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SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

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Mentre la barcaccia continuava il rimorchio, descrivendo dei bruschi zig-zag per evitare gli urti di quei colossi<br />

e per tenere lontani i dayaki, indiani e malesi sparavano all'impazzata e le spingarde tuonavano, scagliando<br />

nembi di chiodi.<br />

Anche la mitragliatrice non stava zitta un solo istante e fracassava i rami delle piante fulminando gli uomini<br />

che vi si nascondevano nel mezzo.<br />

La battaglia diventava di momento in momento più sanguinosa e anche non pochi indiani e non pochi malesi<br />

cadevano a bordo della barcaccia e dei piccoli velieri.<br />

Un enorme tronco che scendeva proprio in mezzo al fiume, guidato probabilmente dai dayaki che si tenevano<br />

semisommersi, ad un certo momento andò ad investire la scialuppa a vapore, sbarrandole completamente il<br />

passo.<br />

Subito trenta o quaranta diavoli s'arrampicano sul galleggiante e si affacciano minacciosamente sopra la murata<br />

di prora.<br />

«Ehi, Sandokan!...» gridò Yanez, il quale non cessava di far fuoco colla sua calma abituale, abbattendo un<br />

uomo ad ogni colpo, valorosamente imitato da Tremal-Naik e da Kammamuri, due bersaglieri veramente<br />

meravigliosi. «C'è carne in abbondanza per la tua mitragliatrice».<br />

Una scarica formidabile tiene dietro alle sue parole. I proiettili, vomitati in grande quantità dalla terribile<br />

bocca da fuoco, fulminano gli assalitori a bruciapelo e fanno balzare in acqua i superstiti.<br />

In quel momento però l'enorme tronco investe la barcaccia con grande impeto, facendone risuonare<br />

lugubremente il fasciame metallico.<br />

Lo scafo s'inchina subito verso prora e dei getti d'acqua passano, rumoreggiando, sotto la coperta. Yanez e<br />

Tremal-Naik impallidiscono. Se l'acqua entra, vuol dire che l'urto ha prodotto qualche squarcio.<br />

Il portoghese balza verso Sandokan, il quale non cessa di far funzionare la mitragliatrice verso gli altri tronchi<br />

che scendono in gran copia il fiume e dietro ai quali urlano gli assalitori, pur non mancando di lanciare nembi<br />

di frecce, probabilmente avvelenate, e di sparare non pochi colpi d'archibugio.<br />

«Affondiamo!...» gridò.<br />

«Chi?» domanda la Tigre della Malesia.<br />

«La barcaccia è stata sfondata!...» «Non è possibile!» «Imbarchiamo acqua!...» Un grido echeggia al di sotto<br />

della tolda: «La macchina si spegne!» Poi il macchinista e i suoi due fuochisti si precipitano fuori della stiva e<br />

si slanciano verso Sandokan.<br />

«Che cos'hai dunque, Urpar?» domanda il formidabile pirata, con voce alterata.<br />

«Qualche lamiera ha ceduto, Tigre della Malesia, e i fuochi si spengono» risponde il macchinista.<br />

«É inondata la stiva?» «Sì, capitano».<br />

«E questi vermi della foresta ci stringono da tutte le parti!... Yanez, affido a te la mitragliatrice».<br />

«Che cosa vuoi fare, fratello?» «Non ci rimane che battere in ritirata».<br />

«Fino dove?» «Fino all'isolotto che abbiamo oltrepassato mezz'ora fa. Avverti gli equipaggi dei prahos di<br />

tagliare le gòmene di rimorchio e di pensare alla loro salvezza».<br />

Poi, alzando la voce, tuonò: «Tenete duro, Tigrotti di Mòmpracem. Date dentro colle spingarde e colle<br />

carabine!... Io rispondo di tutto. A me, Sapagar!... Conduci con te gli uomini dello scandaglio!...» D'un salto si<br />

getta nella stiva, il cui boccaporto è rimasto aperto, mentre i suoi uomini raddoppiano il fuoco e cercano di<br />

allontanare i tronchi che i dayaki, nuotando furiosamente, s'accaniscono a spingere contro la barcaccia.<br />

In un lampo attraversa la stiva ingombra di barili e di grossi pacchi contenenti provviste e munizioni e giunge<br />

a prora, seguito da Sapagar e dai due scandagliatori, i quali hanno acceso rapidamente due torce.<br />

L'acqua scorre attraverso al tavolato in gran copia, con un gorgoglio sinistro.<br />

«É una vera falla!...» esclama la Tigre della Malesia.<br />

Strappa ad uno dei suoi uomini una torcia e s'avanza risolutamente, mentre in coperta, colpi di mitraglia, di<br />

spingarda e di carabina si alternano, facendo tremare l'intero scafo, e le urla acquistano una intensità<br />

spaventevole.<br />

Un grosso getto d'acqua irrompe a babordo della ruota di prora. Una lamiera è stata sfondata dall'urto del<br />

colossale albero e la barcaccia minaccia di riempirsi rapidamente.<br />

«Ferita mortale» mormora Sapagar. «E non ci sono ospedali qui, come a Labuan».<br />

«Cerchiamo di cucirla alla meglio» risponde Sandokan. «Vi sono dei materassi nelle quattro cabine di poppa.<br />

Portateli subito qui».<br />

«Non terranno molto, capitano».<br />

«A me basta un quarto d'ora. Va', sbrìgati».

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