IN SALA 54 RdC Marzo 2007 Punto critico: manuale per sopravvivere alle uscite in sala UNO SU DUE Commozione, <strong>il</strong>arità, sentimento. Cappuccio a segno con coraggio e ottimi attori “Uno su m<strong>il</strong>le ce la fa…”, canta Morandi in una nota canzone. <strong>Nel</strong>la vita reale, per fortuna, si hanno maggiori possib<strong>il</strong>ità di farcela. Il cinquanta per cento delle persone che si scoprono ammalate, ad esempio, se la cavano senza conseguenze. Ciò non toglie che tra la scoperta della malattia e la diagnosi definitiva, ci sia uno spazio temporale in cui <strong>il</strong> mondo sembra fermarsi e l’esistenza fissarsi in un’attesa infinita. Un limbo nel quale si è malati e sani al tempo stesso; carichi di speranza e depressi; arrabbiati neri eppure alla ricerca di una pacificazione interiore. Lo sa bene Lorenzo, ambizioso avvocato genovese in procinto di mettere le mani su un affare che lo renderà m<strong>il</strong>ionario, <strong>il</strong> quale un bel giorno cade a terra svenuto. Da quel momento è dirottato verso <strong>il</strong> girone infernale delle stanze e dei corridoi di un ospedale: unica guida, un ex camionista in fase terminale che come un novello Virg<strong>il</strong>io lo conduce con ironia ed elementare saggezza alla scoperta dei veri valori. Altro che soldi, lavoro, divertimenti, appartamento borghese con vista sul mare: <strong>il</strong> confine tra successo e insuccesso è racchiuso nel verdetto definitivo che <strong>il</strong> medico smaliziato, abituato a gestire con scaltrezza i pazienti impazienti, sembra procrastinare oltre <strong>il</strong> sopportab<strong>il</strong>e. Il nucleo centrale di Uno su due, secondo f<strong>il</strong>m in solitario di Eugenio Cappuccio, in fondo è fac<strong>il</strong>mente circoscrivib<strong>il</strong>e al lungo tempo dell’attesa. E delle sue conseguenze su un individuo che sembrava inattaccab<strong>il</strong>e. Lorenzo, <strong>il</strong> giovane rampante che va in frantumi, è costretto a prendere coscienza, a misurarsi con <strong>il</strong> dolore degli altri, riscoprire <strong>il</strong> valore dell’amicizia, confrontarsi con l’affetto sincero della donna che lo ama incondizionatamente seppur non ripagata con lo stesso trasporto. Presentato nella sezione “Premiere” alla Festa del Cinema di Roma, Uno su due insieme a L’aria salata dell’esordiente Angelini è stato <strong>il</strong> caso italiano del festival. Prima della visione infatti, sembrava che a renderlo interessante fosse soprattutto la A INCARNARE LA PARABOLA DI MALATTIA, ATTESA E RISCOPERTA DEI VALORI E’ UN FABIO VOLO MAI COSI’ CONVINCENTE E MATURO presenza nel cast di Fabio Volo, figura anomala di attore-non attore, presentatore televisivo, autore di libri in grado di vendere trecentom<strong>il</strong>a copie. Invece le ragioni del successo sono tutte nelle qualità del f<strong>il</strong>m, in primo luogo l’aver scommesso su un tema ostico - la malattia - che i nostri autori in genere evitano accuratamente di trattare. Cappuccio non ha avuto paura, come non ne aveva avuta nell’affrontare <strong>il</strong> cinismo alla base del mondo del lavoro nel precedente Volevo solo dormirle addosso, e ha colpito nel segno. Ha costruito una storia complessa nell’apparente linearità, adottando per raccontarla uno sguardo ora scarno ed essenziale, ora quasi visionario, sostenuto da una sceneggiatura che alterna con misura momenti di vera <strong>il</strong>arità ad altri di intensa commozione ed emozione. E, non ultimo, ha avuto l’intelligenza di puntare su un cast eccellente. Ribaltando la prima errata impressione, si è infatti sottratto a un altro dei vecchi vizi del nostro cinema, cioè quello di contare esclusivamente sul primo nome in locandina. Qua come accennato accade <strong>il</strong> contrario: Fabio Volo convince sfoderando una forza espressiva e una maturità che ai tempi di Casomai sembrava irraggiungib<strong>il</strong>e, ma accanto a lui br<strong>il</strong>lano ottimi comprimari. Ninetto Davoli, doloroso e intenso, nei panni del camionista strappa l’applauso. Giuseppe Battiston colora <strong>il</strong> ruolo dell’amico di simpatica cialtronaggine. Pino Calabrese indossa a meraviglia <strong>il</strong> camice del medico cinico dal cuore d’oro. L’esordiente Tresy Taddei è un’adolescente tenera e vulnerab<strong>il</strong>e. Anita Caprioli una fidanzata comprensiva ed energica al tempo stesso. E non da meno è Agostina Belli, scelta non certo seguendo una moda che sempre più spesso si diverte a recuperare attori sul viale del tramonto, ma <strong>perché</strong> perfetta nella parte di una combattiva madre dalla bellezza sfiorita. FRANCESCA DE MARIA REGIA EUGENIO CAPPUCCIO Con Fabio Volo, Anita Caprioli Genere Drammatico, colore Distr. 01 Distribution Durata 100’
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