SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici
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Erano venti o trenta gaviali, quei prossimi parenti dei coccodrilli e dei caimani, lunghi dai cinque ai sei metri e<br />
dotati d'una voracità più che straordinaria. Tutti i fiumi delle grandi isole malesi pullulano di quei feroci<br />
sauriani, e guai al disgraziato che deve provare i loro denti d'acciaio.<br />
Tremal-Naik e Kammamuri, i quali si erano già issati sulla murata, erano balzati indietro, spaventati<br />
dall'improvvisa comparsa di quei mostri.<br />
«Non ci mancavano che questi!...» esclamò l'ex "Cacciatore della Jungla Nera"».<br />
«Non ti lamentare» gli disse Sandokan. «Sono nostri alleati in questo momento».<br />
«Perché?» «Daranno addosso ai dayaki ed arresteranno il loro assalto».<br />
«Ma stiamo per affondare».<br />
«Per qualche mezz'ora ci reggeremo ancora, io spero».<br />
«E dove andremo a finire?» «Su qualche spiaggia ci areneremo. Lasciate i dayaki e proviamo la resistenza<br />
delle scaglie dei gaviali. Costringiamoli a rimontare il fiume. Là troveranno prede più abbondanti che qua».<br />
Mentre si preparavano a fucilare i sauriani, gli equipaggi dei prahos, guadagnate le rive dell'isolotto,<br />
affrontavano animosamente gli assalitori.<br />
Avevano portate a terra tutte le spingarde, e, riparati sotto gli alberi ed in mezzo ai cespugli, mantenevano un<br />
fuoco vivissimo, mettendo a dura prova il coraggio degli assalitori.<br />
Sapagar, il luogotenente della Tigre della Malesia, il quale aveva avuto il tempo di guadagnare terra<br />
coll'equipaggio della barcaccia, li aveva rapidamente organizzati, per tenere validamente testa agli avversari, in<br />
attesa del ritorno dei suoi capi.<br />
Quel ritorno era però molto problematico, poiché la barcaccia, quantunque fosse piena d'acqua fino alla tolda,<br />
continuava la sua corsa, seguendo sempre il filo della corrente.<br />
A volte pareva che da un momento all'altro dovesse sprofondare, poi rimontava a galla qualche po', ora a prora<br />
ed ora a poppa, e dopo qualche altro giro su se stessa riprendeva la discesa.<br />
Sandokan, Yanez ed i loro due amici, non vedendo più intorno alle murate semisommerse le brutte teste dei<br />
gaviali, avevano sospese le fucilate, per non sprecare inutilmente le loro munizioni, quantunque avessero avuto<br />
la precauzione di strappare all'inondazione una cassa di cartucce e di collocarla sulla cima dell'argano prodiero.<br />
In piedi sulle murate, ascoltavano attentamente le scariche che rimbombavano sull'isolotto, domandandosi,<br />
con profonda angoscia, se i dayaki, battuti di fronte dalle carabine e dalle spingarde ed assaliti ai fianchi da<br />
quella truppa d'ingordi sauriani, si erano finalmente decisi ad abbandonare la partita.<br />
«Mi pare che la moschetteria rallenti» disse ad un tratto Yanez. «Che sia per effetto della distanza, o perché i<br />
dayaki ne hanno avuto abbastanza?» «Le spingarde non sparano quasi più» rispose Sandokan.<br />
«Che i nostri uomini siano stati invece massacrati?» chiese Tremal-Naik.<br />
«I miei malesi sono d'acciaio del Borneo, che è il migliore che esista» rispose la Tigre della Malesia. «Quando<br />
hanno una carabina fra le mani e un parang, non si lasciano scannare nemmeno da mille dayaki».<br />
«E anche i miei assamesi sono valorosi» aggiunse Yanez. «Sono stati scelti fra i montanari».<br />
«Allora i dayaki sono in ritirata» disse Kammamuri. «Non odo più che qualche colpo di fuoco isolato».<br />
«Pei miei uomini non temo» rispose Sandokan. «Nessuno potrà snidarli dall'isolotto. Siamo noi invece che ci<br />
troviamo in pessime acque».<br />
«Puoi dire addirittura in acqua» disse Yanez. «Io sono immerso fino alle ginocchia. Quando si deciderà a<br />
fermarsi questa carcassa? Se noi gettassimo un'àncora?» «Sono scomparse tutte e due».<br />
«Allora finiremo nella baia».<br />
«Questa barcaccia non può durare tanto, Yanez».<br />
«Eppure continua a galleggiare, quantunque sia piena d'acqua da scoppiare».<br />
«Sono le casse dei viveri ed i barili delle munizioni che ci sorreggono.<br />
Quando si sfasceranno, e ciò non tarderà ad accadere, caleremo a fondo».<br />
«Ed i gaviali ci mangeranno le gambe» aggiunse Kammamuri.<br />
«Per ora non ne vedo intorno a noi» disse Yanez. «Sono corsi tutti a rosicchiare i piedi dei dayaki. Ohe!...»<br />
La barcaccia aveva subìta una brusca scossa e si era rialzata verso poppa, rovesciando l'acqua che copriva la<br />
coperta verso prora, coll'impeto d'una fiumana che straripa.<br />
La corrente l'aveva spinta in quel momento verso la riva sinistra dalla quale ormai non distava che una ventina<br />
di metri.<br />
«Abbiamo urtato» disse Sandokan. «Tenetevi pronti a guadagnare la sponda».<br />
«Vi sono degli scogli dietro la poppa!...» gridò Kammamuri, il quale, tenendosi in equilibrio sulla murata di<br />
babordo, aveva raggiunto il casseretto.