SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici
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«Infatti!» disse Yanez. «Preferirei una vasca da bagno piena d'acqua gelata.<br />
Peccato che non sia ancora nel mio palazzo di rajah!» I malesi ripresero la lettiga e trasportarono il traditore<br />
sotto un'ampia e arieggiata tettoia, improvvisata con pochi bastoni e un bel numero d'immense foglie di bambù,<br />
che non misuravano meno di sei metri di lunghezza su uno di larghezza. Sandokan e i suoi compagni li avevano<br />
seguiti, sedendosi intorno alla barella, su un fitto strato di foglie freschissime e profumate.<br />
«Ora, amico, discorriamo, giacché ho avuto la fortuna di riprenderti» disse a Nasumbata. «Era molto tempo<br />
che desideravo scambiare quattro chiacchiere con te».<br />
Si levò dalla fascia il magnifico scibouk, si assicurò con tutta flemma che il tabacco fosse bene asciutto, lo<br />
caricò e aspirò alcune boccate di fumo senza perdere di vista, un solo istante, il viso sparuto del traditore, come<br />
se provasse una gioia immensa del suo indescrivibile terrore.<br />
Yanez lo aveva subito imitato, accendendo la sua seconda sigaretta.<br />
«Ascoltami bene, Nasumbata» disse Sandokan. «Tu potrai forse salvare ancora la pelle, ma devi rispondere a<br />
tutte le mie domande. Se esiti un istante, o se mi accorgo che cerchi ancora d'ingannarmi, ti faccio gettare entro<br />
la caverna ardente e ti assicuro che di là non uscirai più vivo».<br />
«Quando avrò parlato, tu mi ucciderai egualmente» disse il dayako.<br />
«D'altronde non voglio negarti questo diritto».<br />
«Canaglia!...» urlò Sandokan. «Quand'è che la Tigre della Malesia ha mentito?» «Intèrrogami».<br />
«Chi guidava i dayaki?» «Un uomo bianco».<br />
«Conosci il suo nome?» «L'ho udito chiamare Teo... Teo...» «Teotokris; non è vero?» «Sì».<br />
«Da chi?» «Da un indiano che era a bordo dell'yacht».<br />
«Dal mio chitmudyar!...» gridò Yanez.<br />
«Non so che cosa tu voglia dire. So soltanto che quei due uomini, l'indiano e il bianco, erano amici e che se la<br />
intendevano benissimo fra di loro».<br />
Sandokan guardò Yanez, il quale pareva fosse rimasto come fulminato da quella inaspettata rivelazione.<br />
«Eh, eh!... Fratellino mio» gli disse con una leggera punta d'ironia. «Pare che tu abbia dei sudditi poco fedeli».<br />
«Per Giove!... Gli strapperò la pelle!...» «Corri troppo».<br />
«Un giorno lo ritroverò, te lo assicuro».<br />
«Come mai tu, che sei sempre stato così astuto e così prudente, sei andato a sceglierti per chitmudyar un<br />
amico del greco o dell'ex rajah dell'Assam? Questo mi stupisce assai».<br />
«Noi non conosciamo a fondo che due soli indiani» rispose Yanez.<br />
«Tremal-Naik e il fedelissimo Kammamuri».<br />
«Grazie della tua buona opinione» disse l'ex "Cacciatore della Jungla Nera", ridendo.<br />
«Riprendiamo la nostra interessantissima conversazione» disse Sandokan, rivolgendosi a Nasumbata.<br />
«L'uomo bianco dunque guidava i dayaki?» «Sì».<br />
«Com'è che non si è fatto vedere?» «Si teneva sempre alla retroguardia».<br />
«Perché?» «Aveva paura di voi, una grande paura».<br />
«Ah!... Birbante! Non osava affrontarci a viso aperto. Ed è stato lui che ha fatto accendere quel bacino?» «Sì».<br />
«E aprire il buco?» «Anche».<br />
«Voleva proprio finirci?» «Bruciarvi dentro la caverna».<br />
«Pezzo d'animale!» disse Yanez. «Sono terribili quei greci nelle loro vendette. Vi è una cosa però che tu non<br />
hai ancora chiarita, mio bravissimo zoppo. Com'è che tu sei scappato e che il mio yacht è saltato in aria?» «É<br />
l'uomo bianco che l'ha fatto scoppiare come una bomba».<br />
«Ma dov'era quel furfante? Com'è giunto qui?» «Col vostro yacht».<br />
«Si trovava nel mio yacht!...» gridò Yanez.<br />
«Era nascosto sotto il quadro di poppa».<br />
«Per Giove!... Chi te lo ha detto?» «L'uomo bianco e anche l'indiano suo amico».<br />
«Eri in buona compagnia, Yanez» disse Sandokan. «Io al posto di Teotokris avrei dato fuoco alle polveri e<br />
avrei fatto saltare l'yacht, prima che giungesse nella baia».<br />
«Si vede che i greci sono più furbi di te, fratellino» rispose il portoghese.<br />
«Non si sentiva abbastanza forte da resistere a una esplosione. Se saltavo io, doveva ben saltare anche lui e più<br />
alto di me, trovandosi più vicino alla santabarbara».<br />
«É vero», rispose Sandokan.<br />
«Dimmi ora un po', Nasumbata, dove è andato a finire il mio chitmudyar, ossia l'indiano che accompagnava<br />
l'uomo bianco?» «Si è recato presso il rajah del lago, accompagnato da un grande capo dayako».