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DI - Brixia Sacra

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l) Anzittutto si è scoperto ed appurato che la navatella è stata ricavata<br />

adattando un'antica chiesetta risalente all'inizio del 1300.<br />

Di essa sopravvivono ancora i muri, ad eccezione della facciata, e in buona<br />

parte gli affreschi che l'ornavano, tanto che saremmo in grado di ricostruirla.<br />

Basterebbe abbassare il pavimento di un buon metro sotto il livello attuale e<br />

ricollocare il tetto a capanna seguendo la fascia superiore dell'affresco della<br />

Cena in modo di far risultare la finestrella immediatamente sotto la colma. Gli<br />

affreschi che bene o male esistono ancora potrebbero ricreare l'atmosfera di<br />

un tempo.<br />

Verosimilmente l'oratorio già fin dall'inizio prendeva nome da S. Bartolomeo,<br />

come costantemente appare nei documenti posteriori: lo si può dedurre<br />

anche dall'esistenza della figura del Santo tra quelle votive che circondano il<br />

presbiterio, ma non è una prova determinante (19). La vicinanza della via<br />

Valeriana che saliva verso la Vallecamonica potrebbe comunque far supporre<br />

la prossimità di un ospizio per vi andanti (20).<br />

2) Nel sec. XVI fu deciso di: anteporre all'antica chiesetta l'aula grande. I costruttori<br />

però si trovarono a fare i conti con, l'antistante pendio roccioso in salita<br />

e, invece di asportare la roccia durissima per creare un piano a livello della<br />

chiesetta, preferirono sopraelevare di circa un metro il pavimento di questa<br />

con terra ghiaiosa, e, senza farsi scrupoli per gli affreschi, innalzarono e rafforzarono<br />

i muri perimetrali, voltandovi sopra una doppia crociera.<br />

li ricorso a questo tipo di livellamento è apparso con chiarezza quando si<br />

provvide al rinnovo del pavimento di tutta la chiesa con mattonelle toscane. Si<br />

riscontrò che la soglia della porta della chiesa poggiava appunto sul pendio<br />

roccioso, che scende poi verso l'antica chiesetta" ricoperto, in proporzione del<br />

suo decrescere, da terra di riporto. Scavando nell'area della chiesetta non si<br />

trovò che un lastrone di pietra scura, sommerso nella terra, senza scritte o<br />

segni di sorta, che fu lasciato in loco (21).<br />

L'operazione potrebbe essere avvenuta intorno al 1585 che è l'anno di consacrazione<br />

e probabilmente di costruzione dell'altare addossato all'affresco, ed<br />

ora rimosso. Ma potrebbe risalire anche a vari anni prima: dipende da come si<br />

interpretano gli atti della visita del vescovo Bollani (1567) e del suo incaricato<br />

C. Pilati (1573), dove, oltre l'altar maggiore, ne sono ricordati altri due per i<br />

quali si prescrivono croce, candellieri, segrete, palio (22) e in più un altare<br />

(19) S. Antonio abate appare due volte, due volte la Madonna col Bambino, e una volta<br />

altri Santi. Nella raffigurazione della Cena non ha un posto privilegiato tra gli altri<br />

Apostoli.<br />

(20) S. Bartolomeo è certamente il patrono di molti ospizi disseminati lungo le vie di grande<br />

comunicazione. In Val camonica basti ricordare l'ospizio del Tonale, e quello che<br />

probabilmente esisteva all'inizio della strada del Gavia: nella cosiddetta chiesetta di<br />

8. Apollonio, S. Bartolomeo sta alla destra di S. Pietro nel trittico centrale degli<br />

Apostoli.<br />

(21) Probabilmente una pietra tombale, ma né sotto, né nelle vicinanze furono trovati resti<br />

di ossa.<br />

(22) Ad alia duo alraria provideafur de crucibus, candelabris et paliis ligni pieli, eartis a<br />

seeretis ... (visita del Bollani, 1567).<br />

A fianco è annotato che è stato eseguito in parte.<br />

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