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mento a vari studi portati avanti fin dai<br />
primi decenni del secolo scorso e si<br />
basano sui principi teorici precedentemente<br />
descritti. Tuttavia la normativa<br />
vigente in Italia non prevede alcun<br />
metodo ufficiale di valutazione, limitandosi<br />
ad affermare che “la temperatura<br />
nei locali di lavoro deve essere adeguata<br />
all’organismo umano durante il tempo di<br />
lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro<br />
applicati e degli sforzi fisici imposti ai<br />
lavoratori.<br />
Nel giudizio sulla temperatura adeguata<br />
per i lavoratori si deve tener conto della<br />
influenza che possono esercitare sopra<br />
di essi il grado di umidità e il movimento<br />
dell’aria concomitanti”. (art. 11 del<br />
D.P.R. 547/55, così come modificato dal<br />
D. Lgs. 626/94).<br />
4.2 Effetti biologici del microclima<br />
Per un funzionamento ottimale l’organismo<br />
umano deve mantenere la sua<br />
temperatura sui 37°C: nel caso di temperatura<br />
esterna sensibilmente più elevata<br />
di quella corporea (stress da calore) “il<br />
termometro interno” agisce sulla circolazione<br />
sanguigna e l’effetto più importante<br />
si manifesta sull’epidermide con<br />
l’aumento della sudorazione.<br />
Oltre certi limiti tuttavia non viene più<br />
assicurato il bilanciamento termico e la<br />
temperatura del corpo comincia a<br />
crescere.<br />
Questo è il meccanismo che, in situazioni<br />
estreme, porta alla più seria<br />
malattia causata dal calore: il colpo di<br />
Franco TRAVERSA, laureato in Medicina e<br />
Chirurgia e specialista in Medicina del Lavoro. È<br />
ricercatore universitario presso il Dipartimento di<br />
Medicina Legale e del Lavoro dell’Università di<br />
Genova, dove insegna Medicina del lavoro e<br />
Tossicologia professionale in diversi Corsi di<br />
laurea e di specializzazione, e dirige l’ambulatorio<br />
di Medicina del Lavoro ed il laboratorio di<br />
Patologia clinica e Tossicologia professionale. È<br />
capo redattore della rivista “Lavoro e Medicina”,<br />
vice presidente dell’Associazione Ligure di Medicina<br />
del Lavoro e vice coordinatore della Sezione<br />
Ligure dell’AIRM (Associazione Italiana di<br />
Radioprotezione Medica). Ha pubblicato 93 tra<br />
articoli, relazioni a convegni e volumi monografici,<br />
ed organizzato diversi eventi scientifici e di<br />
aggiornamento professionale. Svolge attività di<br />
medico competente e di medico autorizzato alla<br />
radioprotezione presso diverse aziende pubbliche<br />
e private ed attività peritale presso il tribunale di<br />
Genova.<br />
F.Traversa et al. - Agenti fisici (rumore, radiazioni e microclima) e salute in saldatura<br />
calore, che può essere una minaccia per<br />
la stessa vita o può causare un danno<br />
irreversibile.<br />
Un’altra patologia tipica è l’esaurimento<br />
da calore che, nella forma più grave,<br />
conduce a prostrazione e può causare<br />
gravi danni. Crampi da calore e debilitazione<br />
passeggera sono invece facilmente<br />
reversibili se trattati prontamente in<br />
modo adeguato.<br />
L’esposizione ad alte temperature<br />
provoca altri disturbi meno gravi:<br />
disidratazione, eruzioni cutanee, edema<br />
da calore e diminuita capacità lavorativa<br />
sia fisica che mentale (da cui deriva un<br />
possibile aumento del rischio di infortunio).<br />
Per questi disturbi meno gravi il rischio<br />
varia comunque, a parità di condizioni<br />
ambientali e di attività lavorativa, da<br />
soggetto a soggetto.<br />
4.3 Condizioni microclimatiche nelle<br />
attività di saldatura<br />
Gli ambienti moderati sono caratterizzati<br />
innanzitutto dal fatto che impongono<br />
un moderato grado di intervento<br />
alla termoregolazione corporea e che vi<br />
risulta facilmente realizzata la condizione<br />
di omeotermia (equilibrio termico<br />
tra corpo e ambiente) del soggetto.<br />
Gli ambienti caldi sono caratterizzati da<br />
un notevole intervento del sistema di<br />
termoregolazione umano al fine di diminuire<br />
l’accumulo di calore nel corpo. Le<br />
caratteristiche degli ambienti caldi negli<br />
ambienti di lavoro sono:<br />
• valori elevati di temperatura in relazione<br />
alle caratteristiche dell’attività<br />
svolta e del vestiario indossato dagli<br />
operatori;<br />
• possibili alti valori di umidità relativa<br />
dell’aria e richiedenti un considerevole<br />
scambio termico per sudorazione<br />
al fine di conservare l’omeotermia;<br />
• variabilità della temperatura e dell’umidità<br />
da postazione a postazione di<br />
lavoro;<br />
• disuniformità del livello di impegno<br />
fisico richiesto e del vestiario indossato<br />
dagli operatori.<br />
In generale, l’attività di saldatura causa<br />
un apporto termico moderato, più rilevante<br />
nel caso dell’uso di fiamma ossiacetilenica.<br />
Nella stagione calda, gli<br />
aspetti più problematici sono costituiti<br />
dall’ambiente e dai materiali di lavoro<br />
(ad es. lamiere esposte al sole) e dalla<br />
necessità di indossare indumenti protettivi<br />
sempre molto pesanti.<br />
L’esecuzione di lavorazioni su strutture<br />
metalliche preriscaldate può invece<br />
comportare un sovraccarico calorico,<br />
che ovviamente si aggrava nella<br />
stagione estiva.<br />
Un altro aspetto critico è rappresentato<br />
dall’attività svolta all’aperto e pertanto<br />
dall’esposizione a condizioni meteoclimatiche<br />
sfavorevoli, ma anche variabili<br />
nel corso della giornata.<br />
Come nella maggior parte delle attività,<br />
risulta invece molto più facile combattere<br />
il freddo.<br />
Teresio VALENTE, Professore Associato di Igiene<br />
Industriale della Scuola di Specializzazione in<br />
Medicina del Lavoro dell’Università di Genova.<br />
Ha partecipato a diversi programmi di ricerca<br />
finanziati da organismi nazionali ed internazionali.<br />
Membro del CEN TC 121/SC 9 e della<br />
Commissione “Saldature” dell’UNI. Coordinatore<br />
del Comitato Igiene del Lavoro dell’Associazione<br />
Italiana Addetti Sicurezza (AIAS).<br />
Nicoletta DEBARBIERI, laureata in Medicina e<br />
Chirurgia nel 1998 presso l’Università di Genova.<br />
Specializzata in Medicina del Lavoro nel 2002.<br />
Abilitata alla professione di medico autorizzato<br />
per la radioprotezione. Svolge attività libero<br />
professionale di medico competente presso<br />
aziende private, pubbliche amministrazioni,<br />
aziende no profit.<br />
Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio <strong>2007</strong><br />
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