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Numero 1 2007 - IIS

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Ad intensità elevate si possono avere<br />

vibrazioni dei peli cutanei. Riguardo al<br />

campo magnetico, che è l’agente inquinante<br />

prevalente, questo penetra facilmente<br />

nei tessuti senza ridursi e può<br />

determinare correnti elettriche circolanti<br />

anche intense.<br />

3.1.5 Radiofrequenze (RF) e<br />

microonde (MW)<br />

Sono di particolare interesse per l’esposizione<br />

delle persone: possono produrre<br />

nei tessuti correnti indotte e riscaldamento<br />

secondo varie modalità, in relazione<br />

alla frequenza.<br />

a) Campi RF a frequenza inferiore a<br />

3 MHz: le sorgenti radianti sono<br />

sfruttate nel settore industriale per<br />

saldatura, fusione con riscaldamento<br />

di tipo induttivo, sterilizzazione,<br />

tempera e nel settore delle telecomunicazioni<br />

come emissioni radio AM e<br />

amatoriali, radionavigazione. Inducono<br />

cariche e correnti elettriche che<br />

possono stimolare nervi e muscoli.<br />

b) Campi RF e MW a frequenza superiore<br />

a 3 MHz: tra 3 e 30 MHz sono<br />

impiegati per riscaldamento, essiccamento,<br />

saldatura, polimerizzazione,<br />

sterilizzazione di sostanze dielettriche,<br />

per impieghi medici, emissioni<br />

radio internazionali e amatoriali cittadine<br />

come “citizen band” e “walkietalkie”<br />

con potenze massime di 5 W,<br />

emissioni in radio-astronomia; tra 30<br />

e 300 MHz troviamo applicazioni<br />

industriali quali riscaldamento capacitivo<br />

o dielettrico per incollare legno<br />

o plastiche, essiccare, vulcanizzare,<br />

con potenze fino a 200 kW, emissioni<br />

radio FM e TV-VHF, controllo del<br />

traffico aereo, radar; tra 300 Mhz e<br />

3 GHz troviamo radar meteorologici,<br />

ponti radio fissi e mobili con potenze<br />

della decina di watt, radar per<br />

controllo del traffico stradale, telefoni<br />

cellulari con frequenze di 900-1800<br />

MHz, emissioni televisive, processi<br />

sfruttati nell’industria alimentare,<br />

forni a microonde da 900 a 2450<br />

MHz con potenze fino a 600 kW,<br />

applicazioni in medicina; tra 3 e 30<br />

GHz si incontrano altimetri, radar per<br />

navigazione marittima e aerea, comunicazioni<br />

via satellite, telefonia<br />

pubblica con ponti radio a<br />

microonde, telerilevamento per verifica<br />

del rispetto dei limiti di velocità<br />

sulle strade per mezzo di radar<br />

F.Traversa et al. - Agenti fisici (rumore, radiazioni e microclima) e salute in saldatura<br />

doppler e per controllo automatico<br />

del passaggio di veicoli in<br />

ingresso e uscita dai caselli autostradali;<br />

tra 30 e 300 GHz gli impieghi<br />

riguardano la radiometeorologia, la<br />

radioastronomia, la spettroscopia a<br />

microonde. Infine in campo sanitario<br />

i campi elettromagnetici sono impiegati<br />

a scopi diagnostici, con scarso<br />

utilizzo, e terapeutici sia alle<br />

frequenze più basse che a quelle alte<br />

(20 kHz- 2450 MHz, 10 GHz) per<br />

ipertermia, marconiterapia e radarterapia.<br />

Tali applicazioni sfruttano le<br />

proprietà dei campi elettromagnetici<br />

di produrre riscaldamento nei tessuti.<br />

Inoltre le microonde sono utilizzate<br />

in chirurgia per la sterilizzazione e<br />

per il trattamento del sangue.<br />

L’interazione tra radiofrequenze o<br />

microonde e materia vivente può<br />

comportare alterazioni della struttura<br />

biologica delle cellule e nei diversi<br />

organi e apparati in funzione del tipo di<br />

radiazione incidente, della esposizione<br />

(modalità e durata) e delle caratteristiche<br />

delle diverse matrici biologiche. Essenzialmente<br />

si possono verificare induzioni<br />

di dipoli, rotazioni di molecole<br />

polari, oscillazioni di cariche libere, in<br />

funzione del contenuto di liquidi intra ed<br />

extracellulare, di molecole polari, di<br />

acqua e di cariche elettriche con variabile<br />

distribuzione spaziale.<br />

In tali intervalli di frequenze la penetrazione<br />

nel tessuto si riduce con l’aumento<br />

della frequenza: sopra 10 GHz il corpo<br />

umano presenta buone proprietà isolanti<br />

e l’assorbimento riguarda prevalentemente<br />

la superficie della pelle. Si manifesta<br />

per lo più riscaldamento nei tessuti<br />

esposti dovuto all’energia trasportata<br />

dall’onda che viene depositata nei<br />

tessuti e ne aumenta la temperatura.<br />

Gli studi epidemiologici sull’uomo<br />

hanno rilevato effetti che possono essere<br />

schematicamente divisi in:<br />

a) effetti acuti di natura termica. Sono<br />

dovuti ad un innalzamento misurabile<br />

della temperatura all’interno dell’organismo<br />

umano. Per bassi livelli di<br />

esposizione le capacità di termoregolazione<br />

riportano il sistema nella<br />

condizione termica iniziale. Ad esposizioni<br />

intense e durature, con associato<br />

aumento di temperatura superiore<br />

a 1 °C. si possono manifestare<br />

effetti anche molto gravi soprattutto a<br />

carico degli organi poco vascolariz-<br />

zati (cristallino dell’occhio, testicoli)<br />

ove la dispersione del calore è più<br />

difficile essendo scarso il contenuto<br />

d’acqua (che favorirebbe la dispersione<br />

del calore). Per il verificarsi di<br />

danni di questo genere sono necessarie<br />

esposizioni e dosi rilevanti agli<br />

organi bersaglio (densità di potenza<br />

di almeno 500-600 W/m 2 ) per tempi<br />

di esposizione piuttosto prolungati;<br />

b) effetti cronici per bassi livelli di esposizione,<br />

definiti anche non termici.<br />

Sarebbero attribuibili ad alterazioni<br />

biologiche, a modificazioni transitorie<br />

di proprietà elettriche e magnetiche<br />

delle molecole e delle cellule<br />

senza una chiara e dimostrabile manifestazione<br />

di effetti sul piano biologico.<br />

Questi effetti sono stati descritti<br />

per il passato da autori dell’area<br />

europea orientale in alcune categorie<br />

di lavoratori addetti ai radar e alle<br />

radio e telecomunicazioni, e riguarderebbero,<br />

per esposizioni prolungate<br />

nel tempo (molti anni) ad intensità di<br />

campo elettrico di qualche decina di<br />

volt per metro, il sistema nervoso<br />

centrale, il sistema neurovegetativo e<br />

il sistema cardiocircolatorio. Gli studi<br />

riportano danni quali astenia, affaticamento<br />

e perdita di memoria fino<br />

all’induzione di tumori per campi<br />

troppo bassi per produrre riscaldamento<br />

(

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