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I <strong>DI</strong>PINTI <strong>DI</strong> ANGELO INGANNI NELLA PREPOSITURALE <strong>DI</strong> GUSSAGO<br />
Angelo Inganni visse per un lungo periodo della sua vita a Gussago, ospite<br />
del nobile Paolo Richiedei, che per lui fece restaurare e in parte trasformare<br />
l'antico convento domenicano della Santissima Trinità e adattare - come allora<br />
era in uso dire con linguaggio tra aulico e burocratico - a «signorile dimora».<br />
Anzi, alcuni biografi scrissero che l'Inganni morì proprio a Gussago e qualcuno<br />
lo scrive nonostante anni fa Carlo Bonometti abbia chiarito la questione pubblicando<br />
l'annotazione del Registro dei morti dell'anagrafe del Comune di Brescia<br />
che lo dichiara morto il 2 dicembre dell'anno 1880 all'età di 73 anni (1).<br />
Nel contado di Gussago il pittore lasciò un buon numero di opere di argomento<br />
sacro fra le non molte che dipinse, sia nella prepositurale di santa Maria<br />
Assunta come nella parrocchiale di Ronco, su un arco di tempo di circa un<br />
ventenni o dal 1855 al 1878.<br />
Le opere della prepositurale di Gussago si devono alla liberalità del nobile<br />
Paolo Richiedei che fu in grande rapporto d'amicizia con l'Inganni e col parroco<br />
don Giovanni Battista Mingotti; di quest'ultimo sono conservate nell'Archivio<br />
parrocchiale alcune lettere al Richiedei che testimoniano un affiatamento fra i<br />
due fatto di stima profonda e delicata.<br />
Già nel 1851 il Richiedei si serve dell'Inganni, per ora soltanto come collaboratore<br />
e consulente (il pittore risiedeva a quel tempo a Milano) per i lavori che<br />
il Richiedei stava realizzando per dotare la Chiesa parrocchiale dell'imponente<br />
scalinata progettata da Luigi Basiletti il cui disegno fu però radicalmente modificato<br />
da Luigi Donegani: i lavori d'esecuzione erano cominciati nel 1850.<br />
L'Inganni s'incarica di seguire il lavoro dello scultore milanese Antonio Tantardini<br />
con atelier in Milano: il fatto è documentato in una lettera inedita conservata<br />
nell' Archivio parrocchiale di Gussago:<br />
(1) C. BONOMETTI, Nei ricordi di Nicola Piovanelli ri vive la Gussago di un tempo.<br />
"Giornale di Brescia», 22 luglio 1967.<br />
L'atto di morte è registrato al n. 790, parte prima dell'anno 1880. Vi si dice che il<br />
pittore Angelo cav. Inganni, d'anni 73, marito di Amanzia Guerrillot, è morto alle<br />
ore 12 del 2 dicembre 1880 nella casa natale posta al civico numero 646 (in contrada<br />
San Barnaba). Oggi corrisponde al n. 41 di corso Magenta. Il dipinto n . 1432 della<br />
Pinacoteca Tosio Martinengo (olio su tela, cm. 24x32; si veda la riproduzione in G.<br />
PANAZZA, Il volto storico di Brescia, voI. IV, Brescia, 1981, pago 95, G. XXXII, 9)<br />
è certamente stato dipinto dall'Inganni da una finestra del suo alloggio.<br />
Nel Registro dei Morti della Parrocchia di sant'Afra, la data di morte è invece segnata<br />
al 3 dicembre 1880.<br />
L'errore circa il luogo di morte del pittore figura in importanti repertori di consultazione,<br />
come l'Enciclopedia Italiana Treccani (Appendice la, 1938, p. 728) che segna<br />
anche la data 3 dicembre anziché 2, e la Storia di Brescia (VoI. IV, Brescia, 1964,<br />
pago 942). Venne riproposto negli scritti di vari studiosi fino anche al recentissimo volume<br />
di L. ANELLI, Il paesaggio nella pittura bresciana dell'Ottocento, Brescia, 1984,<br />
p. 17.<br />
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