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SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

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D'altronde la vita era comoda lassù. I cacciatori battevano senza posa le foreste della montagna, dove si era<br />

rifugiata numerosa selvaggina dopo l'incendio della prateria, e le donne negrite spillavano il dolce vinello delle<br />

arenghe saccarifere, piante che abbondavano sui fianchi del colosso; anche il tabacco e le sigarette<br />

abbondavano, poiché Sambigliong non si era dimenticato di portarne in gran copia insieme con le casse delle<br />

munizioni.<br />

Ci vollero ben tre giorni prima che il suolo si raffreddasse e che permettesse ai piedi nudi dei malesi, dei<br />

dayaki e dei negritos di affrontare impunemente le ceneri, poiché solamente gli assamesi erano calzati.<br />

L'incendio però, molto probabilmente, doveva ancora avvampare intorno alle rive del lago.<br />

Finalmente un mattino il segnale della partenza fu dato, e la lunga colonna scese le balze del Kinibalu per<br />

riprendere la marcia verso il lago, risoluta a giocare l'ultima, e probabilmente più pericolosa, partita contro il<br />

rajah bianco.<br />

Quella marcia non doveva essere delle più facili, poiché lo strato alto di cenere che copriva la sterminata<br />

pianura, accecava gli avventurieri e quasi li soffocava.<br />

Il primo e il secondo giorno trascorsero senza incontri. Nessun dayako si era mostrato, né vicino, né lontano.<br />

La mattina del terzo, la colonna stava calando in una bassura che pareva fosse stata un tempo il fondo di<br />

qualche grande bacino, collegato forse col grande lago, quando l'avanguardia, che era formata di negritos e di<br />

dayaki al comando di Sambigliong e di Kammamuri, si fermò bruscamente, con non poca sorpresa di Sandokan<br />

e di Yanez, i quali fino allora non avevano notato nulla di straordinario.<br />

«Che abbiano scoperti dei selvaggi nascosti sotto le ceneri?» disse il portoghese. «Avrebbero scelto un<br />

pessimo letto per riposarsi».<br />

«Temo che vi sia ben altro» rispose Sandokan, la cui fronte si era annuvolata.<br />

«Andiamo a vedere».<br />

Mentre il grosso della colonna si fermava, i due capi raggiunsero frettolosamente gli uomini dell'avanguardia,<br />

i quali parevano occupati a osservare attentamente lo strato di cenere che copriva anche là il suolo.<br />

«Che cosa c'è dunque, Sambigliong?» chiese Sandokan. «Una nuova sorpresa?» «C'è, signore, che sotto lo<br />

strato di cenere, scorre dell'acqua».<br />

«Dell'acqua!...» esclamò Yanez. «Com'è possibile, se l'uragano di fuoco è passato sopra questa pianura?»<br />

«Non lo so, signor Yanez».<br />

«Che vi scorra qualche torrente?» chiese Sandokan.<br />

«No, capitano. É come un velo d'acqua che si estende dovunque. Guardate qui».<br />

Sambigliong fece alcuni passi, e si fermò dinanzi a parecchie piccole buche, le quali si erano già lentamente<br />

riempite d'acqua.<br />

«Da dove credi che provenga?» chiese Yanez a Sandokan.<br />

«Dal lago» rispose la Tigre della Malesia senza esitare.<br />

«Noi ci troviamo in una profonda depressione del suolo, e in questa stagione le acque del Kinibalu sono<br />

ordinariamente altissime in causa delle grandi piogge che debbono già cadere nell'interno».<br />

«Che sia straripato?» «O che i dayaki o il greco abbiano aperto un canale per cercare di affogarci nella<br />

pianura?» chiese invece Sandokan.<br />

«Per Giove!... Vuoi sempre spaventarmi tu, fratellino!» «É una mia supposizione».<br />

«Che quel greco del malanno abbia ora una vera passione pei canali? Ne ha già fatto scavare uno per chiuderci<br />

in quella zolfatara! Che voglia ora tentare di annegarci come topi? Bisogna che lo uccida».<br />

«Lo dici sempre e non lo uccidi mai» disse Sandokan, scherzando.<br />

«Dammelo nelle mani, e vedrai come te lo accomoderò io!» «É appunto questo il punto nero, mio caro.<br />

Anch'io, se potessi prenderlo, non lo lascerei più andarsene. Tuttavia non dispero di catturarlo sulle rive del<br />

lago».<br />

«É la seconda volta che me lo dici, e intanto quel furfante è ancora uccello di bosco».<br />

«Anche tu hai ragione, Yanez» rispose Sandokan sorridendo. «Orsù, dobbiamo prendere una decisione: o<br />

deviare verso levante o tirare innanzi».<br />

«Deviare sarebbe come dire prolungare la marcia di alcune centinaia di miglia, suppongo».<br />

«Sì, Yanez, poiché questa pianura ha una estensione immensa. Forse il fuoco non si è ancora spento, laggiù».<br />

«Allora preferisco tirare innanzi, checché debba accadere. E poi siamo come tanti piccoli pescicani e non ci<br />

sarà nessuno, credo, che non sappia nuotare».<br />

«Avanziamo dunque» concluse Sandokan. «Ehi, Kammamuri, da' l'ordine di riprendere la marcia».

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