sommario - Programmi di astrologia professionale
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Derivazione delle lettere da un punto <strong>di</strong> vista storico ... Ricerca ’90<br />
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relazione alle contingenze del quoti<strong>di</strong>ano e della sua precisione<br />
riguardo alle cifre, alle date, alle somme d’argento ecc.<br />
La lettera J si ricollega al significato della i e si ricollega, quin<strong>di</strong>, allo<br />
stesso geroglifico. Essa, come i che si estende anche nella zona<br />
inferiore ce ne precisa meglio i significati per quanto riguarda<br />
l’attività, la creazione e la sessualità e dalla Carroy è stata conseguentemente<br />
estesa al significato dell’ Ariete, segno nel quale Marte si<br />
trova nel suo domicilio. Anche dalla Crepy è vista come lettera che<br />
rappresenta l’Io nelle sue manifestazioni. Kallir ce ne sottolinea,<br />
invece, il rapporto con la <strong>di</strong>vinità in quanto anticamente designava il<br />
termine jod, il quale era tracciato con il <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> una mano ed era<br />
una notazione abbreviata <strong>di</strong> Dio.<br />
Le origini del suono K si ricollegano, a due geroglifici: la ciotola (già<br />
vista per la lettera c e che corrisponde al suono c forte ) e al crivello<br />
(antico arnese formato da un telaio a forma, in questo caso, rotonda<br />
e con fondo <strong>di</strong> lamina perforata che serviva per la selezione <strong>di</strong><br />
sostanze incoerenti ed il cui suono si identificava con la h e k messe<br />
insieme). Quest’ultimo simboleggia l’azione misteriosa delle forze<br />
cosmiche che si selezionano per creare un fenomeno <strong>di</strong> vita. Questa<br />
lettera ci rapporta quin<strong>di</strong> a delle forze in movimento e al magnetismo<br />
personale, oltreché al desiderio <strong>di</strong> farsi valere che questo sottintende.<br />
Per queste ragioni è stato collegato dalla Carroy al segno del Leone.<br />
La Crepy la ricollega al significato della h (significato, tra l’altro<br />
anche in<strong>di</strong>cato nel secondo geroglifico) e la definisce una lettera<br />
in<strong>di</strong>cativa dell’adattamento dell’in<strong>di</strong>viduo all’ambiente, che ci permette<br />
<strong>di</strong> capire la sua riuscita nel lavoro che può portare anche ad una<br />
certa elevazione.<br />
La lettera L non esiste nell’alfabeto egiziano antico e quin<strong>di</strong> gli Egizi<br />
per trascrivere i nomi stranieri con tale lettera usarono più geroglifici<br />
ed i più comuni furono una sorta <strong>di</strong> leone accasciato ed un nodo<br />
scorsoio (nodo fatto all’estremità della corda in modo da formare un<br />
laccio che si chiude quanto più la corda viene tesa). La nostra l latina<br />
è correlata con la do<strong>di</strong>cesima lettera dell’alfabeto ebraico: lamed.<br />
Essa rappresenta le braccia dell’uomo, le ali dell’uccello, tutto ciò<br />
che si eleva, si stende, si <strong>di</strong>spiega. E dunque all’interno dell’espansione<br />
in tutti i sensi che bisogna considerare la lettera l ed essa,<br />
secondo la Carroy, per essere ben tracciata deve comportare un’asola<br />
e tendere le braccia alla lettera seguente, altrimenti quando l’allungo<br />
superiore è anormalmente gonfiato è in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> un’espansione svolta