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quando e perché il film-tv crea dipendenza. Nel ... - Cinematografo

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telecomando DVD Inside Cinema Libri Colonne sonore<br />

L’amore secondo<br />

François Truffaut<br />

Una monumentale riedizione omaggia <strong>il</strong> regista dei 400 colpi. In ben<br />

11 titoli, per declinare le m<strong>il</strong>le sfumature di un sentimento<br />

■ I 400 COLPI<br />

■ TIRATE SUL<br />

PIANISTA<br />

■ JULES E JIM<br />

■ LA CALDA AMANTE<br />

■ BACI RUBATI<br />

■ LE DUE INGLESI<br />

■ MICA SCEMA LA<br />

RAGAZZA!<br />

■ L’AMORE FUGGE<br />

■ L’ULTIMO METRO<br />

■ LA SIGNORA DELLA<br />

PORTA ACCANTO<br />

■ FINALMENTE<br />

DOMENICA<br />

■ DISTR. BIM<br />

72 RdC Marzo 2007<br />

di Alessandro Scotti<br />

11 dei 21 f<strong>il</strong>m girati da<br />

Truffaut: dall’esordio (con<br />

I 400 colpi) all’ultimo Finalmente<br />

domenica!, girato nell’83, un anno<br />

prima della morte del regista,<br />

riproposti ora in una collana<br />

speciale che celebra <strong>il</strong> grande<br />

protagonista della Nouvelle Vague.<br />

L’infanzia e ciò che di essa rimane<br />

in eredità nella vita di un uomo: la<br />

paura della solitudine, la<br />

malinconia e soprattutto l’amore.<br />

E’ l’amore nelle sue infinite<br />

declinazioni che ritroviamo in<br />

questi undici f<strong>il</strong>m. Un amore che,<br />

invariab<strong>il</strong>mente, fa male. Ma a cui<br />

non possiamo sottrarci, a cui si<br />

tende in maniera compulsiva. Così<br />

come fece <strong>il</strong> regista francese, con<br />

<strong>il</strong> suo amore smisurato per <strong>il</strong><br />

cinema e la letteratura. Truffaut fu<br />

tra i teorizzatori della Nouvelle<br />

Vague attraverso <strong>il</strong> dibattito<br />

consumato sui Cahiers du cinéma<br />

(di cui fu giovanissimo redattore<br />

assieme a tutti i mostri sacri del<br />

cinema francese) negli anni ’50 e<br />

’60. Il cinema come strumento di<br />

scrittura personale, come<br />

metafora della vita e riflesso del<br />

pensiero. La sua mano di regista<br />

non si è mai nascosta, eppure la<br />

sua leggerezza nel raccontare ha<br />

fatto la storia del cinema. Quello<br />

di Truffaut fu un linguaggio<br />

assolutamente innovativo,<br />

destinato ad avere molti adepti<br />

senza che nessuno riuscisse a<br />

replicarne l’esperienza.<br />

Irriverente, colto e conscio della<br />

storia del cinema tanto da<br />

riportarla nel propri f<strong>il</strong>m come un<br />

elemento sistematico, ma mai<br />

arrogante. Truffaut ha navigato<br />

fra i generi del cinema e della<br />

letteratura con la stessa intensità<br />

con cui ha vissuto 53 anni. La sua<br />

chiarezza narrativa non ha mai<br />

banalizzato la complessità<br />

dell’esistenza e del sentire, al<br />

contrario Truffaut è riuscito ad<br />

esorcizzare le pesantezze della<br />

vita raccontandole per parole e<br />

per immagini. Come se,<br />

mettendole sullo schermo,<br />

ordinandole dolcemente, non<br />

perdessero le loro connotazioni<br />

ma diventassero tollerab<strong>il</strong>i. Il suo è<br />

un cinema storicamente radicato<br />

nell’esperienza di quegli anni, ma<br />

fortemente attuale per ognuno dei<br />

suoi spettatori. Un’esperienza<br />

quasi intima.<br />

Seppure intimo e<br />

ancorato alla Nouvelle<br />

Vague, è sempre<br />

fortemente attuale

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