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SANDOKAN ALLA RISCOSSA - Testi Elettronici

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caricate... puntate... fuoco a volontà!... Per Giove!... Sarei un ottimo sergente istruttore!» «Un grande<br />

generale» disse Tremal-Naik. «Mi pare di udire sir John Dukley comandare la manovra ai sipai sulla superba<br />

spianata del forte William».<br />

«Ecco un uomo veramente meraviglioso» disse Sandokan scoppiando in una risata. «Vedrai, mio caro Tremal-<br />

Naik, che saprà ricavare da questi selvaggi dei soldati meglio disciplinati dei miei malesi e dei suoi assamesi.<br />

Che peccato che sia diventato un rajah!...» Quella prima giornata, passata sul villaggio aereo dei negritos,<br />

trascorse allegramente, innaffiata abbastanza copiosamente di bram e di kalapa.<br />

Anche i malesi e gli assamesi, accampati intorno ai giganteschi alberi, non ebbero affatto da lagnarsi<br />

dell'ospitalità di quei poveri negritos.<br />

Alla sera sulle piattaforme fu dato perfino un ballo, al quale si guardarono bene dal partecipare i capi della<br />

pirateria e gli assamesi che calzavano gli stivali, per non esporsi al pericolo di rompersi le gambe.<br />

Sandokan però non trascurò di prendere, dopo la scomparsa del sole, le più grandi precauzioni, per evitare una<br />

qualche sorpresa da parte dei dayaki, dei quali non aveva avuto più alcuna notizia.<br />

Diffidava estremamente del greco, che sapeva ormai quanto fosse vendicativo.<br />

Fortunatamente aveva sottomano i quaranta guerrieri del negrito che lanciò, come sentinelle avanzate e<br />

fedelissime, attraverso la grande foresta, per garantire assolutamente i suoi malesi e gli assamesi di Yanez da un<br />

attacco fulmineo.<br />

D'altronde le quattro spingarde, caricate fino alla bocca di chiodi di rame e di frammenti di vetro, erano pronte<br />

a fare una cattiva accoglienza ai feroci cacciatori di teste.<br />

Ma quelle precauzioni furono affatto inutili, poiché la notte trascorse tranquillissima e tutti poterono gustare<br />

un buon sonno, di cui avevano ormai tanto bisogno.<br />

Qualche ora dopo lo spuntare del sole, Yanez era nel pieno esercizio delle sue funzioni di sergente istruttore.<br />

La sua voce echeggiava come una tromba sotto la volta dei grandi alberi, facendo sovente scoppiare dalle risa<br />

Tremal-Naik e Sandokan, i quali dall'alto delle piattaforme, assistevano allo spettacolo insieme con le donne<br />

della tribù.<br />

«Uno... due... per fila a destra... girate a sinistra... caricate...<br />

puntate... fuoco... all'assalto... urrah per la Tigre della Malesia!...» E non scherzava il bravo portoghese.<br />

Quando un guerriero non era pronto a muoversi, erano santissime legnate che piovevano sul dorso del<br />

maldestro, pienamente approvate dal capo della tribù.<br />

Pareva peraltro che quei poveri selvaggi, malgrado la loro buona volontà di diventare degni guerrieri del tuanuropa,<br />

avessero la testa molto dura, poiché dopo un paio d'ore ne sapevano meno di prima e non erano ancora<br />

riusciti a marciare in colonna. Forse non comprendevano completamente gli ordini che il portoghese impartiva<br />

a suon di legnate e di altissimi e rimbombanti comandi.<br />

«Per Giove tuonante!...» esclamò a un certo momento Yanez, il quale si arrostiva da un paio d'ore sotto il sole<br />

fiammeggiante. «Che la mia famosa idea debba tramontare?» Guardò verso le piattaforme.<br />

Sandokan e Tremal-Naik, sdraiati all'ombra dei grandi alberi, sul margine del villaggio aereo, colle pipe in<br />

bocca, lo guardavano sorridendo malignamente.<br />

«Pare che si divertano dei miei sforzi quasi inutili» disse. «Kammamuri, a me!...» Il maharatto, che si godeva<br />

anche lui l'insolito spettacolo all'ombra d'un superbo pandano e trattenendo a stento le risa, sputò la noce d'areca<br />

che stava masticando e si fece innanzi dicendo con voce grave: «Presente, generale».<br />

«Per la morte di Giove!...» gridò Yanez, un po' esasperato. «Mi pare che tutti voi vi burliate di me<br />

allegramente».<br />

«Niente affatto, generale».<br />

«Io ti ho nominato istruttore delle truppe assamesi, perché appartieni alla più fiera casta guerriera dell'India».<br />

«É vero, signor Yanez».<br />

«Ma io non ti ho mai veduto far manovrare i miei sudditi».<br />

«É vero, signor Yanez».<br />

«Istruiscimi dunque questi selvaggi che pare abbiano un cervello molto ottenebrato. Io ne ho abbastanza!» «Ci<br />

vuole un buon bambù per infiltrare nei loro crani le manovre dei sipai».<br />

«Il capo te lo permette».<br />

«Allora lasciate fare a me. Vi assicuro, signor Yanez, che fra otto giorni questi uomini manovreranno come il<br />

primo reggimento dei fucilieri del Bengala».<br />

«Che il diavolo ti porti!...» gridò Yanez. «Se non riuscirai, ti leverò la carica d'istruttore dei reggimenti<br />

assamesi, parola d'onore».

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