il ruolo del difensore - Camera Penale Veneziana
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passato lamentata in favore <strong>del</strong>la parte pubblica oggi si riverserebbe sulla parte<br />
privata. A monte, secondo me, c’è un problema, mi si consenta, di accettazione<br />
<strong>del</strong>l’entrata in vigore <strong>del</strong> nuovo Codice di Procedura <strong>Penale</strong>, e siccome oggi<br />
sono passati 15 anni questo rattrista un po’, perché ormai si pensava fosse un<br />
problema superato, ma evidentemente non è un problema superato.<br />
Quale sia <strong>il</strong> <strong>ruolo</strong> <strong>del</strong> <strong>difensore</strong> nel processo penale così come configurato dai<br />
codificatori <strong>del</strong>l’88, e con gli scossoni che poi nei primi anni ci ha dato la Corte<br />
Costituzionale, ai quali comunque è sopravvissuto, è un <strong>ruolo</strong> che costringe a<br />
volgere lo sguardo verso ordinamenti lontani dal nostro. E’ un <strong>ruolo</strong> che<br />
sicuramente è diverso da quello che <strong>il</strong> <strong>difensore</strong> svolgeva nell’economia <strong>del</strong><br />
tessuto <strong>del</strong>l’ordinamento processuale previgente. Questo è però un limite che<br />
capisco benissimo affligga chi la maggior parte <strong>del</strong>la sua vita professionale l’ha<br />
svolta sotto la vigenza <strong>del</strong> vecchio codice, però un limite che affligge, secondo<br />
me, fin troppo, non tanto e non solo Giudici e Pubblici Ministeri, quanto la<br />
classe forense. Mi si dice che la Legge 397 è poco applicata perché è una legge<br />
per imputati ricchi: questo a volte è vero, nessuno mette in dubbio che<br />
mantenere per settimane o mesi i costi di un investigatore privato siano in pochi<br />
a poterselo permettere. Aggiungo che in realtà la legga sulle indagini difensive è<br />
una legge per ricchi o per molto poveri, perché <strong>il</strong> patrocinio a spese <strong>del</strong>lo Stato<br />
in realtà consente un accesso alle indagini difensive che all’imputato non troppo<br />
ricco per non poterne sentire <strong>il</strong> peso economico, ma non troppo povero per poter<br />
scaricare sulla collettività questo costo, è la vera vittima, semmai, <strong>del</strong> sistema.<br />
Ma, detto questo, <strong>il</strong> problema è che le indagini difensive vengono spesso<br />
contrabbandate, anche perché ormai c’è una tale commistione tra realtà e<br />
immaginario mediatico, come un intervento a tutto campo <strong>del</strong> <strong>difensore</strong> che<br />
svolge una controindagine speculare nei contenuti e nella durata e<br />
nell’articolazione a quella <strong>del</strong> Pubblico Ministero o addirittura superiore a<br />
questo. Sostanzialmente la legge sull’indagine difensiva nell’immaginario<br />
comune evoca l’immagine <strong>del</strong> Perry Mason. Quello che io vedo invece nella<br />
mia esperienza quotidiana da ormai cinque anni dall’entrata in vigore di questa<br />
legge è che tendenzialmente, con le dovute ovvie eccezioni, manca proprio una<br />
cultura <strong>del</strong> difendersi provando, a monte, e non di un approccio semplicemente<br />
critico alla prova raccolta da altri - ancora molto diffusa anche, perdonatemi, in<br />
classi forensi che anagraficamente hanno avuto poco a che fare con <strong>il</strong> vecchio<br />
Codice di Procedura <strong>Penale</strong> - un approccio dicevo assolutamente rinunziatario,<br />
o meglio, dove la cultura <strong>del</strong> difendersi provando è assente. Questo non è un<br />
bene per <strong>il</strong> processo penale. La legge sulle indagini difensive è carente in molti<br />
punti, tesa a tipizzare alcuni atti di indagine difensiva, lasciando fuori<br />
inspiegab<strong>il</strong>mente molti altri che appartengono, quanto meno nell’esperienza<br />
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