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kant_il pensiero_della_bellezza.pdf - Lettere e Filosofia

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26<br />

ca” di due facoltà conoscitive. Inoltre ci dice che l’accordo tra facoltà conoscitive è<br />

insieme pensato (non concettualmente) e sentito. L’effetto non è patologico. La riflessione<br />

precede <strong>il</strong> sentimento. Il giudizio estetico “appartiene [...] secondo i suoi<br />

principi alla facoltà superiore di conoscenza”. 93 L’Übergang dalla conoscenza al sentimento<br />

non avviene mediante concetti, ma grazie a un concetto (finalità formale, ma<br />

soggettiva) che è “in fondo [im Gründe], tutt’uno [einerlei] col sentimento di piacere”,<br />

94 così come la coscienza estetica <strong>della</strong> finalità “è <strong>il</strong> piacere stesso”. 95<br />

L’Erklärung del piacere estetico deve essere trascendentale. 96 Kant analizza dunque<br />

la produzione di questo piacere (<strong>il</strong> pro-dur-si, <strong>il</strong> portarsi davanti a se stesso del soggetto<br />

nel proprio stato d’animo), in uno spazio soggettivo al di qua <strong>della</strong> sua determinazione<br />

empirica e psicologica. L’“origine”, <strong>il</strong> “fondamento” del sentimento estetico<br />

è “una causalità interna (che è finale) rispetto alla conoscenza in generale”. 97 Ciò che<br />

è in questione nella forma di coscienza in cui <strong>il</strong> soggetto, nel piacere, incontra sia se<br />

stesso che la <strong>bellezza</strong> è <strong>il</strong> “gioco delle facoltà conoscitive” e la loro vivificazione, che<br />

è “agevolazione e intensificazione <strong>della</strong> vita”. 98 L’apprensione [Auffassung] del molteplice<br />

di un oggetto dell’intuizione sensib<strong>il</strong>e deve essere anche presentazione, esibizione<br />

[Darstellung] concettuale, 99 però di una conoscenza in generale: di un “concetto<br />

indeterminato” e solo “secondo una analogia dello scopo”. 100 Nell’incontro con la<br />

<strong>bellezza</strong> (con <strong>il</strong> brutto, con l’esteticamente indifferente, ecc.) <strong>il</strong> soggetto è aperto al<br />

mondo in modo pre-categoriale e <strong>il</strong> mondo è l’obiettività di una esperienza non oggettivata.<br />

Il piacere non produce conoscenza, ma ne è però l’effetto. 101 Nel giudizio estetico la<br />

forma di coscienza rappresentata dal piacere è appunto l’effetto del manifestarsi del<br />

luogo dove ogni conoscenza può nascere. Il giudizio estetico “riposa unicamente sulla<br />

riflessione e sulle condizioni universali, sebbene soltanto soggettive, dell’accordo<br />

<strong>della</strong> riflessione stessa con la conoscenza degli oggetti in generale”. 102 Il piacere indica<br />

<strong>il</strong> luogo di una conoscenza antepredicativa e non obiettivata ove la presentazione<br />

dell’oggetto e la sua conoscenza coincidono nell’esibizione analogica e indeterminata<br />

(riguardo al concetto). Esibizione e logos coincidono in una dimensione soggettiva<br />

che è apertura del soggetto all’apparire pre-categoriale. L’unificazione <strong>della</strong> molteplicità<br />

sensib<strong>il</strong>e che costituisce la <strong>bellezza</strong> non si realizza secondo <strong>il</strong> concetto di un<br />

oggetto, ma secondo l’apparire del fenomeno laddove <strong>il</strong> fenomeno origina esso stesso<br />

la propria significatività precategoriale. Lo scienziato che guarda all’esperienza per<br />

93<br />

PI, p. 104.<br />

94<br />

PI, 110; EE, 37,<br />

95<br />

CdG, p. 53; KU, p. 37. Su questo cfr. Sobel 1982 (in particolare <strong>il</strong> § IV).<br />

96<br />

PI, pp. 110 - 111; EE, p. 37.<br />

97<br />

CdG, p. 53; KU, p. 37<br />

98<br />

CdG, p. 53, 73; KU, p. 75, 37.<br />

99<br />

PI, p. 98; EE, p. 27,<br />

100<br />

CdG, p. 72, 27; KU, p. L<br />

101<br />

CdG, pp. 23 - 24; KU, p. XLIII.<br />

102<br />

CdG, p. 26; KU, p. XLVII.

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