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mutui per la bonifica agraria a cura di nella eramo - associazione ...

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I provve<strong>di</strong>menti degli anni 1919-20 e i <strong>mutui</strong> alle società <strong>di</strong> <strong>bonifica</strong> e alle coo<strong>per</strong>ative 47<br />

si nobiliari, evidenzia come si sia verificata, in conseguenza dell’intensificazione<br />

colturale e dell’appoderamento, una progressiva erosione degli<br />

antichi <strong>la</strong>tifon<strong>di</strong>.<br />

Appare istruttivo, da questo punto <strong>di</strong> vista, l’esame ravvicinato del<strong>la</strong><br />

vicenda del<strong>la</strong> tenuta <strong>di</strong> Torrenova, una parte del<strong>la</strong> quale (1200 ettari<br />

circa) fu ceduta a una società anonima nel novembre del 1920, epoca in<br />

cui si erano già verificate occupazioni conta<strong>di</strong>ne nelle altre terre del principe<br />

Borghese, a Pantano e a Montecompatri. Scipione Borghese <strong>di</strong>venne<br />

il principale azionista e il presidente del<strong>la</strong> Società <strong>per</strong> <strong>la</strong> <strong>bonifica</strong> e <strong>la</strong><br />

colonizzazione <strong>di</strong> Torrenova, che presentò, nello stesso anno, domanda<br />

<strong>di</strong> un mutuo <strong>per</strong> l’appoderamento del<strong>la</strong> tenuta. Un primo progetto, sottoposto<br />

all’approvazione del<strong>la</strong> Commissione <strong>di</strong> vigi<strong>la</strong>nza, proponeva un<br />

frazionamento che fu giu<strong>di</strong>cato eccessivo,<br />

<strong>di</strong>fettando <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> gradualità in<strong>di</strong>spensabile <strong>per</strong> un passaggio ad una forma<br />

economico-<strong>agraria</strong> su<strong>per</strong>iore, mancanza che si fonda specialmente nel fatto che<br />

<strong>la</strong> creazione imme<strong>di</strong>ata <strong>di</strong> poderi <strong>di</strong> 16 ettari non è conforme al<strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong> una<br />

buona norma <strong>agraria</strong>. Pertanto è opinione del<strong>la</strong> Commissione che l’area <strong>di</strong> ogni<br />

podere possa essere utilmente ampliata <strong>di</strong> molto, salvo, poi, a sud<strong>di</strong>vider<strong>la</strong> gradualmente<br />

quando <strong>la</strong> stabilizzazione e l’intensificazione delle colture possa <strong>per</strong>mettere<br />

<strong>la</strong> formazione <strong>di</strong> poderi <strong>di</strong> picco<strong>la</strong> estensione 138 .<br />

Nel nuovo piano presentato dal<strong>la</strong> Società, <strong>per</strong> il quale fu poi concesso<br />

il mutuo del 29 marzo 1921 (L. 1.200.000), furono previsti solo 14 centri<br />

colonici 139 - invece dei 43 del primo progetto - <strong>la</strong> cui ubicazione era stu<strong>di</strong>ata<br />

in modo da non pregiu<strong>di</strong>care una successiva ulteriore sud<strong>di</strong>visione<br />

dei poderi in più lotti (tav. 3). In seguito, fra il 1922 e il 1923, fu autorizzata,<br />

in quanto rispondente ai criteri tecnici del <strong>bonifica</strong>mento, <strong>la</strong> ven<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> alcune unità decentrate del<strong>la</strong> tenuta (Due Torri, Giar<strong>di</strong>netto, Vil<strong>la</strong>), <strong>di</strong>vise<br />

a loro volta in quote, che avrebbero dato origine a piccoli nuclei abitati<br />

con annesse coltivazioni <strong>di</strong> carattere prevalentemente ortivo.<br />

Il fondo Giar<strong>di</strong>netto, sul quale erano stati già costruiti dal<strong>la</strong> Società <strong>di</strong><br />

138 Lettera del<strong>la</strong> Direzione generale del<strong>la</strong> colonizzazione a Scipione Borghese, 22 marzo<br />

1920, in ACS, MAF, DGMF, Mutui, b. 55, fasc. 122.<br />

139 Per ciascun centro era prevista <strong>la</strong> costruzione <strong>di</strong> «fabbricati a due piani del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie<br />

co<strong>per</strong>ta <strong>di</strong> 80 metri quadrati, con tre vani al piano terreno e stal<strong>la</strong> <strong>per</strong> <strong>di</strong>eci capi <strong>di</strong> bestiame<br />

grosso, addossata al <strong>la</strong>to lungo, del<strong>la</strong> su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> 70 metri quadrati, e tre vani al<br />

piano su<strong>per</strong>iore con accesso me<strong>di</strong>ante scaletta interna», cfr. il progetto <strong>di</strong> colonizzazione<br />

dell’8 ottobre 1920, ibidem.

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