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DI - Brixia Sacra

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figurante S. Antonio di Padova, ora conservata in sacrestia, essendo riemerso al<br />

suo posto l'affresco della Cena.<br />

Allo stesso anno 1731 e allo stesso artista appartiene anche il rivestimento<br />

in scaiola della mensa dell'altare della Madonna. I disegni sono uguali,. salvo<br />

il medaglione centrale che qui non esiste. L'altare è tuttavia secentesco come<br />

dimostrano l'ancona in legno scolpito e la tela della pala.<br />

Forse non si va errati pensando che essa sia stata dipinta in coincidenza con<br />

la distruzione dell'altare esterno di S. Rocco, poiché rappresenta la Madonna con<br />

Bambino venerata da S. Sebastiano, S. Rocco e S. Antonio di Padova.<br />

4) Nel decennio 1973-1983 l'intera chiesa è stata completamente restaurata<br />

all'interno prima e all'esterno poi.<br />

Si è iniziato col rifare tutto il tetto dell'aula grande con criteri moderni,<br />

abolendo il soffitto piano in legno appeso alle capriate e lasciando la travatura<br />

in vista. Dopo aver rifatto tutti gli intonaci interni si è provveduto a una<br />

adeguata illuminazione rinnovando le vetrate e i lampadari. E' stata tolta la<br />

cantoria in legno semplice malamente aggiunta sopra la porta principale e alla<br />

quale si accedeva con una scala a pioli. Sono state chiuse le due nicchie antiestetiche<br />

ai lati dell'arco del presbiterio.<br />

E' stato collocato un nuovo pavimento in mattonelle rosse dell'Impruneta<br />

e rifatte in legno massiccio le due porte. Il mobile del confessionale è stato sostituito<br />

con un vano appositamente attrezzato simmetrico a quello del battistero,<br />

costruito nel 1652 per concessione del vescovo Marco Morosini.<br />

Si è quindi posto mano alla navatella con l'intenzione di modificare la collocazione<br />

dell'altare in conformità degli indirizzi liturgici postconciliari, in modo<br />

che il sacerdote si trovasse rivolto verso il popolo nello svolgimento del suo<br />

compito di presidente della Parola e dell'Eucaristia. Quello che doveva essere<br />

un modesto intervento si è poi ampliato con la scoperta degli affreschi. Esso<br />

tuttavia non ha comportato che poche modifiche nella struttura dell'ambiente.<br />

Oltre la diversa collocazione della mensa già in progetto,. si è deciso di non rimettere<br />

in sede la pala di S. Bartolomeo e S. Gottardo (ora in sacrestia), pur<br />

rispettando l'ancona, già aperta verso il basso dalla violenza usatale con la collocazione<br />

del tabernacolo.<br />

E' evidentemente una soluzione di compromesso : permette la visione completa<br />

dell'affresco che non si estende oltre l'ancona, e riempie la parete di fondo<br />

con una architettura intonata con la mensa. Per mettere in luce i due affreschi<br />

laterali sono stati distrutti, come si è detto. i due riquadri in stucco di nessun<br />

valore che corniciavano una Madonna e S. Antonio di Padova.<br />

Sugli affreschi è stato praticato un semplice restauro conservativo dal pittore<br />

Tino Belotti di Trescore Balneario (Bg), lasciandoli in sito per un insieme<br />

di motivazioni convergenti: tecniche, perché sono consistenti e senza processi<br />

corrosivi in atto; storiche, perché rievocano l'esistenza, la forma e l'atmosfera<br />

dell'antica chiesetta; architettoniche, perché la loro disposizione riempie senza<br />

turbare l'architettura della navatella; catechetiche, perché continuano a trasmettere<br />

ai fedeli il messaggio a loro affidato.<br />

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