TuttoDiTutto 12 RdC Marzo 2007 Morandini in p<strong>il</strong>lole Quello che gli altri non dicono: riflessioni e note a posteriori di un critico DOC di Morando Morandini > 1 Febbraio <strong>Nel</strong> mio continuo lavoro per migliorare l’indice degli autori letterari sul Dizionario dei f<strong>il</strong>m Zanichelli, ho fatto una piccola scoperta. C’è un narratore statunitense settantenne, autore di una dozzina di romanzi sino al 1999 (alcuni dei quali molto venduti) che ha una particolare fortuna col cinema. Horseman, Pass By (1961), <strong>il</strong> suo primo pubblicato, divenne un arioso western (1963) di Martin Ritt con Paul Newman: Hud <strong>il</strong> selvaggio. Il terzo (1966), da lui cosceneggiato, fornì a Peter Bogdanovich <strong>il</strong> materiale di quel che rimane forse <strong>il</strong> suo miglior f<strong>il</strong>m: L’ultimo spettacolo (1971). Da Terms of Endearments (1975) è uscito Voglia di tenerezza (1983), prodotto, scritto e diretto da James L. Brooks, successo mondiale e cinque Oscar fra cui Shirley MacLaine e Jack Nicholson. Infine con I segreti di Brokeback Mountain (2005), Leone d’Oro a Venezia, tre Oscar e quattro Globi d’Oro, ha vinto la statuetta per la sceneggiatura non originale. Si chiama Larry Jeff McMurtry. > 3 Febbraio Nei f<strong>il</strong>m bellici di Hollywood si segue, con rare eccezioni, la formula FTM (Fasso tutto mi): la guerra è un’avventura sportiva dove vince <strong>il</strong> migliore (a stelle e strisce). I sovietici applicavano la formula delle tre P (Partito, Popolo, Patria). Gli italiani preferiscono <strong>il</strong> tipo MBF (Mamma, Bandiera, Fidanzata) e una parola d’ordine: non nominare <strong>il</strong> fascismo invano. In Ingh<strong>il</strong>terra funziona <strong>il</strong> DCH (Decoro, Cavalleria, Humour): la guerra è una partita di cricket con le sue regole, i nemici sono avversari cui si deve dare del Lei, ma con una certa freddezza. I francesi? Li fanno raramente. I tedeschi? Danno la colpa a Hitler che era uno psicopatico. > 4 Febbraio Samuel Fuller, che s’intendeva e di guerra e di cinema, diceva: “Generally speaking, war movies are bad”. > 5 Febbraio <strong>Nel</strong> 2006 ho visto tre f<strong>il</strong>m di esordienti italiani ammirevoli: Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart, L’aria salata di Alessandro Angelini e Il vento fa <strong>il</strong> suo giro di Giorgio Diritti. Al primo Le Monde (8-11-2006) ha dedicato quasi una pagina e in patria ha messo d’accordo critica e pubblico. Il secondo fatica a trovare <strong>il</strong> pubblico che merita, ma non va male: ha funzionato <strong>il</strong> passaparola. Già pronto nel 2005, <strong>il</strong> terzo ha fatto nel 2006 <strong>il</strong> giro di una ventina di festival nazionali e stranieri, raccogliendo premi e menzioni, ma non ha ancora trovato un distributore in Italia. Tre esordi più che promettenti in un anno: chi dice che <strong>il</strong> giovane cinema italiano non esiste? > 7 Febbraio Dal Giornale dello Spettacolo apprendo che Anplagghed di Aldo, Giovanni e Giacomo è al 1° posto degli spettacoli di prosa nel periodo dal 1-7-2006 al 14-01-2007, soltanto con 27 recite in 5 città e 62.248 spettatori, seguito da Lo zoo di vetro. 