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quando e perché il film-tv crea dipendenza. Nel ... - Cinematografo

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ALPHA DOG<br />

Ritratto disperato della gioventù americana. A tratti anche disturbante<br />

IN SALA<br />

Un debito non pagato a un<br />

giovane spacciatore di droga<br />

conduce ineluttab<strong>il</strong>mente – per<br />

circostanze che si complicano e<br />

sfuggono al controllo – all’omicidio di un<br />

15enne, fratello del debitore.<br />

Un’esecuzione ordinata dal giovane<br />

boss dopo aver sequestrato <strong>il</strong><br />

minorenne. Una vicenda assurda, nella<br />

California dei giovani bianchi coi soldi,<br />

aspiranti gangster che hanno cancellato<br />

ogni rispetto etico, lasciandosi dominare<br />

da tre padroni – droga, sesso, violenza.<br />

Una generazione senza modelli positivi<br />

di riferimento, genitori compresi. Al<br />

confronto, la “gioventù bruciata” di<br />

CASSAVETES RICORDA AMERICAN<br />

HISTORY X E IL PRIMO SPIKE LEE<br />

James Dean era roba da educande. Qui<br />

si resta al grado zero della coscienza di<br />

valori primari. Non ci si accorge che<br />

rapire un minorenne scatenerà un<br />

“domino” fatale senza ritorno.<br />

Ispirandosi alla cronaca nera dell’agosto<br />

2000, al caso giudiziario di Jesse<br />

James Hollywood, Nick Cassavetes ha<br />

girato Alpha Dog. Con un prologo e un<br />

ep<strong>il</strong>ogo da f<strong>il</strong>m-inchiesta, che<br />

racchiudono <strong>il</strong> lungo resoconto degli<br />

eventi scanditi da date, orari e<br />

indicazioni dei testimoni processuali,<br />

Alpha Dog è un ritratto duro e<br />

“fenomenologico”. Cassavetes non sa e<br />

non intende spiegare le ragioni logiche<br />

dell’accaduto, non approfondisce le<br />

psicologie dei ragazzi della banda e<br />

delle ragazze che frequentano. Osserva<br />

i fatti come l’entomologo osserva gli<br />

REGIA NICK CASSAVETES<br />

Con Justin Timberlake, Em<strong>il</strong>e Hirsch<br />

Genere Drammatico, colore<br />

Distr. Moviemax<br />

Durata 113’<br />

insetti. Non assolve né condanna. Il f<strong>il</strong>m<br />

si d<strong>il</strong>unga nella prima mezz’ora senza<br />

andare al sodo. Solo dal rapimento in<br />

poi, lo spettatore s’interessa allo<br />

sv<strong>il</strong>uppo di quel perverso meccanismo.<br />

La tensione che sale drammatica<br />

ricorda certi f<strong>il</strong>m di Spike Lee o<br />

l’analogo American History X. La<br />

sequenza dell’omicidio è davvero<br />

disturbante, un pugno nello stomaco,<br />

ma anche <strong>il</strong> razzismo dei dialoghi (con<br />

turp<strong>il</strong>oquio da antologia) alla lunga è<br />

nauseante. Ci si chiede se ha senso un<br />

f<strong>il</strong>m con tanta esibita negatività, anche<br />

se nella realtà la giustizia sta facendo<br />

pagare i colpevoli. Forse <strong>il</strong> senso sta nel<br />

fatto che provocare <strong>il</strong> disgusto costringe<br />

chi guarda ad invocare una convivenza<br />

più degna del termine “umano”…<br />

MASSIMO MONTELEONE<br />

Marzo 2007 RdC 65

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