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M. Murgia - Origine delle tensioni residue in saldatura, metodologie tradizionali di misura, precauzioni e rimedi<br />
Figura 16 - Schema per la misura dell’angolo di diffrazione (angolo di Bragg) a raggi X.<br />
nichel (si deve considerare, al proposito,<br />
che i raggi X utilizzati per queste applicazioni<br />
interagiscono con la materia a<br />
livello di gusci elettronici esterni mentre<br />
fasci di neutroni riescono a penetrare la<br />
materia stessa a livello nucleare).<br />
Una conseguenza importante è quindi<br />
che i metodi a diffrazione neutronica<br />
sono in grado di fornire indicazioni su<br />
stati triassiali di tensione, a differenza<br />
della diffrazione a raggi X.<br />
Il metodo, in pratica, prevede l’impiego<br />
di un fascio di neutroni di sezione pari a<br />
circa 50 mm 2 , ottenuto con reattori<br />
nucleari o mediante sincrotroni; il fascio<br />
viene collimato con idonee maschere, ad<br />
esempio al cadmio, in modo da ridurne<br />
sensibilmente la sezione trasversale ed<br />
interessare alla misura il minore volume<br />
possibile di materiale (da 10 a 100 mm 3 );<br />
il fascio diffratto è rivolto verso un<br />
sistema di rilevazione, cui arriva opportunamente<br />
collimato.<br />
Il metodo si presta a misurazioni di interesse<br />
in settori come quello nucleare,<br />
aerospaziale, off-shore, con particolare<br />
riferimento a giunti a passate multiple<br />
(multipass).<br />
4.4.5 Misura delle tensioni residue con<br />
metodi acustici<br />
I metodi di tipo acustico, pure di tipo non<br />
distruttivo, sono basati sulla relazione<br />
esistente tra la velocità di propagazione<br />
delle onde (ultra)sonore e talune<br />
proprietà elastiche dei materiali, funzione<br />
a loro volta dello stato tensionale.<br />
Di fatto, il metodo è basato sulle variazioni<br />
delle velocità di propagazione delle<br />
onde longitudinali, trasversali e superficiali<br />
dovute agli stati tensionali; spesso,<br />
sono utilizzate onde ultrasonore superfi-<br />
32 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio <strong>2007</strong><br />
ciali generate da un trasduttore montato<br />
sul pezzo (frequenze variabili tra 2 e 10<br />
MHz). La notevole entità del volume di<br />
materiale coinvolto nella misura porta,<br />
ovviamente, a misure mediate di carattere<br />
non puntuale; un aspetto da non<br />
trascurare, evidentemente, è l’influenza<br />
della microstruttura nei confronti della<br />
velocità di propagazione delle onde, che<br />
costringe ad accurate tarature preliminari<br />
con blocchi campione rappresentativi del<br />
pezzo reale.<br />
4.4.6 Misura delle tensioni residue con<br />
metodi magnetici<br />
La presenza di stati tensionali residui<br />
determina variazioni nelle proprietà<br />
magnetiche dei materiali. Questa considerazione<br />
è alla base della misura di<br />
tensioni residue con i metodi di tipo<br />
magnetico, di carattere superficiale; le<br />
proprietà magnetiche, in particolare,<br />
influenzate dagli stati tensionali sono<br />
l’effetto Barkhausen di tipo magnetoinduttivo<br />
o magnetoacustico, l’incremento<br />
della permeabilità alle correnti indotte,<br />
la magnetostrizione.<br />
Come già accennato nel caso di metodi<br />
di tipo acustico, anche queste proprietà<br />
sono fortemente legate al tipo di microstruttura<br />
ed al suo orientamento, ragione<br />
che porta, anche in questo caso, alla<br />
necessità di accurate tarature preliminari.<br />
In definitiva, si tratta di metodi di interesse<br />
nel campo del Controllo Qualità<br />
per i ridotti tempi di misura e la possibilità<br />
di automazione; si consideri infine,<br />
che attraverso opportune combinazioni<br />
di tecniche, basate su differenti proprietà<br />
magnetiche, è possibile ottenere una<br />
notevole indipendenza rispetto all’accuratezza<br />
dei metodi di taratura utilizzati.<br />
5. Precauzioni e rimedi<br />
Allo scopo di prevenire, ridurre o eliminare<br />
gli effetti dei ritiri o degli sforzi di<br />
ritiro delle saldature si possono prendere<br />
a volte utili precauzioni; oppure si può<br />
intervenire durante la saldatura con<br />
opportuni procedimenti o trattamenti,<br />
oppure, infine, si possono usare adatti<br />
rimedi a saldatura ultimata.<br />
5.1 Precauzioni prima della saldatura<br />
Le precauzioni che il tecnico di saldatura<br />
può prendere prima di eseguire un<br />
giunto saldato allo scopo di contrastare<br />
gli effetti del ritiro, senza porre d’altro<br />
canto vincoli rigidi ai pezzi da saldare,<br />
debbono rispondere al criterio fondamentale<br />
di “alimentare il ritiro”. Con<br />
questa espressione si intende la creazione<br />
di una opportuna condizione per<br />
cui il ritiro possa effettuarsi nel modo<br />
più libero possibile, portando i pezzi<br />
saldati nella esatta posizione richiesta.<br />
Citiamo di seguito alcune precauzioni<br />
comunemente usate allo scopo.<br />
5.1.1 Deformazione preventiva<br />
Si può dare ai pezzi da saldare una<br />
disposizione o una deformazione uguale<br />
ed opposta a quella che provocherebbe il<br />
ritiro. Con questo metodo molto<br />
semplice si possono eliminare gli effetti<br />
del ritiro angolare dei giunti testa a testa,<br />
a T e di spigolo.<br />
Nel caso di giunti di testa, basta disporre<br />
le lamiere leggermente angolate (verso il<br />
basso, se si deve saldare in piano, o<br />
comunque dalla parte opposta a quella<br />
del maggior apporto termico) anziché<br />
complanari (Fig. 17), l’angolo di deviazione,<br />
in genere dell’ordine di qualche<br />
grado soltanto, deve essere determinato<br />
caso per caso, a seconda del procedimento<br />
e delle condizioni operative e non<br />
vi è che la base dell’esperienza di casi<br />
identici o analoghi che può costituire un<br />
indice sicuro.<br />
Analogamente, nel caso di giunti a T,<br />
saldati con un unico cordone d’angolo,<br />
si alimenta il ritiro predisponendo i<br />
pezzi con un angolo un poco maggiore<br />
di quello richiesto (leggermente ottuso<br />
nel caso comune di giunti d’angolo,<br />
Fig.18a); per i giunti a T saldati simmetricamente<br />
con due cordoni d’angolo si<br />
dovrebbe dare una leggera pre - deformazione<br />
alla lamiera continua, come<br />
indicato nella Figura 18b.