quando e perché il film-tv crea dipendenza. Nel ... - Cinematografo
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IL MISTERO VERO, QUELLO PER<br />
<strong>il</strong> quale non esiste ancora una risposta,<br />
risiede nel <strong>perché</strong> molti addetti ai<br />
lavori ammirino con eguale<br />
entusiasmo le vecchie serie del<br />
Commissario Maigret interpretate dal<br />
grande Gino Cervi negli anni sessanta<br />
e settanta, e al tempo stesso rimangano<br />
intrappolati senza rimedio nei diabolici<br />
meccanismi di quel moloch però<br />
razionalissimo al quale tutto si sacrifica<br />
che è 24. Prodotta dalla Fox a partire<br />
dal 2001, la serie, <strong>crea</strong>ta da Joel<br />
Surnow e Robert Cochran e<br />
interpretata da Kiefer Sutherland, è<br />
costruita, stagione dopo stagione, sul<br />
meccanismo non nuovo ma<br />
efficacissimo del tempo reale, una<br />
giornata scandita da 24 episodi di<br />
un’ora ciascuno (pubblicità<br />
compresa…) durante la quale, sempre,<br />
si decide <strong>il</strong> destino del mondo o quasi.<br />
Sorvolando sui dettagli tecnici e<br />
statistici verificab<strong>il</strong>i con estrema fac<strong>il</strong>ità<br />
nei siti demandati (<strong>il</strong> quasi infallib<strong>il</strong>e e<br />
maniacale Wikipedia su tutti), resta<br />
invece da stab<strong>il</strong>ire quali siano i<br />
meccanismi emotivi che spingono<br />
m<strong>il</strong>ioni di spettatori a rimanere da sei<br />
anni incollati di fronte alle spericolate<br />
esibizioni del protagonista Jack Bauer,<br />
agente del CTU dall’eroismo on<br />
demand. Sgombriamo subito <strong>il</strong> terreno<br />
da un equivoco: ciò che tutti si<br />
aspettano è che, succeda quello che<br />
deve succedere, alla fine tutto andrà<br />
per <strong>il</strong> meglio. Questo forse è uno dei<br />
meccanismi più curiosi che<br />
appartengono agli spettatori. È quello<br />
che potremmo chiamare “aspettativa<br />
da palinsesto”. Ad esempio, se guardo<br />
una puntata de La signora in giallo, o<br />
In alto Kiefer<br />
Sutherland. Qui Jude<br />
Ciccolella e<br />
Carlos Bernard<br />
Tempo reale e split screen:<br />
ecco la formula vincente<br />
della serie più “cadenzata”<br />
di tutta la televisione<br />
di un qualsiasi telef<strong>il</strong>m dove c’è un<br />
delinquente che deve essere<br />
smascherato, io so con certezza che se<br />
questo viene individuato dopo una<br />
ventina di minuti, non è mai quello<br />
giusto, <strong>perché</strong> la puntata dura un’ora<br />
(sempre pubblicità compresa), e i<br />
quaranta minuti che mancano<br />
risulterebbero del tutto inut<strong>il</strong>i. A meno<br />
che la puntata non duri appunto i già<br />
citati venti minuti, ma <strong>il</strong> palinsesto ci<br />
rassicura che così non è. Quando<br />
invece l’ora sta per scadere allora sì che<br />
la rete, in tutti i sensi, si stringe,<br />
catturando colpevoli e pesciolini, vale a<br />
dire gli spettatori. Ergo, siccome chi<br />
guarda 24 sa che alla fine della giornata<br />
ci si deve comunque arrivare, sarà<br />
sempre in cuore suo rassicurato dal<br />
fatto che Jack Bauer la spunterà,<br />
<strong>perché</strong> è per questo che esiste ed è stato<br />
<strong>crea</strong>to, per salvare <strong>il</strong> mondo e fare una<br />
nuova serie. Proprio grazie agli<br />
spettatori e alle loro aspettative.<br />
I guai che l’agente incontra sono<br />
talmente grandi che non è ipotizzab<strong>il</strong>e<br />
che non riesca a risolverli, anche a<br />
costo di azioni immorali, come<br />
uccidere a sangue freddo un collega<br />
<strong>perché</strong> quello è l’unico modo per<br />
salvare Los Angeles (e magari gli Stati<br />
Uniti tutti) dalla minaccia di un<br />
attacco chimico. È stato osservato che<br />
gli spettatori americani sono quelli che<br />
più di altri hanno bisogno di sapere<br />
che uomini come Jack Bauer esistono,<br />
e soprattutto hanno la necessità di<br />
convincersi che tutto si risolverà <strong>perché</strong><br />
può risolversi. Anche da questo punto<br />
di vista è importante <strong>il</strong> fatto che<br />
durante le varie edizioni della serie si<br />
sia sv<strong>il</strong>uppata parallelamente la<br />
dimensione intimistica del<br />
protagonista. Per quanto le<br />
problematiche private del nostro eroe<br />
siano esasperate dalla sua professione,<br />
resta <strong>il</strong> fatto che anche lui ha una<br />
famiglia i cui meccanismi elementari<br />
sono gli stessi della gente comune.<br />
Altro punto forte di 24 è la tecnica<br />
delle riprese, sempre di altissimo<br />
livello. Se dicendo questo non<br />
scopriamo nulla di nuovo in quanto<br />
trovare una serie USA girata male è<br />
davvero diffic<strong>il</strong>e, va però osservato che<br />
gli autori hanno saputo ut<strong>il</strong>izzare in<br />
maniera intelligente la tecnica dello<br />
split screen, dello schermo suddiviso in<br />
più parti, già desueta nel cinema degli<br />
anni settanta, per riassumere le varie<br />
storie periferiche destinate a confluire<br />
nella vicenda base. L’orologio che<br />
scandisce i secondi (e la pubblicità) è<br />
invece un ulteriore omaggio al<br />
“tempo reale”, e magari, ma non ci<br />
crediamo troppo, al Robert Wise di<br />
The Set-Up, f<strong>il</strong>m interpretato da<br />
Robert Ryan durante <strong>il</strong> quale venivano<br />
Marzo 2007 RdC 37