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Numero 1 2007 - IIS

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F.Traversa et al. - Agenti fisici (rumore, radiazioni e microclima) e salute in saldatura<br />

Indipendentemente dall’esposizione a<br />

rumore, danni all’orecchio possono derivare<br />

da eventi di tipo infortunistico quali<br />

la penetrazione di schegge nel condotto<br />

uditivo, che in casi rari possono avere<br />

sequele anche gravi, quali la perforazione<br />

timpanica, un’otorrea cronica o la<br />

paralisi del nervo facciale. Spesso eventi<br />

di questo tipo possono determinare<br />

anche una perdita uditiva.<br />

1.2.2 Ultrasuoni<br />

Gli ultrasuoni sono onde sonore caratterizzate<br />

da frequenze comprese tra i<br />

18-20 ed i 500 kHz. Esse non sono<br />

udibili all’orecchio umano poiché<br />

mancano nell’organo del Corti (orecchio<br />

interno) i recettori idonei ad essere<br />

stimolati da frequenze così elevate.<br />

Gli ultrasuoni si distinguono in:<br />

• ultrasuoni a bassa frequenza (tra 20 e<br />

100 kHz) usati per scopi industriali;<br />

• ultrasuoni a media frequenza (tra 100<br />

kHz e 1 MHz) usati in applicazioni<br />

terapeutiche;<br />

• ultrasuoni ad alta frequenza (tra 1 e<br />

10 MHz) impiegati in applicazioni<br />

mediche diagnostiche (ecografia e<br />

velocimetria).<br />

In termini generali, si può affermare che<br />

gli ultrasuoni possono essere responsabili<br />

di danni uditivi, anche se questi sono<br />

di entità minore rispetto a quelli dovuti<br />

al rumore percepibile. Tali danni sono<br />

determinati, più che dagli ultrasuoni<br />

stessi, dalle componenti subarmoniche<br />

le cui frequenze cadono nel campo<br />

dell’udibile.<br />

Gli effetti extra-uditivi sono, invece,<br />

superiori rispetto a quelli associati al<br />

rumore udibile. È stato osservato che<br />

lavoratori esposti con continuità ad<br />

ultrasuoni di livello pari o superiore a<br />

100-110 dB possono subire alterazioni<br />

del sistema nervoso centrale e periferico,<br />

del sistema cardiovascolare e degli<br />

apparati uditivo e vestibolare. Queste<br />

alterazioni sono analoghe a quelle osservate<br />

in lavoratori esposti a rumore<br />

udibile di alta frequenza anche se gli<br />

ultrasuoni hanno un effetto sensibilmente<br />

più ridotto sull’apparato uditivo,<br />

mentre causano effetti più pronunciati<br />

sull’apparato vestibolare, sulla sensazione<br />

del dolore e sulla regolazione della<br />

temperatura corporea. Tali effetti sono<br />

peraltro generalmente transitori e regrediscono<br />

dopo un certo tempo dalla fine<br />

dell’esposizione.<br />

56 Riv. Ital. Saldatura - n. 1 - Gennaio / Febbraio <strong>2007</strong><br />

Gli indicatori più significativi dei potenziali<br />

danni provocati da ultrasuoni<br />

rimangono gli effetti soggettivi denunciati<br />

dai lavoratori esposti: affaticamento,<br />

cefalea, nausea, sensazione di<br />

oppressione, deambulazione incerta,<br />

vertigini e disturbi del sonno. Tali<br />

sintomi sono, a volte, accompagnati da<br />

una moderata sindrome neurovascolare<br />

alle mani ed alle dita (torpore, cianosi<br />

alle dita).<br />

1.3 Esposizione a rumore nelle attività<br />

di saldatura<br />

Tra i rischi connessi con le operazioni di<br />

saldatura, sono stati indagati i livelli di<br />

emissione sonora prodotti dai diversi<br />

sistemi per la saldatura.<br />

L’origine del rumore prodotto durante le<br />

operazioni di saldatura è riconducibile:<br />

• alla combustione della miscela<br />

gassosa emessa ad alta pressione dal<br />

cannello nella saldatura a fiamma<br />

ossiacetilenica;<br />

• allo scoccare dell’arco elettrico per le<br />

altre tipologie (saldatura elettrica);<br />

