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DI - Brixia Sacra

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sua nuda funzionalità, in un programma peraltro di quasi ininterrotta collaborazione<br />

dell'Inganni ai vari lavori, come s'è visto, nella prepositurale di Gussago.<br />

Anche un timido rilancio di qualità non è impossibile almeno sul piano della<br />

buona, tecnica messa in atto nel costruire i volumi sempre tenuemente lievitanti,<br />

come sempre nell'Inganni, al di sotto di un colore d'una brillantezza acquosa. Il<br />

ductus della firma, infine, per quanto possano valere gli esami comparativi con<br />

altre firme sicuramente del pittore, ci sembra deporre per sciogliere quell'A.<br />

in Angelo anziché in Amanzia.<br />

Le sagome degli Angeli per l'apparato del triduo<br />

Angelo Inganni, che pure era pittore quotato e certo non dovette aspettare<br />

la morte per conseguire una solida fama, sembra che abbia sempre nella sua<br />

vita avuto a dibattersi in una situazione economica piuttosto incerta. Dovette<br />

adattarsi, al dire dei suoi biografi, a dipingere di tutto: ma forse lo fece anche<br />

per il suo temperamento pieno d'estro e non raramente bizzarro. Giorgio Nicodemi<br />

riuscì a raccogliere testimonianze interessanti in questa attività dell'Inganni,<br />

che condusse in società con la sua seconda moglie, Amanzia Guerrillot, anch'essa<br />

pittrice non mediocre. «l due coniugi si adattarono a dipingere soldati solenni<br />

su sagome di legno per fermare le porte; mazzi di fiori su superfici lucide di<br />

specchi, per un ornamento di dubbio gusto che fu pure di moda. Per una sartoria<br />

dipensero una serie di figurini che si stendevano lungo l'anticamera, tutti cordialmente<br />

curvati in un inchino. ( ... ) Paraventi, ventagli, cartelle, scatole, carte di<br />

lettere ricevevano dal suo pennello curiose decorazioni di fiori, di scenette, di<br />

figurine» (14).<br />

Di figurine su sagome di legno il Nicodemi ne rintracciò soltanto una, quella<br />

di una donna nella raccolta del pittore Mazza; ma Gaetano Panazza (15) ricorda<br />

anche le figure per il presepio della chiesa di san Marco a Milano.<br />

Ora, ad accrescere il catalogo di questi singolari dipinti dell'Inganni, aggiungiamo<br />

le due figure di angeli genuflessi in adorazione (a Gussago la tradizione<br />

popolare li chiama «le angele», al femminile), dipinti appunto su sagome di legno<br />

da inserire nel poderoso apparato della macchina del triduo, a fiancheggiare il<br />

Santissimo <strong>Sacra</strong>mento esposto. Sono opere che si qualificano per la loro vaporosità<br />

nelle vesti di pastello delicatissimo ed acceso, ed immettono nel dominio<br />

abbagliante dell'oro di cui si copre la macchina, una nota molto piacevole di<br />

cromatismo più variato ed una nota di più intima e raccolta devozione.<br />

pmR VIRGILIO BEGNI REDON A<br />

(14) G. NICODEMI, 1942, p. 14.<br />

(15) G. PANAZZA, in Angelo Inganni (Catalogo della mostra), Brescia, 1975, p. 17.<br />

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