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sommario - Programmi di astrologia professionale

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Ricerca '90 Ricerca '90<br />

Lettere<br />

Gent.mo signor Discepolo,<br />

ho letto con grande piacere<br />

il suo e<strong>di</strong>toriale e i suoi<br />

articoli dell’ultimo numero<br />

<strong>di</strong> Ricerca ‘90 1999, e<br />

vorrei <strong>di</strong>rle alcune cose in<br />

merito alla sua Astrologia,<br />

che credo <strong>di</strong> poter considerare<br />

un rime<strong>di</strong>o e un bene<br />

per tutta l’umanità.<br />

Mi sembra però <strong>di</strong> avere<br />

in<strong>di</strong>viduato un ostacolo che<br />

impe<strong>di</strong>sce la comprensione<br />

e la valorizzazione del senso<br />

delle “rivoluzioni solari<br />

mirate” proprio nell’esempio<br />

che lei cita nel suo libro<br />

“Astrologia Attiva”.<br />

Nel leggere l’elogio alla<br />

fuga infatti ebbi come un<br />

rifiuto “<strong>di</strong> pelle” nel proseguire<br />

la lettura, che procrastinai.<br />

Presa tuttavia in<br />

un secondo tempo visione<br />

dell’argomento mi accorsi<br />

della mia superficialità <strong>di</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio rispetto al suo lavoro,<br />

che avevo messo allo<br />

stesso livello <strong>di</strong> quella similitu<strong>di</strong>ne<br />

citata.<br />

Io non conosco le opere <strong>di</strong><br />

Laborit, quin<strong>di</strong> non posso<br />

<strong>di</strong>re un gran che sui suoi<br />

scritti. Nella sua metafora<br />

del veliero che fugge, la<br />

similitu<strong>di</strong>ne non può però<br />

Lettere<br />

rapportarsi al timoniere<br />

che la conduce secondo il<br />

medesimo concetto formalmente<br />

determinato <strong>di</strong> fuga.<br />

Se infatti in senso metaforico<br />

si può accettare che un<br />

veliero “fugga”, non si può<br />

comunque <strong>di</strong>re lo stesso <strong>di</strong><br />

chi ne inverte la rotta per<br />

non soccombere alla tempesta.<br />

La lotta per la vita<br />

non è una fuga, bensì voglia<br />

<strong>di</strong> essere, <strong>di</strong> esserci<br />

ancora. Si tratta pertanto,<br />

in questo caso, <strong>di</strong> amore<br />

per la vita, non <strong>di</strong> fuga dalla<br />

vita.<br />

Come può la fuga dalla<br />

morte essere considerata<br />

la fuga dalla vita?<br />

Voglio esprimermi ancora<br />

meglio. Immaginiamo un<br />

uomo che, dopo aver compiuto<br />

una rapina, fugga<br />

davvero con la sua auto<br />

dal luogo del reato.<br />

Qui vi è un uomo in fuga.<br />

Non si può però <strong>di</strong>re che<br />

egli fugga doppiamente in<br />

base al suo sterzare <strong>di</strong> fronte<br />

a una curva, o “triplamente”<br />

<strong>di</strong> fronte a una seconda<br />

curva, ecc. Egli fugge<br />

perché non vuole finire<br />

in prigione. Punto e basta.<br />

Non si può insomma accettare<br />

che un autista fugga<br />

se <strong>di</strong> fronte a una curva<br />

egli sterza il volante.<br />

Credo pertanto che ogni rime<strong>di</strong>o<br />

adottabile per lenire<br />

la sofferenza umana non sia<br />

una fuga soprattutto nella<br />

misura in cui esso sia intessuto<br />

d’amore.<br />

Ed anche dal punto <strong>di</strong> vista<br />

della conoscenza del karma,<br />

le cose non stanno <strong>di</strong>versamente.<br />

Chi ruba sol<strong>di</strong> accumula<br />

karma negativo. Ciò però<br />

non vale <strong>di</strong> certo per chi i<br />

sol<strong>di</strong> se li guadagna onestamente<br />

o cercando verità<br />

per lenire il male suo o altrui.<br />

Chi usa la parola “karma”<br />

o “reincarnazione” in modo<br />

ideologico o superficiale (o<br />

ad<strong>di</strong>rittura cinico), può, sì,<br />

vedere un uomo sofferente<br />

e sentenziare: te lo meriti, è<br />

il tuo karma, proveniente<br />

dalla precedente incarnazione.<br />

Un simile punto <strong>di</strong> vista è<br />

però in realtà a mio parere<br />

non con<strong>di</strong>visibile se non dal<br />

subumano che è in noi.<br />

Sono gli amici “furbini” <strong>di</strong><br />

Giobbe che in fondo danno<br />

simili sentenze (cfr. il mio<br />

libro “Il sacro simbolo dell’arcobaleno”<br />

nel capitolo<br />

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