• alla fuoriuscita del plasma dall’ugello,<br />

che produce un caratteristico<br />

sibilo, nelle operazioni di saldatura al<br />

plasma.<br />

Anche superiori possono essere le esposizioni<br />

derivanti dalle operazioni successive<br />

quali scriccatura, molatura, smerigliatura<br />

ecc.<br />

I dati desunti dalle indagini fonometriche<br />

suggeriscono che tra le tecniche<br />

tradizionali la saldatura a filo continuo<br />

presenta valori di emissione sonora più<br />

elevati rispetto alle altre.<br />

Elevati livelli di emissione sonora sono<br />

stati rilevati anche quando si ricorre alla<br />

saldatura con fiamma ossacetilenica. Tra<br />

le tecniche più recenti, la saldatura al<br />

plasma è caratterizzata da livelli di<br />

rumorosità piuttosto elevati (intensità<br />

110 dBA, frequenza 24-48 kHz).<br />

Per quanto riguarda l’emissione di ultrasuoni,<br />

nelle tecniche tradizionali di<br />

saldatura essa raggiunge livelli solitamente<br />

modesti, non tali da poter causare<br />

danni alla salute.<br />

Nella saldatura ad ultrasuoni vi sono un<br />

generatore che crea una serie di impulsi<br />

regolari e perfetti fra loro ed un gruppo<br />

vibrante che li trasforma in vibrazioni.<br />

L’utensile che effettua la saldatura<br />

trasmette questa velocissima ed intensa<br />

vibrazione al pezzo in materiale plastico<br />

il quale fonde. Il tempo di saldatura è<br />

brevissimo e non vi è produzione di<br />

calore. In normali condizioni operative<br />

l’esposizione dell’operatore agli ultrasuoni<br />

è, anche in questo caso, trascurabile.<br />

Gli ultrasuoni sono utilizzati anche nelle<br />

attività di verifica delle saldature (ultrasonografia);<br />

i livelli di esposizione<br />

dell’operatore sono molto contenuti.<br />

2. Vibrazioni<br />

L’esposizione a vibrazioni meccaniche<br />

può rappresentare un fattore di rischio<br />

rilevante per i lavoratori esposti. Da un<br />

punto di vista igienistico, si differenzia<br />

in:<br />

• esposizione del sistema manobraccio,<br />

indicata con acronimo<br />

inglese HAV (Hand-Arm Vibration).<br />

Si riscontra in lavorazioni in cui si<br />

impugnino utensili vibranti o materiali<br />

sottoposti a vibrazioni o impatti.<br />

L’esposizione a vibrazioni al sistema<br />

mano-braccio è generalmente causata<br />

dal contatto delle mani con l’impugnatura<br />

di utensili manuali o di<br />

macchinari condotti a mano;<br />

• esposizione del corpo intero, indicata<br />

con acronimo inglese WBV (Whole<br />

Body Vibration). Si riscontra in lavorazioni<br />

a bordo di mezzi di movimentazione<br />

usati in industria ed agricoltura,<br />

mezzi di trasporto e in generale<br />

macchinari industriali vibranti che<br />

trasmettano vibrazioni al corpo intero.<br />

Tale esposizione può comportare<br />

rischi di lombalgie e microtraumi del<br />

rachide per i lavoratori esposti.<br />

Le misure quindi dovranno essere svolte<br />

in modo diverso nei due casi ed i valori<br />

limite vengono stabiliti per entrambe le<br />

tipologie. In tutti i casi la misurazione<br />

deve avvenire lungo tre assi ortogonali,<br />

poiché la vibrazione è una quantità<br />

vettoriale. Nel caso di esposizioni variabili<br />

nel tempo, dovrà essere effettuata<br />

una integrazione lineare (come abbiamo<br />

già visto per il rumore).<br />

L’indicatore di esposizione imposto<br />

dal Decreto Legislativo 19 Agosto 2005,<br />

n. 187, fa riferimento agli standard<br />

ISO 5349-1 ed è rappresentato dall’accelerazione<br />

equivalente ponderata in<br />

frequenza di vibrazioni riferita a 8 ore di<br />

lavoro, A(8), calcolato come radice<br />

quadrata della somma dei quadrati dei<br />

valori medi delle accelerazioni ponde-

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