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SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

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«Siamo a un paio di miglia dalla base del Kaidangan. Come vorresti tu, mio bravo Kammamuri, distinguere un<br />

insetto fosforescente a tanta distanza?» «Che i tuoi occhi siano diventati, ad un tratto, cannocchiali di<br />

marina?» chiese Yanez. «É vero che Brahma, Siva e Visnù fanno talvolta dei miracoli stupefacenti».<br />

«Ai quali io non ho mai creduto» aggiunse Tremal-Naik.<br />

«Andiamo a vedere questi fuochi misteriosi» concluse Sandokan.<br />

Il negrito si era arrampicato su un betel, il quale lanciava il suo esile tronco a quindici o venti metri d'altezza,<br />

ed aggrappato alle lunghissime foglie, scrutava attentamente la pianura che si estendeva al di là dalla foresta,<br />

fino alla base della montagna.<br />

«Che cosa vedi dunque?» gli chiese Sandokan.<br />

«Sempre i fuochi».<br />

«Che cosa sono?» «Non lo so ancora, orang» rispose il figlio delle selve. «Ora corrono attraverso la pianura<br />

con velocità inaudita».<br />

«Non sono lucciole?» «No, orang: sono bestie grosse».<br />

«Io non ho mai veduto delle bestie grosse che siano luminose».<br />

«Aspetta, orang».<br />

«Ci capisci qualche cosa tu, Yanez, in tutta questa faccenda?» chiese Sandokan, rivolgendosi al portoghese, il<br />

quale stava mangiando tranquillamente una superba banana offertagli da Sapagar.<br />

«Niente affatto, fratellino».<br />

«Eppure questo negrito non può ingannarsi».<br />

«Sarà come dici tu».<br />

«Pare che t'interessi più la banana, del pericolo che ci minaccia» disse Sandokan.<br />

«Per il momento sì: è veramente deliziosa. Non ne ho mai mangiate di così squisite, nemmeno quando ero alla<br />

corte di Surama».<br />

«Concludi qualche cosa».<br />

«Aspettiamo».<br />

«Ma che cosa credi che siano quei fuochi?» «Saranno stelle cadenti».<br />

In quel momento rintronò uno sparo, seguito da un grido.<br />

«Sapagar, chi ha fatto fuoco?» gridò Sandokan.<br />

Parecchi malesi e non pochi assamesi si precipitarono verso un folto cespuglio che si allargava verso uno dei<br />

quattro angoli dell'accampamento.<br />

Delle voci echeggiavano fra le tenebre.<br />

«Bel colpo!» «Una palla in fronte!...» «I furfanti ci sono intorno!...» «No, era una spia!...» «Ben colpito».<br />

Sandokan, Yanez e Tremal-Naik si erano precipitati a loro volta verso il cespuglio.<br />

«Che cosa avete ucciso, dunque?» chiese il primo, facendosi largo.<br />

«Uno di quei maledetti dayaki, padrone» rispose Sapagar, il quale era stato uno dei primi ad accorrere. «Quel<br />

cane ci spiava e forse attendeva il buon momento per scagliarci addosso qualche dozzina di frecce avvelenate».<br />

«Gettalo alle tigri o alle pantere!» «All'armi!...» gridò in quello stesso momento il negrito.<br />

«Toh!...» esclamò Yanez. «Questa notte non si può dormire, né fumare una sigaretta. É vero che le nostre<br />

carabine minacciano di arrugginirsi. Ehi, Kammamuri, tu che sei stato il sergente istruttore di questi selvaggi,<br />

fa' formare un quadrato più o meno regolare. Io m'incarico dei miei assamesi».<br />

«No!...» gridò Sandokan. «Ho ormai capito di che cosa si tratta. É un vecchio strattagemma dei dayaki di<br />

queste regioni. Lesti!... Occupate i rami degli alberi più grossi e tenetevi pronti a far fuoco. Prima i bambini e le<br />

donne».<br />

«Che cosa ci scagliano addosso dunque quelle canaglie?» chiese Yanez, il quale conservava la sua calma<br />

abituale e non pareva che avesse molta premura di mettersi in salvo.<br />

«Non perdere tempo, fratello» rispose la Tigre della Malesia. «Seguimi lassù, fra i rami di quel magnifico<br />

pombo. Resisterà agli urti di quei bruti».<br />

«Di quali bruti? Diventi misterioso».<br />

Sandokan, invece di rispondere, si slanciò verso il gigantesco albero, si aggrappò ai festoni di rotang e di<br />

nepentes e si issò rapidamente, subito seguito da Tremal-Naik e da Sapagar, il quale aiutava Nasumbata.<br />

Anche tutti gli altri salivano precipitosamente sulle piante più robuste, fra le urla delle donne e gli strilli dei<br />

fanciulli.<br />

Yanez, vedendosi solo, credette opportuno di imitare quella manovra da quadrumani e raggiunse lestamente<br />

Sandokan.

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