vita interna di gesù cristo - Parrocchia San Michele Arcangelo ...
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accresceva pena ed amarezza al mio Cuore <strong>di</strong>vino, che si trovava immerso in un mare amarissimo <strong>di</strong> affanni e <strong>di</strong> dolori, senza un<br />
minimo conforto. Mi dava motivo <strong>di</strong> consolazione il vedere, che sod<strong>di</strong>sfacevo in tutto e per tutto alla <strong>di</strong>vina giustizia, per i<br />
peccati <strong>di</strong> tutto il genere umano; ma il vedere che continuamente veniva irritata con nuove offese, mi era causa <strong>di</strong> più crudele<br />
amarezza.<br />
Molte furono de accuse, che prepararono i maligni. Insegnavano ai testimoni quello che,dovevano <strong>di</strong>re, cioè Che mi avevano<br />
u<strong>di</strong>to <strong>di</strong>re che in tre giorni volevo rie<strong>di</strong>ficare, il Tempio; che avevo negato dei pagare il tributo a Cesare, e che avevo detto non<br />
doversi pagare; che pretendevo il regno; che pervertivo il popolo; che riprendevo e pre<strong>di</strong>cavo senza che alcuno me ne avesse<br />
data l’autorità; che avevo commercio col demonio; che, per opera del demonio, facevo molti miracoli. I falsi testimoni promisero<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>r tutto, ed amiche con giuramento, se fosse stato necessario. Si rallegrarono moto <strong>di</strong> ciò giri Scribi, sembrando già ad essi,<br />
che sarebbero arrivati a conseguire il loro intento.<br />
Io sentivo tutto, e ne provavo grande amarezza. Mi offri al Padre, pronto a soffrire in sconto delle molte e gravi offese, che<br />
avrebbe ricevuto dai miei fratelli, specialmente da quelli che testimoniano il falso contro gli innocenti, che tutti ebbi allora<br />
presenti alla mia mente, e per i quali intesi grande amarezza e dolore. Pregai il Padre che, in virtù del mio dolore e amarezza, si<br />
fosse degnato <strong>di</strong> illuminarli, facendo conoscere loro il grave errore, e avesse data ad essi la grazia <strong>di</strong> potersi emendare e <strong>di</strong> fare<br />
penitenza del loro peccato. Vi<strong>di</strong> che il Padre l’avrebbe fatto, e che alcuni si sarebbero ravveduti e, dopo aver confessata la loro<br />
falsità, ne avrebbero fatta la dovuta penitenza. Di ciò resi grazie al Padre. Ma soffri dell’amarezza, nel vedere che molti<br />
sarebbero restati nel loro errore e nella loro falsità. Pregai il <strong>di</strong>vin Padre <strong>di</strong> dare virtù, grazia e fortezza. agli innocenti, affinché<br />
soffrano tutte le calunnie e le falsità con invitta pazienza, come le soffri io per amore <strong>di</strong> tutti i miei fratelli e in sconto dei loro<br />
errori. Vi<strong>di</strong> che il <strong>di</strong>vin Padre avrebbe eseguito ciò che gli chiedevo. Vi<strong>di</strong> inoltre che si sarebbe palesata la loro innocenza, e <strong>di</strong> ciò<br />
ne resi grazie al <strong>di</strong>vin Padre, anche a nome <strong>di</strong> tutti. Quantunque stessi sotto la pioggia <strong>di</strong> tante percosse, ingiurie e strapazzi, che<br />
non mi facevano avere un momento <strong>di</strong> requie, non lasciai mai <strong>di</strong> pregare il Padre per tutti i miei fratelli, e <strong>di</strong> offrirgli tutto in<br />
sconto delle loro colpe, non escludendo nemmeno coloro che mi tormentavano con tanta empietà; pregavo il <strong>di</strong>vin Padre <strong>di</strong><br />
