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SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

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CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO: UN ALTRO AGGUATO DEL GRECO.<br />

Le due colonne, ormai riunitesi, avevano ripresa la corsa verso le foreste della montagna, protette dalle<br />

spingarde manovrate da Kammamuri e dai suoi dieci uomini.<br />

I dayaki, sempre coraggiosi, non avevano tardato a riordinarsi alla meglio e cercavano di tornare nuovamente<br />

alla carica, per distruggere i loro formidabili avversari prima che avessero potuto trovare un asilo sicuro sulla<br />

cima del Kinibalu.<br />

Erano peraltro sforzi inutili ormai, poiché in pochi minuti le due colonne si trovavano già in mezzo alle<br />

boscaglie.<br />

Anche le quattro spingarde di Sambigliong erano state subito messe in batteria presso quelle di Kammamuri e<br />

cominciavano ad aprire il fuoco, appoggiate da oltre trecento carabine.<br />

Lo slancio dei dayaki fu quindi subito arrestato, e quei selvaggi, ormai convinti di aver perduta la giornata,<br />

ripiegavano alla rinfusa dinanzi a quell'uragano di piombo e di ferro che faceva delle vere stragi.<br />

«Io credo che la battaglia sia finita» disse Sandokan, il quale dominava la situazione dall'alto d'una roccia,<br />

insieme coll'inseparabile Yanez. «Per un po' di tempo i cacciatori di teste ed il greco ci lasceranno, spero,<br />

tranquilli.<br />

Ordina a Kammamuri di far ritirare la spingarda fino allo sbocco del burrone e noi raggiungiamo la vetta».<br />

«Non c'è altro da fare» rispose il portoghese, il quale osservava in quel momento, più che i dayaki, il suo<br />

cappello attraversato da una freccia, probabilmente avvelenata, senza però manifestare la menoma emozione<br />

per lo scampato pericolo. «E Sambigliong?» «Eccomi, signor Yanez» rispose il vecchio malese, il quale stava<br />

appunto inerpicandosi su per la roccia.<br />

«Dove hai scovato tutti quegli uomini?» gli chiese Sandokan. «Ti ho lasciato venti uomini e me ne conduci<br />

centocinquanta o duecento».<br />

«Esattamente centosessantadue, capitano» rispose il malese. «Una dozzina di quei bravi è rimasta sul campo<br />

di battaglia».<br />

«Chi sono? Dayaki?» «Quelli della kotta, capitano. Io mi annoiavo; e poi ho pensato che voi forse avreste<br />

potuto da un giorno all'altro aver bisogno di soccorsi e li ho assoldati ed istruiti magnificamente. Vi assicuro<br />

che si servono ora delle carabine meglio che delle loro sumpitam».<br />

«Li abbiamo veduti alla prova» disse Yanez. «Tu diventi un uomo non meno prezioso di Kammamuri. Anche<br />

quel demonio di maharatto ha avuto la medesima idea e ha trasformato dei miserabili negritos in bravissimi<br />

guerrieri».<br />

«Sapagar me lo ha detto» rispose Sambigliong. «Spero che sarete contenti di veder accresciuto il mio modesto<br />

drappello».<br />

«Con trecento uomini sottomano, guidati dai miei malesi, mi sentirei capace di conquistare mezzo Borneo»<br />

rispose Sandokan. «Ora mi sento ben più tranquillo di prima e non ho che un solo desiderio, quello di giungere<br />

al più presto sulle rive del lago, di vendicare la strage della mia famiglia e riprender possesso del trono dei miei<br />

avi».<br />

«E io quello di mandare all'inferno, e questa volta per sempre, il signor Teotokris» disse Yanez. «Questa volta<br />

però mi accerterò per bene se sia veramente morto. Non desidero che risusciti di nuovo. Potrebbe dare dei<br />

fastidi anche a mia moglie e mettere a soqquadro l'Assam».<br />

«Bada che non ti sfugga, Yanez» osservò Sandokan. «Quell'uomo è un furbo matricolato».<br />

«Se non fosse furbo, non sarebbe un greco. Orsù, raggiungiamo il nostro campo e accordiamo a questo bravo<br />

vecchio e ai suoi uomini un po' di riposo. La marcia è stata lunga, non è vero, Sambigliong?» «Una corsa sola,<br />

signor Yanez».<br />

«E dalla costa quali nuove?» chiese Sandokan.<br />

«Tutto è tranquillo alla baia di Malludu».<br />

«E il mio povero yacht?» domandò Yanez.<br />

«É affondato completamente nelle sabbie e non si scorge più».<br />

Il portoghese alzò le spalle.<br />

«La rhani è ricca» disse poi, ridendo.<br />

«E tu non meno di lei» aggiunse Sandokan.<br />

La ritirata verso la cima del Kinibalu era cominciata sotto la direzione di Tremal-Naik e di Kammamuri,<br />

quantunque più nessun pericolo minacciasse le due colonne, poiché i dayaki, dopo quella solenne batosta, erano<br />

scomparsi. A mezzanotte i trecento e più uomini toccavano felicemente la cima accampandosi fra le numerose

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