kant_il pensiero_della_bellezza.pdf - Lettere e Filosofia
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spressa nei “senza” che accompagnano le definizioni conclusive dei quattro momenti<br />
del giudizio di gusto (quattro secondo lo schema categoriale che funge da guida le<br />
analisi). 121 Questi “senza” non indicano dunque alcuna mancanza. Individuano al contrario<br />
una dimensione dell’essere corrispondente a una apertura e a un radicamento<br />
originari del soggetto. Kant indica qui un luogo anti-cartesiano per eccellenza. Egli<br />
infatti pone <strong>il</strong> “problema”, come scrive Merleau-Ponty, 122 di una apertura al mondo<br />
che sia una apertura senza concetto: “una aconcettuale universalità e apertura alle cose”.<br />
121 Anche quantità e modalità implicano <strong>il</strong> “senza” che le specifica esteticamente (rispetto al logico-conoscitivo):<br />
<strong>il</strong> piacere deve essere sia universale (quantità) che necessario (modalità) “senza<br />
concetto”: “ohne Begriff”. Al “senza concetto” si aggiungono <strong>il</strong> “senza interesse” (qualità) e <strong>il</strong><br />
“senza scopo” (relazione). Per Derrida (1981, passim), le analisi secondo qualità, quantità, relazione<br />
e modalità sono <strong>il</strong> tentativo di costringere entro maglie concettuali un discorso che ne deborda da<br />
ogni lato<br />
122 Cfr. Merleau-Ponty 1989 p. 33. V. anche p. 51 sulla “presentazione aconcettuale dell’Essere<br />
universale”.