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SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

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Si udì un secondo, poi un terzo sibilo. Le frecce cominciavano a fioccare, scagliate dalle sumpitam dei<br />

cacciatori di teste, ma senza ottenere effetto alcuno, poiché nemmeno i pitoni potevano soffrirne, essendo difesi<br />

da solide scaglie.<br />

«Se sparassimo qualche colpo di carabina?» chiese Tremal-Naik.<br />

«A quale scopo?» disse Sandokan. «Risparmiamo le nostre munizioni. Più tardi potremmo rimpiangerle,<br />

quantunque i nostri uomini debbano possederne parecchie casse».<br />

«Lasciamo che consumino le loro frecce» osservò Yanez. «Non avranno sempre sottomano dell'upas. Ehi,<br />

Kammamuri, che cosa fa dunque il negrito che non l'odo più suonare?» «Guarda i suoi serpenti, signore»<br />

rispose l'indiano. «Non vuole spingerli né aizzarli troppo, per paura che escano dalla caverna e non servano più<br />

di ostacolo. Ve l'ho già detto che è un furbo, quantunque sia un omiciattolo».<br />

«É un selvaggio, e basta» disse Tremal-Naik.<br />

Le frecce continuavano ad entrare battendo contro le scaglie dei pitoni, senza che questi s'inquietassero per<br />

quella leggera gragnola.<br />

Le punte si spezzavano contro le scaglie saltando via senza produrre alcuna lesione.<br />

Il negrito, disteso dietro alla enorme massa, non si muoveva. Teneva però sempre in bocca il suo istrumento,<br />

pronto a ridestare ed irritare i suoi colossali colubri, se i dayaki avessero osato forzare l'entrata.<br />

Sandokan e i suoi compagni, addossati alla parete, colle carabine armate, aspettavano che i nemici si<br />

decidessero per l'attacco.<br />

«Aspetteranno l'alba» disse Yanez.<br />

«E allora daranno indietro» rispose la Tigre della Malesia. «Quando si accorgeranno della presenza dei rettili<br />

perderanno ogni speranza di entrare».<br />

«E ci assedieranno» aggiunse Tremal-Naik.<br />

«É quello che soprattutto temo» rispose Sandokan. «Devono essere numerosissimi, e non sarà cosa facile per<br />

noi forzare il passaggio con tre sole carabine. Ah!... Se avessi qui i miei malesi!... Che carica darei io!...»<br />

«Credi tu che si trovino sempre sull'isolotto?» chiese Tremal-Naik.<br />

«Conosco troppo bene i miei uomini. Finché non mi vedranno giungere non abbandoneranno la loro<br />

posizione. É gente che muore sul posto».<br />

«Saranno abbastanza seccati di non vederci ritornare».<br />

«Conoscono le vicende della guerra e sanno pazientare. É probabile d'altronde che Sapagar abbia mandato<br />

degli uomini sull'una o sull'altra riva, per sapere che cosa è avvenuto della nostra barcaccia. Io sono<br />

perfettamente tranquillo riguardo a loro. Noi li troveremo tutti uniti, pronti a riprendere la marcia in avanti per<br />

Kinibalu... Oh!... Che cosa succede ora? Kammamuri, va' a domandare al tuo amico se i pitoni sono stanchi di<br />

guardare l'uscita della caverna senza stritolare nessuno fra le loro formidabili spire».<br />

Il negrito aveva ricominciato a suonare ed era una vera fanfara guerresca che usciva dal suo bambù, facendo<br />

rintronare tutta l'immensa caverna. I pitoni rapidamente ridestati ed elettrizzati da quella strana musica avevano<br />

ricominciato a strisciare sibilando furiosamente.<br />

«Il negrito li spinge all'attacco, a quanto pare» disse Yanez.<br />

«Che i dayaki cerchino di forzare l'entrata della caverna?» si chiese Sandokan, slanciandosi innanzi colla<br />

carabina in pugno.<br />

La fanfara, continuava, sempre più stridente, più furiosa. Pareva che suonassero non uno, bensì dieci flauti.<br />

Ad un tratto un immenso urlo echeggiò dinanzi all'entrata della caverna.<br />

Non era quell'urlo selvaggio che annuncia un attacco, bensì un grido di spavento. Si erano accorti i dayaki<br />

della presenza dei formidabili rettili? Era probabile.<br />

«Giù una scarica!...» gridò Sandokan.<br />

Tre lampi squarciarono le tenebre, seguiti da tre detonazioni che l'eco della caverna centuplicò. Pareva che<br />

fossero stati sparati tre colpi di spingarda.<br />

Al di fuori si udirono dei clamori spaventevoli che durarono alcuni secondi, poi il silenzio ritornò. Anche<br />

l'angilung del negrito taceva e i pitoni avevano cessato di sibilare.<br />

«Che cosa tentavano dunque, Kammamuri?» chiese Sandokan.<br />

«Di sorprenderci, signore» rispose il maharatto, il quale si teneva dietro al negrito.<br />

«E sono scappati dinanzi ai pitoni?» «Come babirussa, signore».<br />

«Ne sono convinto. Li vedi tu?» «Si sono nuovamente nascosti fra i cespugli».<br />

«Hai veduto il greco?» «No».<br />

«Il birbante non esporrà così facilmente la sua pelle» disse Yanez. «Sono furbi i pescatori dell'Arcipelago».

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