31.05.2013 Views

SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

«Dammi il tuo parang ilang» disse il negrito. «Mi è necessario».<br />

A pochi passi vi era un enorme gruppo di bambù giganti. Il figlio dei boschi ne tagliò uno, lo esaminò per<br />

qualche istante, poi lo spezzò nuovamente.<br />

«É fatto!» disse raccogliendo un pezzo non più lungo di trenta centimetri.<br />

«Ecco un bellissimo angilung. Corriamo, orang: i dayaki non devono esser lontani».<br />

Si erano messi a trottare furiosamente attraverso la foresta, gettandosi in mezzo ai calamus e ai rotang. Il<br />

negrito, il quale pareva che conoscesse a meraviglia la foresta, filava diritto, senza mai deviare.<br />

Kammamuri faceva degli sforzi prodigiosi per tenergli dietro e non cessava di dire al piccolo uomo: «Vuoi<br />

farmi scoppiare? Rallenta un po', selvaggio dannato!...» Erano parole sprecate, poiché il negrito continuava la<br />

sua corsa indiavolata, saltando sopra gli alberi abbattuti dagli uragani e sopra i cespugli, con un'agilità da tigre.<br />

D'improvviso si fermò.<br />

«Ci siamo» disse.<br />

«Dove?» chiese Kammamuri con voce affannosa.<br />

«Al rifugio».<br />

«Non vedo altro che degli alberi dinanzi a noi».<br />

Il negrito, invece di rispondere, gli prese il parang e si mise ad incidere il pezzo di bambù che non aveva mai<br />

abbandonato, tagliando dapprima da una parte e poi facendo parecchie tacche profonde su tutta la lunghezza.<br />

«Che cosa fai dunque?» chiese Kammamuri, il quale non riusciva a capir nulla.<br />

Il negrito stava per restituirgli il parang, quando due colpi di fucile echeggiarono a breve distanza, seguiti da<br />

clamori assordanti.<br />

Kammamuri aveva fatto un salto.<br />

«Colpi di carabina!...» aveva esclamato. «Le Tigri di Mòmpracem!» «Fuggiamo, orang» disse il negrito. «Il<br />

mio angilung è pronto e addormenterà i grossi pitoni».<br />

«Scappa tu se vuoi, ma non io» rispose l'indiano. «Gli uomini che hanno fatto fuoco sono miei amici. I dayaki<br />

non hanno le canne che tuonano».<br />

Le grida erano cessate bruscamente ed anche i colpi di fuoco.<br />

Kammamuri, in preda ad una fortissima emozione, ascoltava attentamente.<br />

Anche il negrito si era posto in ascolto, ma il povero diavolo tremava come se fosse stato colto da una<br />

fortissima febbre.<br />

Quelle detonazioni dovevano averlo assai spaventato.<br />

Aspettavano da qualche minuto, quando un altro colpo di fuoco si fece udire a una distanza di tre o<br />

quattrocento metri, poi, dopo un brevissimo intervallo, seguirono altri due spari.<br />

«Sono loro!...» gridò Kammamuri. «Corriamo, negrito».<br />

Si era slanciato come un pazzo attraverso la boscaglia, urlando a squarciagola: «Padrone!... Signor Yanez!...<br />

Signor Sandokan!...» Gli rispose una nuova scarica seguita da vociferazioni spaventevoli.<br />

«Padrone!... Padrone!...» ripeté il maharatto, il quale si dirigeva, a corsa sfrenata, verso il luogo ove<br />

rimbombavano gli spari.<br />

Una voce si alzò di mezzo a un foltissimo gruppo di banani: «Chi chiama?» «Sono io! Kammamuri!...» Tre<br />

grida risposero, e un istante dopo tre uomini balzarono fuori dal di sotto delle gigantesche foglie che coprivano<br />

la macchia: erano Tremal-Naik, Sandokan e Yanez, tutti inzuppati d'acqua e lordi di fango fino ai capelli.<br />

«Ritrovato e vivo ancora!...» esclamò Tremal-Naik, precipitandosi verso il suo fedele servo.<br />

«Per miracolo, però, padrone» rispose Kammamuri, il quale pareva che fosse impazzito per la gioia.<br />

«Lasciate i complimenti», disse Yanez «e lavorate di gambe. I dayaki ci sono alle spalle!...» Kammamuri si<br />

era voltato verso il negrito, il quale guardava con viva curiosità quegli uomini.<br />

«Conducici subito al rifugio, amico» gli disse.<br />

«Aspetta un momento che facciamo un'altra scarica per fermarli un po'» disse Sandokan. «Ci sono troppo<br />

vicini».<br />

In mezzo alle piante si udivano degli uomini correre sfrenatamente, percuotendo a gran colpi di kampilang le<br />

piante parassite che ostacolavano la loro avanzata.<br />

Sandokan e i suoi compagni fecero una scarica a casaccio, poi si slanciarono dietro al negrito e a Kammamuri.<br />

Attraversarono con slancio irresistibile sette od otto enormi macchie, poi si fermarono dinanzi a una colossale<br />

rupe, la quale pareva che si prolungasse per molte centinaia di metri in mezzo alla grande foresta.<br />

Il negrito si era precipitato fra un ammasso di cespugli, aprendosi rapidamente il passo.<br />

«Vieni, orang» aveva detto a Kammamuri. «É qui il rifugio, e ho sempre l'angilung».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!