72 recite e 42.015 biglietti e da Bello di papà (con Vincenzo Salemme, 46 recite e 37.320 biglietti). Ignoro in quante altre città sia passato nel primo semestre, ma è fac<strong>il</strong>e presumere che sia stato <strong>il</strong> campione teatrale d‘incassi dell’anno, con largo distacco. So, però, che soltanto nel dicembre 2006 Anplagghed al cinema fu visto da 585.159 spettatori, piazzandosi al 6° posto della classifica guidata da Natale a New York con quasi 3 m<strong>il</strong>ioni di biglietti. E che nei primi 21 giorni di gennaio ebbe altri 7747 spettatori paganti. Domanda: è <strong>il</strong> teatro che è servito al cinema o viceversa? Risposta: è <strong>il</strong> caso non frequente di teatro e cinema come vasi comunicanti. > 10 Febbraio Non sono pochi, tra gli italiani che vanno abitualmente al cinema, coloro che fanno confusione tra sceneggiature e scenografia. Meno perdonab<strong>il</strong>i gli addetti ai lavori. A pagina 22 del pressbook – peraltro esauriente sul piano informativo - di Lettere da Iwo Jima, distribuito dalla Warner Bros. Italia, lo scenografo Henry Bumstead, morto recentemente, è chiamato sceneggiatore e venti righe dopo “leggendario scenografo”, ma anche “direttore artistico” che è la stessa cosa. Traduttore distratto o un po’ ignorante? > 11 Febbraio Dopo aver visto un altro f<strong>il</strong>m di guerra, trovo in Tenebre su tenebre di Fernando Camon: “E’ più fac<strong>il</strong>e bombardare e distruggere un’intera città che torturare un solo prigioniero. La strage è più semplice dell’omicidio”. Alba da paura EdS e Infinity a convegno sugli orrori contemporanei. Gli antidoti? Arriaga, Ferrario & Co. Paura, senza delirio, ad Alba. Ente dello Spettacolo e Alba International F<strong>il</strong>m Festival organizzano un convegno sul tema della paura, in programma dal 2 al 4 apr<strong>il</strong>e. Schietto <strong>il</strong> punto di partenza: come dice Susan Sontag, <strong>quando</strong> abbiamo paura noi uomini spariamo! Come trovare uno scudo, dunque? Innanzitutto, analizzando le ricadute sociali, f<strong>il</strong>osofiche, politiche ed esistenziali della paura, nella speranza di rintuzzarle. Tra gli antidoti offerti da Infinity Festival, ci sarà lo sceneggiatore Gu<strong>il</strong>lermo Arriaga, che nella tr<strong>il</strong>ogia del dolore diretta da Alejandro Gonzalez Iñarritu (Amores perros, 21 grammi, Babel) ha esplorato i multiformi volti del terrore contemporaneo, tra ansia, inquietudine esistenziale e violenza nonsense. Un altro giorno di straordinaria follia vedrà protagonisti i f<strong>il</strong>osofi Giacomo Marramao e Giuseppe Goisis, che si inerpicheranno sul crinale teoretico della paura in compagnia del regista Davide Ferrario, autore del recente documentario La strada di Levi, ovvero la (non) Tregua cinquant’anni dopo. E ancora, come è cambiato <strong>il</strong> nostro mondo, anche interiore, dopo l’11 settembre 2001? Proveranno a dissipare la polvere sollevata dalle Torri Gemelle Marco Belpoliti, giornalista sulle tracce della verità, quella che fa paura, e Franco Fracassi, co-autore con Giulietto Chiesa del documentario-shock Zero - Investigation on 9/11… Non mancherà una declinazione femmin<strong>il</strong>e, di stretta, drammatica attualità, affidata a Souad Sbai, portavoce della donne islamiche in Italia. Paurosi di tutto <strong>il</strong> mondo, Alba vi aspetta... appuntamenti
credits not contractual SND PRESENTA "ASTERIX E I VICHINGHI" UNA PRODUZIONE M6 STUDIO, MANDARIN SAS E 2D3D ANIMATIONS DALLE OPERE DI RENE GOSCINNY E ALBERT UDERZO DIRITTI DI ADATTAMENTO: LES EDITIONS ALBERT RENE SCENEGGIATURA E DIALOGHI JEAN-LUC GOOSSENS CON LA COLLABORAZIONE DI STEFAN FJELDMARK DIALOGHI AGGIUNTIVI PHILIP LAZEBNIK MUSICHE ORIGINALI DI ALEXANDRE AZARIA DIRETTO DA STEFAN FJELDMARK E JESPER MOLLER PRODOTTO DA NATALIE ALTMANN E THOMAS VALENTIN CON LA PARTECIPAZIONE DI TPS STAR ED M6 IN ASSOCIAZIONE CON A FILM A/S © 2006 M6 Studio - Mandarin SAS - 2d3D Animations. Tous droits réservés. Visa n°109 668 Création © 2005 SND. Conception A F<strong>il</strong>m/Neomis. France Affiche RCS 330 543 042 DA MARZO AL CINEMA AMBRAQUARI