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sgomento e redino sul suo petto. mentre porge con la mano destra il boccone<br />
a Giuda: E' colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò (8).<br />
b) Contemporaneamente una bestiola immonda entra nella bocca spalancata<br />
di Giuda: E dopo quel boccone Satana entrò in lui (9).<br />
c) Giuda a sua volta. secondo la redazione di Matteo, allunga entrambe<br />
le mani verso il cratere che sta davanti a Gesù al centro della mensa: Colui<br />
che intinge con me la mano nel piatto, quello mi tradirà (lO).<br />
A prima vista sembra che l'avvenimento interessi solo il gruppo centrale<br />
dei personaggi. però. osservando, si avverte che esso raggiunge tutti i convitati,<br />
che. interrotto il pasto, lo commentano rattristati a due a due.<br />
E' mia convinzione che il pittore non abbia voluto solo ri ferire il fatto storico<br />
dello svelamento del traditore. ma se ne sia servito per rendere l'ammonimento<br />
di S. Paolo: Chi mangia il pane del Signore indebitamente, mangia la<br />
sua condanna. Perciò prima esamini se stesso (11), dando al dipinto un carattere<br />
nettamente catechetico.<br />
La figura di Giuda, in primo piano, è evidentemente caricata di profondo<br />
disprezzo: ridotta nella forma di un nano seduto su un esagerato sgabello, ha<br />
una faccia mostruosa con una bocca abnorme in cui entra un sordido animale;<br />
la testa è priva dell'aureola e perfino della capigliatura che orna quelle degli<br />
altri Apostoli; è rivestito di una sefnplice tunica senza il solenne mantello degli<br />
altri e ostenta sul fianco la borsa, segno del suo peccato; le mani sono protese<br />
in un gesto di sfrontata appropriazione verso la grande coppa centrale.<br />
Oltre il significato catechetico non va trascurato quello liturgico espresso<br />
dalla ieraticità delle persone e dalla simbologia eucaristica.<br />
Il pittore primitivo e popolare è riuscito mediante l'uniformità e la compostezza<br />
a rendere il senso di una celebrazione e a conferire ai personaggi un<br />
ruolo sacrale. Sulla mensa poi, invece dell'agnello pasquale, troviamo i pesci:<br />
tre per ciascuno dei cinque piatti. In un primo momento si era pensato che ciò<br />
fosse dovuto alla vicinanza del lago. ma l'osservazione di dipinti coevi ha convinto<br />
che il pittore è ricorso al noto simbolo del pesce (il greco «iktsusll, assunto<br />
come abbreviazione di «Gesù Cristo figlio di Dio salvatore») per conferire alla<br />
Cena un carattere eucaristico. Significato che è sottolineato anche dalla serie<br />
dei piccoli pani croce segnati posti in bilico sull'orlo della mensa. (E' per carenza<br />
di capacità prospetti ca o perché sono destinati più all'attenzione degli<br />
osservatori che a quella dei commensali?).<br />
Per quanto riguarda il contenuto sarà utile confrontare questo dipinto con<br />
miniature e affreschi coevi. Ne cito alcuni facilmente raggiungibili:<br />
1) Una miniatura di Giovanni di Gaibana, attivo nella seconda metà del<br />
sec. XIII, adorante un epistolario della Biblioteca Vescovile di Padova (12).<br />
(8) Giovanni XXIIJ, 21 -30.<br />
(9) Giovanni XXIII, 30.<br />
(10) Matteo XXVI, 23.<br />
(11) 1.a ai Corinzi XI, 27-28.<br />
(12) E' riprodotta in Jesus, anno V, n. 6, pago 61.<br />
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