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kant_il pensiero_della_bellezza.pdf - Lettere e Filosofia

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5. Forma e Figura<br />

Quo magis res singulares intelligimus, eo magis Deum intelligimus<br />

… nessun arte è figurativa.<br />

Deleuze 310<br />

Come abbiamo già accennato (nel § 3 <strong>della</strong> Prima Parte e nel § 1 <strong>della</strong> Seconda), la<br />

forma si forma modulandosi a partire da ogni propria intensità e variazione locale, e<br />

non da una imitazione figurata su un ‘modello’ concettuale, o di idealizzazione. 311 Il<br />

‘proprio’ <strong>della</strong> figura appartiene solo alla figura stessa, ai suoi ‘momenti’ intesi come<br />

‘punti’ (locali), che divergendo da se stessi, variando e differenziandosi, costituiscono<br />

la propria legalità sovrana. ‘Momenti’ intesi come eccezioni (rispetto a qualsiasi<br />

significato concettuale dato da una regola generale dettata da un modello essenzialistico<br />

dell’intelletto); eccezioni che sono variazioni differenziali contenenti la legge<br />

<strong>della</strong> propria totalità e completezza nello ‘spazio’ e nel luogo dei 4 ‘senza’ in cui<br />

si tracciano e in cui si danno la propria figura senza concetto e senza scopo. (Ma dire<br />

‘nello’ spazio è già subire la grammatica e dire troppo, perché lo spazio non è più qui,<br />

in uno schematismo senza concetto, se non l’effetto <strong>della</strong> figurazione e del figurarsi<br />

<strong>della</strong> ‘forma’).<br />

La <strong>bellezza</strong> (come l’opera) non ha modelli. Si dà e si immagina nella propria figura<br />

non secondo un mo<strong>della</strong>mento, ma secondo una modulazione senza alcun modello<br />

(concettuale). 312 La modulazione si fonda sul ‘locale’, non sul generale: essa esprime<br />

nelle singolarità puntuali la legge differenziale del proprio essere che integrando le<br />

differenze dispiega l’andamento <strong>della</strong> linea, <strong>della</strong> curva e <strong>della</strong> forma. Il locale non è<br />

determinato dal generale (da un modello essenzialista già dato), ma ha la propria leg-<br />

310 Deleuze 1995, p. 117.<br />

311 Importanti, a questo proposito, le analisi di Derrida, in La vérité en peinture, sul contrasto tra<br />

“cesura” e idealizzazione.<br />

312 Il mo<strong>della</strong>re è un modulare in modo definito (Cfr. Deleuze, Francis Bacon. La logica <strong>della</strong><br />

sensazione, Quodlibet, Macerata 1995, p. 201, n. 18 dove rimanda alle analisi di Simondon 1986,<br />

pp. 41 - 42). Per Simondon, modulare equivale a mo<strong>della</strong>re in modo continuo e permanentemente<br />

variab<strong>il</strong>e. Su questo v. Gambazzi 1997b.<br />

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