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mutui per la bonifica agraria a cura di nella eramo - associazione ...

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I provve<strong>di</strong>menti degli anni 1919-20 e i <strong>mutui</strong> alle società <strong>di</strong> <strong>bonifica</strong> e alle coo<strong>per</strong>ative 43<br />

ne e del cre<strong>di</strong>to, Fer<strong>di</strong>nando Rocco 125 , contenuta nel<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione sul<br />

contratto <strong>di</strong> mutuo <strong>per</strong> <strong>la</strong> tenuta Cerrone, che era stata data in concessione<br />

temporanea nel gennaio del 1922. Egli scrive:<br />

Sembra che questo Ministero, col <strong>di</strong>chiarare <strong>la</strong> tenuta in esame inadempiente<br />

agli obblighi <strong>di</strong> <strong>bonifica</strong> <strong>agraria</strong>, col farne <strong>la</strong> concessione, coll’imporre al<strong>la</strong> società<br />

concessionaria le o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> trasformazione <strong>agraria</strong>, si sia valso <strong>di</strong> una facoltà<br />

<strong>di</strong>screzionale insindacabile nel suo esercizio, abbia esplicato un’attività d’im<strong>per</strong>io,<br />

che si imponga al proprietario non meno che al concessionario e possa, all’atto<br />

pratico, stabilire <strong>la</strong> con<strong>di</strong>zione adatta a far meglio conseguire il fine voluto senza<br />

preoccuparsi se tali con<strong>di</strong>zioni possano o no riuscire accette al proprietario medesimo.<br />

Il decreto <strong>di</strong> concessione non conferisce al<strong>la</strong> società concessionaria un vero<br />

e proprio <strong>di</strong>ritto al mutuo <strong>di</strong> favore; ma l’opportunità o meglio <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> concederlo<br />

si rende evidente quando si consideri che trattasi <strong>di</strong> o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> trasformazione<br />

richiedenti capitali piuttosto rilevanti, alle quali <strong>la</strong> società concessionaria<br />

non può assolutamente sottrarsi 126 .<br />

Numerosi furono in questo <strong>per</strong>iodo i trasferimenti <strong>di</strong> proprietà, che<br />

riguardarono non <strong>di</strong> rado proprio i terreni oggetto <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong><br />

occupazione 127 . Per restare agli esempi qui presi in esame, appaiono<br />

125 Dopo essere stato capo <strong>di</strong> Gabinetto <strong>di</strong> Visocchi (ministro dell’agricoltura nel governo<br />

Nitti tra il giugno 1919 e il marzo del 1920), Rocco rimase al<strong>la</strong> guida del<strong>la</strong> Direzione generale<br />

del<strong>la</strong> colonizzazione e del cre<strong>di</strong>to fino al<strong>la</strong> cessazione del Ministero dell’agricoltura<br />

nel 1923. Successivamente, fra il 1923 e il 1925, <strong>di</strong>resse l’Ispettorato generale del <strong>bonifica</strong>mento<br />

e cre<strong>di</strong>to agrario, istituito nell’ambito del Ministero dell’economia nazionale.<br />

Convinto sostenitore del <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> pre<strong>la</strong>zione dei consorzi <strong>di</strong> proprietari nel<strong>la</strong> concessione<br />

delle o<strong>per</strong>e <strong>di</strong> <strong>bonifica</strong>, fu a capo del Comitato promotore dei consorzi <strong>di</strong> <strong>bonifica</strong> nell’Italia<br />

meri<strong>di</strong>onale e insu<strong>la</strong>re, <strong>la</strong> cui azione nel 1925 riuscì a far sospendere l’applicazione<br />

del<strong>la</strong> legge Serpieri sulle trasformazioni fon<strong>di</strong>arie <strong>di</strong> pubblico interesse (r.d.l. 18 maggio<br />

1924, n. 753). In proposito v. p. 66.<br />

126 Re<strong>la</strong>zione al ministro De Capitani D’Arzago, 8 febbraio 1923 in ACS, MAF, DGMF,<br />

Mutui, b. 74, fasc. 148.<br />

127 V. quanto rilevato da Stefano Lepre in merito ai risultati dell’«Inchiesta Lorenzoni» sul<strong>la</strong><br />

picco<strong>la</strong> proprietà coltivatrice nel dopoguerra. Dall’indagine, che si svolse fra il 1929 il<br />

1938, emerse che il processo <strong>di</strong> formazione delle nuove piccole proprietà aveva avuto<br />

nell’Italia centrale, rispetto al Nord, «caratteri più ridotti, limitandosi infatti solo a più il 3,5<br />

<strong>per</strong> cento sul<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie <strong>agraria</strong> <strong>la</strong>vorabile» e, inoltre che «l’incremento più elevato, pari<br />

al 4,5 <strong>per</strong> cento, era stato segnato dal Lazio, dove i movimenti <strong>di</strong> occupazione delle terre<br />

avevano avuto una rilevanza molto cospicua, trainando <strong>la</strong> crescita degli acquisti conta<strong>di</strong>ni»,<br />

S. LEPRE, Giovanni Lorenzoni e i problemi del<strong>la</strong> picco<strong>la</strong> proprietà conta<strong>di</strong>na nel primo<br />

dopoguerra in Italia, in «Rivista <strong>di</strong> storia economica», 2004, XX, n. 1, pp. 3-38.

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