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kant_il pensiero_della_bellezza.pdf - Lettere e Filosofia

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5. Senza interesse: piacere<br />

... durch ein Wohlgefallen oder Mißfallen ohne alles<br />

Interesse.<br />

… mediante un piacere, o un dispiacere, senza alcun<br />

interesse. 123<br />

Al termine delle analisi del primo momento del giudizio estetico Kant definisce <strong>il</strong><br />

senso in cui un oggetto si dice bello: quando venga giudicato “attraverso un piacere<br />

[c. m.], o un dispiacere, senza alcun interesse”. 124 L’assenza di interesse non toglie <strong>il</strong><br />

piacere. Al contrario lo pone nella sua purezza. Nel mio piacere non c’è alcuna esigenza<br />

di dominio sul fenomeno, nessuna richiesta se non che esso sia così come è.<br />

Non c’è alcuna violenza, dunque nessun ‘soggettivismo’.<br />

Nietzsche critica <strong>il</strong> disinteresse <strong>kant</strong>iano, ma certo difende la <strong>bellezza</strong> da ogni violenza<br />

umana, troppo umana, ‘soggettivistica’: “irraggiungib<strong>il</strong>e è <strong>il</strong> bello per ogni volontà<br />

violenta”. 125 Quanto al “Wohlgefallen ohne alles Interesse”, 126 esso è, com’è noto,<br />

l’obiettivo polemico di Nietzsche nella Genealogia <strong>della</strong> morale. 127 L’accusa a<br />

Kant è grosso modo di ‘quietismo <strong>della</strong> volontà’, di fiacchezza, da una parte, e di<br />

concessioni agli ideali <strong>della</strong> conoscenza, dall’altra. Ma Kant parla di vivificazione<br />

delle facoltà. E non è Kant che sottrae la <strong>bellezza</strong> al concetto conoscitivo? 128 Per Heidegger<br />

l’atteggiamento di disinteresse non è indifferenza o una sospensione <strong>della</strong> volontà<br />

(come per Schopenhauer), ma, al contrario, “<strong>il</strong> più alto sforzo <strong>della</strong> nostra essenza<br />

[die höchste Anstrengung unseres Wesen]”.<br />

123<br />

KU, p. 16; CdG, p. 42.<br />

124<br />

CdG, p. 42.<br />

125<br />

Così parlò Zarathustra, II, Dei sublimi<br />

126<br />

CdG, §§ 2 - 5.<br />

127<br />

III, 6.<br />

128<br />

Cfr. su questo Heidegger 1961, <strong>il</strong> paragrafo Kants Lehre von Schönen. Ihre Mißdeutung durch<br />

Schopenhauer und Nietzsche, dove è chiarito l’equivoco derivante dalla mediazione di Schopenhauer.<br />

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