You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Ad intensità elevate si possono avere<br />
vibrazioni dei peli cutanei. Riguardo al<br />
campo magnetico, che è l’agente inquinante<br />
prevalente, questo penetra facilmente<br />
nei tessuti senza ridursi e può<br />
determinare correnti elettriche circolanti<br />
anche intense.<br />
3.1.5 Radiofrequenze (RF) e<br />
microonde (MW)<br />
Sono di particolare interesse per l’esposizione<br />
delle persone: possono produrre<br />
nei tessuti correnti indotte e riscaldamento<br />
secondo varie modalità, in relazione<br />
alla frequenza.<br />
a) Campi RF a frequenza inferiore a<br />
3 MHz: le sorgenti radianti sono<br />
sfruttate nel settore industriale per<br />
saldatura, fusione con riscaldamento<br />
di tipo induttivo, sterilizzazione,<br />
tempera e nel settore delle telecomunicazioni<br />
come emissioni radio AM e<br />
amatoriali, radionavigazione. Inducono<br />
cariche e correnti elettriche che<br />
possono stimolare nervi e muscoli.<br />
b) Campi RF e MW a frequenza superiore<br />
a 3 MHz: tra 3 e 30 MHz sono<br />
impiegati per riscaldamento, essiccamento,<br />
saldatura, polimerizzazione,<br />
sterilizzazione di sostanze dielettriche,<br />
per impieghi medici, emissioni<br />
radio internazionali e amatoriali cittadine<br />
come “citizen band” e “walkietalkie”<br />
con potenze massime di 5 W,<br />
emissioni in radio-astronomia; tra 30<br />
e 300 MHz troviamo applicazioni<br />
industriali quali riscaldamento capacitivo<br />
o dielettrico per incollare legno<br />
o plastiche, essiccare, vulcanizzare,<br />
con potenze fino a 200 kW, emissioni<br />
radio FM e TV-VHF, controllo del<br />
traffico aereo, radar; tra 300 Mhz e<br />
3 GHz troviamo radar meteorologici,<br />
ponti radio fissi e mobili con potenze<br />
della decina di watt, radar per<br />
controllo del traffico stradale, telefoni<br />
cellulari con frequenze di 900-1800<br />
MHz, emissioni televisive, processi<br />
sfruttati nell’industria alimentare,<br />
forni a microonde da 900 a 2450<br />
MHz con potenze fino a 600 kW,<br />
applicazioni in medicina; tra 3 e 30<br />
GHz si incontrano altimetri, radar per<br />
navigazione marittima e aerea, comunicazioni<br />
via satellite, telefonia<br />
pubblica con ponti radio a<br />
microonde, telerilevamento per verifica<br />
del rispetto dei limiti di velocità<br />
sulle strade per mezzo di radar<br />
F.Traversa et al. - Agenti fisici (rumore, radiazioni e microclima) e salute in saldatura<br />
doppler e per controllo automatico<br />
del passaggio di veicoli in<br />
ingresso e uscita dai caselli autostradali;<br />
tra 30 e 300 GHz gli impieghi<br />
riguardano la radiometeorologia, la<br />
radioastronomia, la spettroscopia a<br />
microonde. Infine in campo sanitario<br />
i campi elettromagnetici sono impiegati<br />
a scopi diagnostici, con scarso<br />
utilizzo, e terapeutici sia alle<br />
frequenze più basse che a quelle alte<br />
(20 kHz- 2450 MHz, 10 GHz) per<br />
ipertermia, marconiterapia e radarterapia.<br />
Tali applicazioni sfruttano le<br />
proprietà dei campi elettromagnetici<br />
di produrre riscaldamento nei tessuti.<br />
Inoltre le microonde sono utilizzate<br />
in chirurgia per la sterilizzazione e<br />
per il trattamento del sangue.<br />
L’interazione tra radiofrequenze o<br />
microonde e materia vivente può<br />
comportare alterazioni della struttura<br />
biologica delle cellule e nei diversi<br />
organi e apparati in funzione del tipo di<br />
radiazione incidente, della esposizione<br />
(modalità e durata) e delle caratteristiche<br />
delle diverse matrici biologiche. Essenzialmente<br />
si possono verificare induzioni<br />
di dipoli, rotazioni di molecole<br />
polari, oscillazioni di cariche libere, in<br />
funzione del contenuto di liquidi intra ed<br />
extracellulare, di molecole polari, di<br />
acqua e di cariche elettriche con variabile<br />
distribuzione spaziale.<br />
In tali intervalli di frequenze la penetrazione<br />
nel tessuto si riduce con l’aumento<br />
della frequenza: sopra 10 GHz il corpo<br />
umano presenta buone proprietà isolanti<br />
e l’assorbimento riguarda prevalentemente<br />
la superficie della pelle. Si manifesta<br />
per lo più riscaldamento nei tessuti<br />
esposti dovuto all’energia trasportata<br />
dall’onda che viene depositata nei<br />
tessuti e ne aumenta la temperatura.<br />
Gli studi epidemiologici sull’uomo<br />
hanno rilevato effetti che possono essere<br />
schematicamente divisi in:<br />
a) effetti acuti di natura termica. Sono<br />
dovuti ad un innalzamento misurabile<br />
della temperatura all’interno dell’organismo<br />
umano. Per bassi livelli di<br />
esposizione le capacità di termoregolazione<br />
riportano il sistema nella<br />
condizione termica iniziale. Ad esposizioni<br />
intense e durature, con associato<br />
aumento di temperatura superiore<br />
a 1 °C. si possono manifestare<br />
effetti anche molto gravi soprattutto a<br />
carico degli organi poco vascolariz-<br />
zati (cristallino dell’occhio, testicoli)<br />
ove la dispersione del calore è più<br />
difficile essendo scarso il contenuto<br />
d’acqua (che favorirebbe la dispersione<br />
del calore). Per il verificarsi di<br />
danni di questo genere sono necessarie<br />
esposizioni e dosi rilevanti agli<br />
organi bersaglio (densità di potenza<br />
di almeno 500-600 W/m 2 ) per tempi<br />
di esposizione piuttosto prolungati;<br />
b) effetti cronici per bassi livelli di esposizione,<br />
definiti anche non termici.<br />
Sarebbero attribuibili ad alterazioni<br />
biologiche, a modificazioni transitorie<br />
di proprietà elettriche e magnetiche<br />
delle molecole e delle cellule<br />
senza una chiara e dimostrabile manifestazione<br />
di effetti sul piano biologico.<br />
Questi effetti sono stati descritti<br />
per il passato da autori dell’area<br />
europea orientale in alcune categorie<br />
di lavoratori addetti ai radar e alle<br />
radio e telecomunicazioni, e riguarderebbero,<br />
per esposizioni prolungate<br />
nel tempo (molti anni) ad intensità di<br />
campo elettrico di qualche decina di<br />
volt per metro, il sistema nervoso<br />
centrale, il sistema neurovegetativo e<br />
il sistema cardiocircolatorio. Gli studi<br />
riportano danni quali astenia, affaticamento<br />
e perdita di memoria fino<br />
all’induzione di tumori per campi<br />
troppo bassi per produrre riscaldamento<br />
(