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TABELLA I - Esposizione professionale al rumore ed interventi richiesti.<br />
Esposizione<br />
L EX,8h<br />
p peak<br />
> 80 dB(A) 135 dB(C)<br />
≥ 85 dB(A) 137 dB(C)<br />
≥ 87 dB(A) 140 dB(C)<br />
Il datore di lavoro sceglie dispositivi di<br />
protezione individuale dell’udito che<br />
consentono di eliminare il rischio per<br />
l’udito o di ridurlo al minimo, previa<br />
consultazione dei lavoratori o dei loro<br />
rappresentanti. Egli è tenuto alla verifica<br />
dell’efficacia dei dispositivi di protezione<br />
individuale dell’udito.<br />
Il datore di lavoro tiene conto dell’attenuazione<br />
prodotta dai dispositivi di<br />
protezione individuale dell’udito indossati<br />
dal lavoratore solo ai fini di valutare<br />
il rispetto dei valori limite di esposizione.<br />
La determinazione dei L EX,8h può essere<br />
tutt’altro che semplice: se l’attività del<br />
lavoratore non è legata ad un ciclo lavorativo<br />
ben definito e sempre uguale<br />
(caso, ad esempio, dei manutentori, dei<br />
falegnami, dei lavoratori dell’edilizia o<br />
in generale della cantieristica), non sarà<br />
facile o possibile trovare giornate (o<br />
settimane) di lavoro standard. Il fatto<br />
che le prescrizioni di legge siano legate<br />
più a fasce di rischio che non allo specifico<br />
L EX,8h, può essere di aiuto nella<br />
valutazione, ma diventa arduo ottenere<br />
quella precisione di determinazione che<br />
sembra essere il principio ispiratore<br />
della legge stessa.<br />
1.2 Effetti biologici del rumore<br />
L’esposizione ad onde acustiche deve<br />
essere differenziata, per l’esame degli<br />
effetti biologici, in due categorie caratterizzate<br />
da diversi ambiti di frequenza: il<br />
rumore udibile e gli ultrasuoni.<br />
1.2.1 Rumori e suoni di frequenza<br />
udibile<br />
Le onde sonore che raggiungono il<br />
F.Traversa et al. - Agenti fisici (rumore, radiazioni e microclima) e salute in saldatura<br />
Intervento<br />
Valore inferiore di azione. Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori dispositivi di<br />
protezione individuale dell'udito.<br />
Informazione dei lavoratori sui rischi e la sua valutazione, sulle misure adottate, sui mezzi individuali<br />
di protezione, sul controllo sanitario (che non è obbligatorio, ma su richiesta).<br />
Valore superiore di azione. Elabora ed applica un programma di misure tecniche e organizzative<br />
volte a ridurre l'esposizione al rumore. I luoghi di lavoro sono indicati da appositi segnali e le<br />
aree sono delimitate e l'accesso alle stesse è limitato (se tecnicamente possibile e giustificato). Il<br />
datore di lavoro fa tutto il possibile per assicurare che vengano indossati i dispositivi di protezione<br />
individuale dell'udito. Sorveglianza sanitaria.<br />
Valore limite. Il datore di lavoro adotta misure immediate per riportare l'esposizione al di sotto<br />
dei valori limite di esposizione e modifica le misure di protezione e di prevenzione.<br />
nostro orecchio vengono successivamente<br />
inviate attraverso vie nervose<br />
particolari al cervello, che le elabora in<br />
percezioni uditive.<br />
Possono raggiungere il nostro cervello<br />
solo frequenze comprese tra 20 Hz e<br />
16.000 Hz.<br />
Suoni e rumore di elevata intensità<br />
possono provocare due tipi di danni:<br />
danni all’orecchio e quindi alla funzione<br />
uditiva, e danni cosiddetti extrauditivi.<br />
Gli effetti dannosi più evidenti sono a<br />
carico dell’orecchio. A seconda dell’intensità<br />
e della durata del rumore possono<br />
verificarsi due diverse situazioni:<br />
• un rumore molto forte, come un’esplosione,<br />
provoca un’onda d’urto<br />
che dà luogo a dolore e talvolta addirittura<br />
ad una lacerazione del<br />
timpano; inoltre può danneggiare le<br />
cellule sensoriali con riduzione anche<br />
grave dell’udito;<br />
• un rumore meno forte, ma superiore a<br />
80-85 dB(A), protratto per molto<br />
tempo può determinare una riduzione<br />
dell’udito. Questa inizialmente si<br />
manifesta con una ridotta capacità<br />
uditiva temporanea dopo l’esposizione<br />
a rumore, che regredisce dopo<br />
alcune ore; dopo mesi od anni di<br />
esposizione, la riduzione della capacità<br />
uditiva, diventa permanente e<br />
non regredisce neppure se si cessa del<br />
tutto l’esposizione. Soggettivamente<br />
compare inizialmente una difficoltà<br />
alla percezione dei toni acuti, con<br />
difficoltà a comprendere la conversazione<br />
soprattutto in presenza di<br />
rumore di fondo, che progressivamente<br />
si trasforma in una ridotta<br />
sensibilità uditiva più globale; si<br />
parla in questi casi di “ipoacusia da<br />
rumore”.<br />
Il nostro orecchio tollera meglio: i<br />
rumori continui (ad esempio il rumore<br />
emesso da una pompa) rispetto a quelli<br />
impulsivi (ad esempio il rumore emesso<br />
da un martello che batte su una lamiera);<br />
i rumori gravi rispetto a quelli acuti; i<br />
rumori meno intensi.<br />
La riduzione dell’udito può trovare<br />
molte altre cause. Essa è influenzata in<br />
particolare da malattie dell’orecchio<br />
(otiti, otosclerosi, traumi, ecc.), dall’età<br />
del soggetto (con l’aumentare dell’età si<br />
ha una riduzione dell’udito detta<br />
presbiacusia), dall’uso di farmaci (streptomicina,<br />
alcuni antibiotici, ecc.).<br />
La capacità uditiva di un soggetto può<br />
essere indagata in modo relativamente<br />
semplice mediante esami diagnostici tra<br />
i quali il più comune è l’audiometria<br />
tonale liminare.<br />
Il rumore può inoltre determinare altri<br />
effetti, detti extrauditivi, tra cui in particolare:<br />
alterazioni della frequenza<br />
cardiaca e circolatoria; modificazioni<br />
della pressione arteriosa; aumento delle<br />
resistenze vascolari periferiche; modificazioni<br />
funzionali del sistema nervoso e<br />
neurovegetativo; alterazioni a carico<br />
dell’apparato digerente. Questi effetti<br />
sono difficilmente dimostrabili e quantificabili,<br />
e non si ritrovano in tutti i<br />
soggetti esposti; inoltre sono quasi<br />
sempre transitori, cioè regrediscono con<br />
il cessare dell’esposizione.<br />
Infine, il rumore può contribuire all’aumento<br />
degli infortuni sul lavoro facendo<br />
diminuire l’attenzione e la concentrazione<br />
degli operatori e la percettibilità<br />
dei segnali acustici.<br />
Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio <strong>2007</strong><br />
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