volersi degnare <strong>di</strong> dare grazia a tutti i miei seguaci <strong>di</strong> imitarmi anche in questo; cioè, che, stando travagliati e tormentati dai<br />
cattivi, non tralascino <strong>di</strong> offrire tutto al Padre, e <strong>di</strong> pregarlo per quelli stessi che li travagliano e tormentano. Vi<strong>di</strong> che il Padre<br />
avrebbe dato loro la detta grazia, e che essi ne avrebbero approfittato. Di ciò resi grazie al <strong>di</strong>vin Padre, pur sentendo grande<br />
amarezza nel vedere i miei seguaci in tanti travagli e in tante pene. Pregai Il Padre mio, che, in virtù <strong>di</strong> quella mia amarezza, si<br />
fosse degnato <strong>di</strong> consolarli tra tante loro angustie, perché mi contentavo <strong>di</strong> restar io privo <strong>di</strong> ogni consolazione. Vi<strong>di</strong> che il Padre<br />
l’avrebbe fatto con paterno amore, riempiendo le loro ariane <strong>di</strong> consolazione in mezzo aghi stessi travagli e patimenti. Di ciò gli<br />
resi grazie.<br />
Stando fra tanti strapazzi e tormenti, ridotto ad uno stato veramente compassionevole, non trovai, nel cuore <strong>di</strong> quei perfi<strong>di</strong>, né<br />
compassione né carità, perché il loro cuore era <strong>di</strong>venuto carne una pietra verso <strong>di</strong> me, senza sentimento <strong>di</strong> pietà alcuna.<br />
Spuntato il giorno, vennero tutti in causa <strong>di</strong> Caifa per vedermi; vennero anche molti dei detti Scribi e Farisei e, vedendomi tanto<br />
mal ridotto e sfigurato, incominciarono a ridere e a beffarmi con motti <strong>di</strong> scherno e parole ingiuriose; lodando i ministri, che<br />
avevano avuto tanto spirito da ridurmi in sì misero stato.<br />
SUPPLICA IL PADRE –<br />
La mia umanità non si reggeva più in pie<strong>di</strong>, e, rivolto al Padre, lo pregai del suo aiuto, affinché potessi soffrire il molto <strong>di</strong> più che<br />
mi restava. Lo pregai anche, ricorrendo a lui i miei seguaci e fratelli, a domandargli l’aiuto e la grazia <strong>di</strong> poter patire gli strapazzi e<br />
quant’altro Egli permette che sia loro fatto dalle creature, si degni concederlo con prontezza. Vi<strong>di</strong> che il Padre non avrebbe<br />
mancato <strong>di</strong> farlo. Di ciò lo ringraziai da parte <strong>di</strong> tutti.<br />
Devi sapere, sposa mia, che durante la mia passione, mi trovavo spesso privo affatto <strong>di</strong> forze, in modo che la mia umanità non<br />
poteva più reggere a tante percosse e strapazzi. Allora domandavo forza al <strong>di</strong>vin Padre, e Lui me la dava. La mia umanità<br />
riprendeva allora vigore da poter reggere ai molti patimenti. Sempre, però, mi umiliavo a domandarla al Padre, quantunque<br />
l’avessi potuta avere con un atto della mia volontà. Con tutto ciò, volli vivere in tutto e per tutto soggetto al mio <strong>di</strong>vin Padre,<br />
ricorrendo sempre al suo aiuto, e mostrandomi in tutto soggetto a Lui. Lo pregavo anche, ogni volta che gli domandavo la<br />
suddetta grazia, che si fosse degnato <strong>di</strong> dar lume a tutti i miei fratelli, affinché essi pure avessero fatto ricorso a Lui in tutti i loro<br />
bisogni, domandandogli con ogni umiltà e confidenza, il suo aiuto. Vedevo che il Padre l’avrebbe fatto. Vi<strong>di</strong> che molti se ne<br />
sarebbero prevalsi . ed avrebbero trovato pronto il soccorso. Di ciò resi grazie al Padre, benché sentissi dell’amarezza, nel vedere<br />
che molti non si sarebbero giovati della grazia, anzi, ne avrebbero abusato, per cui avrebbero patito con più pena ed avrebbero