SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici
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Sandokan si mise in bocca il fischietto d'oro che portava sopra la fascia rossa e lanciò tre fischi stridenti. Era il<br />
segnale di raccolta.<br />
Quasi subito gli spari cessarono e si videro comparire, qualche minuto dopo, i trenta cacciatori. La battuta,<br />
malgrado la sorpresa preparata dai dayaki non era stata infruttuosa, poiché tornavano con quattro babirussa e<br />
sette od otto di quelle brutte scimmie chiamate nasilunghi, perché hanno infatti un naso mostruoso e per di più<br />
ributtante, essendo rosso e sovente screpolato. Era una riserva preziosissima in quei momenti, la quale<br />
permetteva alla colonna di resistere, anche se assediata alcuni giorni, senza soffrire completamente la fame.<br />
La mancanza d'acqua non era poi da temersi, poiché quasi nel centro dell'altipiano s'apriva una specie di<br />
stagno formato probabilmente dalle piogge nelle cui acque anzi Yanez, che lo aveva esplorato, aveva veduto<br />
nuotare non poche grosse lucertole semi-anfibie, lunghe un buon metro e che i malesi chiamano bewak o selira.<br />
Anche quelle potevano servire, almeno pei negritos e le loro famiglie, in caso di bisogno.<br />
Sandokan unì i cacciatori ai quattro gruppi, raccomandando loro di non fare soverchio spreco di munizioni e di<br />
sparare solo a colpo sicuro; poi trasse da parte Sapagar, facendo cenno a Yanez e a Tremal-Naik di seguirlo.<br />
«Giacché abbiamo un momento di sosta e l'assalto al Kaidangan non è cominciato, scambiamo due parole tra<br />
noi. Tu non conosci le forze dei dayaki, mi hai detto».<br />
«No, capitano».<br />
«Se osano assalirci anche quassù, dopo le lezioni durissime che noi abbiamo inflitto loro, devono essere senza<br />
dubbio molto forti. Sanno ormai che noi disponiamo d'un bel numero di bocche da fuoco, piccole ed anche<br />
grosse».<br />
«Così la penso anch'io» disse Yanez, il quale non perdeva una sillaba.<br />
«L'investimento completo del Kaidangan non può essere ancora avvenuto, avendo una base troppo larga»<br />
proseguì Sandokan. «Io però ho un timore: quello che il maledetto greco, d'accordo coi figli del rajah del lago,<br />
tenti qui il supremo sforzo per interrompere la nostra avanzata».<br />
«Lanciando le orde dei dayaki all'assalto del cono?» chiese Tremal-Naik.<br />
«No, assediandoci».<br />
«Siamo però ancora in buon numero per rompere le linee degli assedianti» disse Yanez.<br />
«Non dico di no, ma quale spreco di munizioni dovremo noi fare e quali perdite subiremo noi? Chi le<br />
rimpiazzerà».<br />
«Che cosa vuoi concludere, fratello?» «Che è assolutamente necessario che qualcuno si rechi alla baia e faccia<br />
avanzare a marce forzate Sambigliong e i suoi uomini col maggior carico possibile di munizioni. Se noi<br />
giungessimo sulle rive del lago senza una carica di mitraglia e senza una palla, che cosa succederebbe? I nostri<br />
parang e i nostri kriss non basterebbero a impressionare le popolazioni dei villaggi».<br />
«Vuoi, capitano, che io vada a cercarlo e che te lo conduca?» chiese Sapagar.<br />
«É quello che volevo proporti» rispose Sandokan. «Due uomini abili, lesti e prudenti, potrebbero attraversare<br />
le linee dei dayaki, specialmente durante questa notte di tempesta».<br />
«Perché due?» «Ti voglio dare una guida fedele e sicura che conosce bene il paese: il capo dei negritos».<br />
«Dammi le tue ultime istruzioni e io parto» disse il valoroso luogotenente delle vecchie Tigri di Mòmpracem.<br />
«Hai notato tu, verso settentrione, una collinetta isolata?» «Sì, capitano».<br />
«A quale distanza ritieni che si trovi?» «A non più di tre miglia».<br />
«Quindi tu potresti raggiungerla fra le due o le tre del mattino».<br />
«Anche prima, spero» rispose Sapagar.<br />
«La prima cosa che dovrai fare è quella di raggiungere quell'altura e di accendere un falò».<br />
«Per quale motivo?» chiese Yanez a Sandokan.<br />
«Per essere bene sicuri che hai oltrepassate le linee degli assedianti. Noi resisteremo fino a quando avremo<br />
veduto quel segnale, poi tenteremo a nostra volta di scendere, possibilmente inosservati, il cono. Se noi<br />
riusciremo a scendere nella pianura, ti dò appuntamento sulla cima della montagna Kinibalu, non te ne<br />
scordare, Sapagar. Sarà là che noi aspetteremo Sambigliong, i suoi uomini e le munizioni. Va', amico: il capo<br />
dei negritos è pronto a guidarti».<br />
«Che i buoni geni proteggano i miei capi!» disse il luogotenente. «Io parto!» Si gettò ad armacollo la carabina,<br />
estrasse il parang, si mise fra le labbra il kriss serpeggiante e scomparve fra le tenebre.<br />
Cominciava allora a piovere. Larghe gocce cadevano con un rumore strano, battendo fortemente contro le<br />
rocce, e in lontananza il tuono aumentava d'intensità, rumoreggiando sinistramente.<br />
Cosa strana: non balenava nessun lampo.