31.05.2013 Views

kant_il pensiero_della_bellezza.pdf - Lettere e Filosofia

kant_il pensiero_della_bellezza.pdf - Lettere e Filosofia

kant_il pensiero_della_bellezza.pdf - Lettere e Filosofia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

mondo esistente esiste in modo interrogativo". 305 Dunque, i fenomeni sono sempre fenomeni-problemi,<br />

phénomènes-questions. Per Deleuze,<br />

la struttura problematica fa parte degli oggetti e permette di coglierli come segni. [...]<br />

Più nel profondo è l’Essere (Platone diceva l’Idea) che ‘corrisponde’ all’essenza del<br />

problema o <strong>della</strong> domanda come tale. C’è come un’‘apertura’, una ‘fessura’, una ‘piega’<br />

ontologica che riferisce l’essere e la domanda l’uno all’altra. In tale rapporto l’essere è<br />

la stessa Differenza. L’essere è anche non essere, ma <strong>il</strong> non-essere non è l’essere del negativo,<br />

è l’essere del problematico, l’essere del problema e <strong>della</strong> domanda. 306<br />

Il problema è l’ald<strong>il</strong>à ontologico dell’oggettività e <strong>della</strong> rappresentazione, e non un<br />

dubbio o un’incertezza soggettivi.<br />

Nello spazio del dualismo dell’estetica si raccolgono dunque i problemi essenziali<br />

lasciati aperti dalla critica <strong>kant</strong>iana e dal suo passo fondamentale: la critica del trascendente<br />

e la fondazione del trascendentale. Una teoria più ampia a profonda del<br />

campo trascendentale dovrà perciò affrontare questi temi:<br />

1) dualismo di sensib<strong>il</strong>e e intelligib<strong>il</strong>e;<br />

2) teoria delle sintesi passive che metta in questione l’io concepito secondo una<br />

mere spontaneità, teoria, dunque, di sintesi che non sono dell’intelletto, ma<br />

dell’esperienza sensib<strong>il</strong>e stessa; 307<br />

3) teoria del campo trascendentale non come condizionalità a priori <strong>della</strong> possib<strong>il</strong>ità<br />

dell’esperienza, ma come teoria di condizioni dell’esperienza reale che non sono<br />

più larghe del condizionato;<br />

4) concezione <strong>della</strong> legalità e dell’universalità non come generalità (cui sia sussunto<br />

<strong>il</strong> particolare), ma come determinazione interna differenziale del particolare.<br />

La <strong>bellezza</strong> che è ‘caos’ e contingenza (nei confronti <strong>della</strong> conoscenza oggettivorappresentativa)<br />

e che è singolarità (nei confronti delle condizioni d’esperienza possib<strong>il</strong>e),<br />

è - pensata exemplarisch, - legge a se stessa. Figura, ma sul bordo del caos e<br />

nell’assenza di fondamento oggettivo. È per questo che la <strong>bellezza</strong> può essere pensata<br />

e detta da Baudelaire, nel III dei Poemetti in prosa, come <strong>il</strong> crie de frayeur dell’artista<br />

avant d’être vaincu; e per R<strong>il</strong>ke, nella prima delle Elegie duinesi, come des Schrecklichen<br />

Anfang, quell’inizio del terrib<strong>il</strong>e che è ancora sopportab<strong>il</strong>e, ma che è già sul<br />

bordo dell’impossib<strong>il</strong>e.<br />

Come pensare <strong>il</strong> reale e la singolarità <strong>della</strong> <strong>bellezza</strong> <strong>kant</strong>iana? Costruendo un <strong>pensiero</strong><br />

del ‘lasciar essere’ fondato sul disinteresse (è la via di Heidegger nella sua interpretazione<br />

<strong>della</strong> CdG nel semestre invernale 1936-7 dedicato a La volontà di po-<br />

305 Ibid., p. 123.<br />

306 Deleuze 1993, p. 89, c. m.<br />

307 È <strong>il</strong> grande tema delle analisi husserliane nelle Lezioni sulla sintesi passiva, tr. it. a c. di Paolo<br />

Spinicci, Guerini e associati, M<strong>il</strong>ano 1993. Scrive Spinicci nella Premessa (Husserl 1993, p. 21, c.<br />

m.): “la riflessione husserliana sul problema delle sintesi non ci riconduce all’operare <strong>della</strong> soggettività,<br />

ma alle tendenze immanenti ai materiali sensib<strong>il</strong>i, ai dinamismi che li spingono a connettersi<br />

e a separarsi secondo regole interne alle scene percettive. La forma dell’esperienza non deriva<br />

dall’intelletto, ma dall’esperienza stessa: l’a priori <strong>della</strong> forma non è logico-trascendentale, ma fenomenologico-materiale”.<br />

71

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!