta, incominciò a gridare ad alta voce: Viva Barabba, e<br />

muoia Gesù Nazzareno! Restò molto <strong>di</strong>sgustato il presidente per la pessima elezione, e tornò <strong>di</strong> nuovo a <strong>di</strong>r loro, con volto<br />

a<strong>di</strong>rato, cosa doveva fare <strong>di</strong> me, perché lui mi conosceva innocente. Allora incominciarono tutti ad alzar le grida, <strong>di</strong>cendo <strong>di</strong><br />

nuovo: Levacelo davanti e condannalo alla morte <strong>di</strong> croce. Crocifiggilo, perché è un malfattore! Allora Pilato, pensando <strong>di</strong><br />

metterli in reputazione, <strong>di</strong>sse loro: Ma volete che io faccia crocifiggere il vostro Re? Allora più che mai alzarono la voce, e

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