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SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

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CAPITOLO OTTAVO: LA CACCIA AL MAIAS.<br />

La barcaccia infatti affondava, se non rapidamente, almeno continuamente.<br />

Minacciava da un istante all'altro di rovesciarsi sul tribordo, verso cui gravitavano i lunghi corpi dei sauriani<br />

fulminati dalle terribili scariche dei quattro coraggiosi avventurieri.<br />

Yanez era stato il primo a saltare sulla tolda, sulla quale già si trovava almeno un piede d'acqua, ed era stato<br />

lesto ad impadronirsi della cassa piena di munizioni, deposta sulla cima dell'argano prodiero.<br />

Gli altri non avevano tardato a seguirlo.<br />

«Non affonda ancora dunque?» chiese Yanez. «É una barcaccia veramente meravigliosa».<br />

«Se l'acqua continua a salire!» disse Tremal-Naik.<br />

«Molto lentamente però» disse Sandokan. «Le botti non si sono ancora sfasciate, a quanto pare».<br />

«Ma scendiamo» disse Kammamuri. «Le murate già bevono».<br />

«Non siamo che a quindici metri dalla riva» rispose Yanez. «Hai paura tu ad attraversare un fiumiciattolo?»<br />

«Se fossimo dall'altra parte, non lo chiameresti così, Yanez».<br />

«Non mi chiami più dunque rajah, briccone? Sono il principe consorte della Rhani dell'Assam!...» Uno<br />

scroscio di risa seguì la risposta.<br />

«Ohe, fratellino; diventi superbo!» disse Sandokan.<br />

«Per Giove!... Il generale dell'artiglieria assamese mi chiama».<br />

Un altro urto, seguito da un fruscio metallico, gli ruppe la frase, senza dubbio scherzosa.<br />

«Sua Maestà affonda» gridò Kammamuri. «Salviamo il rajah dell'Assam!...» «Che il diavolo ti porti» rispose<br />

Yanez. «Un Tigrotto di Mòmpracem non ha bisogno dell'aiuto di tutti gli indù dell'Indostan. Non ho ancora<br />

dimenticato di essere un pirata del vecchio stampo. Ci siamo? In acqua, amici».<br />

«Aspetta un po', Yanez» disse Sandokan. «Non siamo ancora a fondo».<br />

La barcaccia si sollevò un momento verso prora, oscillò per qualche istante, girò un'ultima volta su se stessa<br />

scricchiolando sinistramente sotto il peso delle macchine e delle caldaie, poi le acque invasero la sua tolda,<br />

correndovi sopra come un torrente e portando via i cadaveri dei gaviali.<br />

L'immersione però ebbe la durata di pochi secondi. Un banco senza dubbio stava sotto alla barcaccia e lo scafo<br />

si era adagiato sul fondo sabbioso, lasciando sporgere metà delle murate.<br />

«Ecco un pacifico naufragio» disse Yanez. «Se tutte le navi che affondano dovessero finire così, si potrebbe<br />

dire che i marinai sono fortunati».<br />

«Sì; quando non vi sono né pescicani, né gaviali» disse Sandokan.<br />

«Prendiamo le munizioni e cerchiamo di guadagnare la costa. Vi sono dei banchi che si prolungano verso il<br />

tribordo».<br />

«Sgombriamo» disse Tremal-Naik. «Siamo rimasti già perfino troppo a bordo di questo rottame».<br />

«In poco allegra compagnia» aggiunse Yanez. «Mi pare perfino impossibile di aver salvato le mie gambe.<br />

Ah!... Questi fiumi del Borneo!... Io li detesto!...» «E sei sempre vivo» disse Tremal-Naik.<br />

«Mio caro, le Tigri di Mòmpracem hanno la pelle molto dura. Non sai che la nostra pelle è sempre stata a<br />

prova di coccodrilli, di serpenti e di gaviali?» «Voi chiacchierate come tucani» osservò Sandokan.<br />

«T'inganni, fratello» rispose Yanez, scoppiando in una clamorosa risata. «I tucani stridono come le ruote che<br />

non sono mai state unte».<br />

«Allora stridete come ruote malamente unte e restate inoperosi».<br />

«Tu sai che io sono sempre stato flemmatico come un inglese».<br />

«Vediamo se possiamo raggiungere la riva, senza bagnare le nostre armi e la cassetta delle munizioni. Sono<br />

impaziente di raggiungere i miei malesi».<br />

«E io i miei sudditi» aggiunse Yanez. «Che cosa potrebbero fare senza il loro rajah?» Si erano avvicinati alla<br />

murata di tribordo, balzando sopra i corpi dei gaviali per trovare un passaggio.<br />

La fortuna proteggeva decisamente i quattro avventurieri, poiché una serie di piccoli banchi fangosi, appena<br />

coperti da un piede d'acqua, si stendeva di là dal grande banco che aveva fatto naufragare la barcaccia.<br />

«Possiamo approdare» disse Kammamuri. «Non ci saranno degli altri gaviali nascosti fra le canne che coprono<br />

le rive?» «A quest'ora saranno tutti scappati verso l'alto corso» rispose Sandokan.<br />

«Queste bestiacce fiutano le colazioni a grandi distanze. Non ne troveresti uno su un percorso di venti miglia».<br />

Attesero che Tremal-Naik avesse ricaricata la sua carabina, poi si calarono sul banco, il quale era formato da<br />

un fitto strato di sabbia che non cedeva sotto il peso d'un uomo.

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