quando e perché il film-tv crea dipendenza. Nel ... - Cinematografo
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STILL LIFE<br />
Commovente fotografia di una Cina scomparsa. Leone d’Oro alla Mostra del Cinema<br />
ANTEPRIMA<br />
La leggenda narra che un<br />
vecchio critico sostenesse che<br />
per parlare di un f<strong>il</strong>m non fosse<br />
necessario vederlo <strong>perché</strong> la visione<br />
avrebbe influenzato <strong>il</strong> concetto che<br />
del f<strong>il</strong>m ci si era già fatto. È<br />
esattamente quello che è successo a<br />
St<strong>il</strong>l Life. Leone d’Oro alla 63a<br />
Mostra di Venezia, la pellicola di Jia<br />
Zhang-Ke è stata presentata come<br />
f<strong>il</strong>m a sorpresa e, di sorpresa, ha<br />
colto chi non è riuscito a vederlo per<br />
motivi legati alla programmazione e,<br />
soprattutto, chi se lo è ritrovato<br />
trionfatore in barba a ben altre<br />
previsioni. Quindi, non potendo<br />
giudicare in base alla visione, si è<br />
LO SGUARDO ACCAREZZA UNA TERRA<br />
CHE STA CAMBIANDO<br />
giudicato in base ai più vieti<br />
pregiudizi: cinese, lento, noioso. Che<br />
tristezza. St<strong>il</strong>l Life è invece <strong>il</strong> ritratto<br />
commovente di un paese in<br />
disfacimento che tenta<br />
disperatamente di sopravvivere a se<br />
stesso e la lentezza, a volte, è solo un<br />
problema di lettura. Lo sguardo del<br />
giovane regista accarezza una terra<br />
che sta faticosamente cambiando, a<br />
metà tra un passato ineludib<strong>il</strong>e e un<br />
futuro che chissà ancora per quanto<br />
tempo sarà solo distruzione del<br />
presente. La grande Diga delle Tre<br />
Gole è la metafora non metafora di<br />
un inarrestab<strong>il</strong>e processo di<br />
sommersione, che condanna un<br />
popolo a fare i conti con un<br />
cambiamento radicale. Le vicende<br />
del minatore Han Sanming e<br />
dell’infermiera Shen Hong che<br />
REGIA JIA ZHANG-KE<br />
Con Zhao Tao<br />
Genere Drammatico, colore<br />
Distr. Lucky Red<br />
Durata 108’<br />
vagano alla ricerca dei rispettivi<br />
consorti dai quali si sono separati<br />
per differenti motivi anni addietro<br />
rappresentano <strong>il</strong> tentativo disperato<br />
di recuperare ciò che non può essere<br />
recuperato. Perché anche i rapporti<br />
umani, al pari della conformazione<br />
ambientale, non possono essere<br />
ripristinati se non attraverso <strong>il</strong> f<strong>il</strong>tro<br />
di un doloroso passaggio emotivo e<br />
culturale. In tutto ciò la mano di Jia<br />
Zhang-Ke è ferma e sobria. Non c’è<br />
indulgenza nella sua descrizione.<br />
Anzi, <strong>il</strong> tutto è arricchito da sporadici<br />
elementi surreali che autorizzano<br />
una lettura ironica e ottimistica,<br />
come se l’imprevedib<strong>il</strong>ità del<br />
semplice divenire in quanto tale<br />
fosse comunque una garanzia di<br />
rinascita.<br />
ALESSANDRO BOSCHI<br />
Marzo 2007 RdC 61