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SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

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casse di munizioni che gli uomini di Sambigliong avevano portate e che non avevano abbandonate nemmeno<br />

durante l'aspro combattimento.<br />

Tutti i viveri disponibili, un po' scarsi a dire il vero, furono messi a disposizione degli uomini di Sambigliong,<br />

i quali ne avevano maggior diritto, dopo una marcia così faticosa, che durava da quattro giorni e quattro notti,<br />

quasi senza interruzione.<br />

Sandokan, Yanez, Tremal-Naik e il vecchio malese, dopo essersi ben assicurati che una forte avanguardia<br />

vegliava a metà del burrone, appoggiata dalle otto spingarde, e dopo aver mangiato un boccone, si erano<br />

radunati sotto un attap per tenere un vero consiglio di guerra.<br />

Nonostante la sconfitta subìta dalle orde dayake, non si poteva ancora dire che la campagna fosse finita. Più di<br />

duecento miglia separavano ancora i conquistatori dal lago, e probabilmente ben altre e forse più temibili<br />

sorprese potevano attenderli nella seconda e più grande pianura erbosa che non doveva terminare che sulle rive<br />

del gigantesco bacino.<br />

Yanez, che era sempre di buonumore, fu il primo a prendere la parola.<br />

«Noi siamo lo Stato Maggiore della colonna» disse colla sua solita comica gravità. «Quindi spetta solamente a<br />

noi assumerci la responsabilità di questa campagna. Almeno così parlano i generali degli eserciti europei».<br />

«Si direbbe che anche tu sia stato un generale europeo» disse Sandokan.<br />

«Lo era mio nonno. I Gomera sono sempre stati uomini d'armi, e hanno difeso sempre strenuamente le<br />

frontiere del Portogallo contro le invasioni degli spagnoli; e tu sai che io sono un Gomera».<br />

«Lo so, Yanez. Nel mio caso che cosa faresti?» «Seguirei i dayaki nella loro ritirata e piomberei sulle rive del<br />

lago per non lasciar tempo al rajah di ordinare la resistenza».<br />

«Noi non sappiamo però se quei dannati cacciatori di teste si siano decisi ad andarsene».<br />

«Che cosa vuoi che facciano qui? Che tentino l'assalto del Kinibalu? Il greco che li guida non sarà così stupido<br />

da avventarli un'altra volta contro di noi, ora che abbiamo sottomano una colonna formidabile e che abbiamo<br />

raddoppiate le nostre armi da fuoco di grossa portata. Scommetterei la mia corona di rajah dell'Assam contro un<br />

kriss qualunque che noi, prima dell'alba, vedremo le colonne di fumo alzarsi sugli accampamenti dayaki, ma<br />

verso il sud e forse molto al sud».<br />

«Ben detto» disse Tremal-Naik, il quale aspirava lentamente il fumo della sua pipa.<br />

«Le aspetteremo» dichiarò Sandokan. «Noi non ci muoveremo di qui, se prima non avremo la certezza<br />

assoluta che i dayaki battono in ritirata verso il lago».<br />

«E farai bene» rispose Yanez. «Quando avremo raggiunto il grande bacino se riusciremo ad attraversare la<br />

seconda bassura, terremo un nuovo consiglio di guerra».<br />

Sandokan aveva alzata la testa, guardandolo fisso con quei suoi occhi nerissimi che pareva sprizzassero ancora<br />

fiamme vivissime, malgrado l'età.<br />

«Si direbbe che tu tema qualche altra sorpresa nella seconda pianura che si spinge fino alle coste del lago».<br />

«Non lo nego».<br />

«Siamo in buon numero ora».<br />

«E se il greco maledetto, ricordandosi di ciò che è avvenuto nelle jungle dell'Assam, ripetesse il gioco? Chi<br />

uscirebbe vivo da un così immane braciere? Le erbe sono alte nella pianura e quasi secche».<br />

«Aspetta un momento» disse Sandokan.<br />

Uscì dall'attap, si bagnò il pollice della mano destra e lo alzò.<br />

«Vento di ponente» soggiunse poi, rientrando. «Va benissimo: non mi aspettavo tanta fortuna».<br />

E si volse verso Kammamuri, il quale si era accoccolato presso Tremal-Naik.<br />

«Raduna cento uomini», gli disse, «e mandali a incendiare le erbe della pianura. Non saremo noi che cadremo<br />

asfissiati o bruciati, bensì i dayaki se non avranno le gambe abbastanza leste. Ecco come si può evitare il<br />

pericolo di morire arrostiti come babirussa o come cosce di rinoceronti...» «Di buona memoria» lo interruppe<br />

Yanez. «E così il consiglio di guerra, almeno per questa sera, è terminato. Noi passeremo una notte magnifica».<br />

«Se non vorrai goderti uno spettacolo meraviglioso» disse Tremal-Naik. «Un mare di verzura in fiamme non è<br />

un divertimento che si può godere tutti i giorni».<br />

«Allora possiamo accendere un'altra sigaretta, e voi potete ricaricare le vostre pipe. Che peccato non avere un<br />

sorso di qualche liquore, fosse pure distillato da compare Belzebù!» «V'ingannate, signor Yanez» disse<br />

Sambigliong il quale, come Kammamuri, non si era ancora abituato a chiamarlo "Altezza". «La mia fiasca è<br />

ancora quasi piena di bram e del migliore, ve l'assicuro».<br />

«Ecco un uomo previdente. Se verrai un giorno con me nell'Assam, ti nominerò grande cantiniere della corte».

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