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Numero 1 2007 - IIS

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mento a vari studi portati avanti fin dai<br />

primi decenni del secolo scorso e si<br />

basano sui principi teorici precedentemente<br />

descritti. Tuttavia la normativa<br />

vigente in Italia non prevede alcun<br />

metodo ufficiale di valutazione, limitandosi<br />

ad affermare che “la temperatura<br />

nei locali di lavoro deve essere adeguata<br />

all’organismo umano durante il tempo di<br />

lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro<br />

applicati e degli sforzi fisici imposti ai<br />

lavoratori.<br />

Nel giudizio sulla temperatura adeguata<br />

per i lavoratori si deve tener conto della<br />

influenza che possono esercitare sopra<br />

di essi il grado di umidità e il movimento<br />

dell’aria concomitanti”. (art. 11 del<br />

D.P.R. 547/55, così come modificato dal<br />

D. Lgs. 626/94).<br />

4.2 Effetti biologici del microclima<br />

Per un funzionamento ottimale l’organismo<br />

umano deve mantenere la sua<br />

temperatura sui 37°C: nel caso di temperatura<br />

esterna sensibilmente più elevata<br />

di quella corporea (stress da calore) “il<br />

termometro interno” agisce sulla circolazione<br />

sanguigna e l’effetto più importante<br />

si manifesta sull’epidermide con<br />

l’aumento della sudorazione.<br />

Oltre certi limiti tuttavia non viene più<br />

assicurato il bilanciamento termico e la<br />

temperatura del corpo comincia a<br />

crescere.<br />

Questo è il meccanismo che, in situazioni<br />

estreme, porta alla più seria<br />

malattia causata dal calore: il colpo di<br />

Franco TRAVERSA, laureato in Medicina e<br />

Chirurgia e specialista in Medicina del Lavoro. È<br />

ricercatore universitario presso il Dipartimento di<br />

Medicina Legale e del Lavoro dell’Università di<br />

Genova, dove insegna Medicina del lavoro e<br />

Tossicologia professionale in diversi Corsi di<br />

laurea e di specializzazione, e dirige l’ambulatorio<br />

di Medicina del Lavoro ed il laboratorio di<br />

Patologia clinica e Tossicologia professionale. È<br />

capo redattore della rivista “Lavoro e Medicina”,<br />

vice presidente dell’Associazione Ligure di Medicina<br />

del Lavoro e vice coordinatore della Sezione<br />

Ligure dell’AIRM (Associazione Italiana di<br />

Radioprotezione Medica). Ha pubblicato 93 tra<br />

articoli, relazioni a convegni e volumi monografici,<br />

ed organizzato diversi eventi scientifici e di<br />

aggiornamento professionale. Svolge attività di<br />

medico competente e di medico autorizzato alla<br />

radioprotezione presso diverse aziende pubbliche<br />

e private ed attività peritale presso il tribunale di<br />

Genova.<br />

F.Traversa et al. - Agenti fisici (rumore, radiazioni e microclima) e salute in saldatura<br />

calore, che può essere una minaccia per<br />

la stessa vita o può causare un danno<br />

irreversibile.<br />

Un’altra patologia tipica è l’esaurimento<br />

da calore che, nella forma più grave,<br />

conduce a prostrazione e può causare<br />

gravi danni. Crampi da calore e debilitazione<br />

passeggera sono invece facilmente<br />

reversibili se trattati prontamente in<br />

modo adeguato.<br />

L’esposizione ad alte temperature<br />

provoca altri disturbi meno gravi:<br />

disidratazione, eruzioni cutanee, edema<br />

da calore e diminuita capacità lavorativa<br />

sia fisica che mentale (da cui deriva un<br />

possibile aumento del rischio di infortunio).<br />

Per questi disturbi meno gravi il rischio<br />

varia comunque, a parità di condizioni<br />

ambientali e di attività lavorativa, da<br />

soggetto a soggetto.<br />

4.3 Condizioni microclimatiche nelle<br />

attività di saldatura<br />

Gli ambienti moderati sono caratterizzati<br />

innanzitutto dal fatto che impongono<br />

un moderato grado di intervento<br />

alla termoregolazione corporea e che vi<br />

risulta facilmente realizzata la condizione<br />

di omeotermia (equilibrio termico<br />

tra corpo e ambiente) del soggetto.<br />

Gli ambienti caldi sono caratterizzati da<br />

un notevole intervento del sistema di<br />

termoregolazione umano al fine di diminuire<br />

l’accumulo di calore nel corpo. Le<br />

caratteristiche degli ambienti caldi negli<br />

ambienti di lavoro sono:<br />

• valori elevati di temperatura in relazione<br />

alle caratteristiche dell’attività<br />

svolta e del vestiario indossato dagli<br />

operatori;<br />

• possibili alti valori di umidità relativa<br />

dell’aria e richiedenti un considerevole<br />

scambio termico per sudorazione<br />

al fine di conservare l’omeotermia;<br />

• variabilità della temperatura e dell’umidità<br />

da postazione a postazione di<br />

lavoro;<br />

• disuniformità del livello di impegno<br />

fisico richiesto e del vestiario indossato<br />

dagli operatori.<br />

In generale, l’attività di saldatura causa<br />

un apporto termico moderato, più rilevante<br />

nel caso dell’uso di fiamma ossiacetilenica.<br />

Nella stagione calda, gli<br />

aspetti più problematici sono costituiti<br />

dall’ambiente e dai materiali di lavoro<br />

(ad es. lamiere esposte al sole) e dalla<br />

necessità di indossare indumenti protettivi<br />

sempre molto pesanti.<br />

L’esecuzione di lavorazioni su strutture<br />

metalliche preriscaldate può invece<br />

comportare un sovraccarico calorico,<br />

che ovviamente si aggrava nella<br />

stagione estiva.<br />

Un altro aspetto critico è rappresentato<br />

dall’attività svolta all’aperto e pertanto<br />

dall’esposizione a condizioni meteoclimatiche<br />

sfavorevoli, ma anche variabili<br />

nel corso della giornata.<br />

Come nella maggior parte delle attività,<br />

risulta invece molto più facile combattere<br />

il freddo.<br />

Teresio VALENTE, Professore Associato di Igiene<br />

Industriale della Scuola di Specializzazione in<br />

Medicina del Lavoro dell’Università di Genova.<br />

Ha partecipato a diversi programmi di ricerca<br />

finanziati da organismi nazionali ed internazionali.<br />

Membro del CEN TC 121/SC 9 e della<br />

Commissione “Saldature” dell’UNI. Coordinatore<br />

del Comitato Igiene del Lavoro dell’Associazione<br />

Italiana Addetti Sicurezza (AIAS).<br />

Nicoletta DEBARBIERI, laureata in Medicina e<br />

Chirurgia nel 1998 presso l’Università di Genova.<br />

Specializzata in Medicina del Lavoro nel 2002.<br />

Abilitata alla professione di medico autorizzato<br />

per la radioprotezione. Svolge attività libero<br />

professionale di medico competente presso<br />

aziende private, pubbliche amministrazioni,<br />

aziende no profit.<br />

Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio <strong>2007</strong><br />

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